Tre anni dal terremoto di Amatrice, il punto sulla sequenza sismica
Sono passati tre anni dal 24 agosto del 2016, quando un forte terremoto sconvolse diversi centri dell'Appennino centrale. L'INGV pubblica oggi un articolo con il punto della situazione sulla sequenza sismica.
Sono passati tre anni dal terremoto del 24 agosto 2016, che sconvolse una zona dell'Italia centrale situata a cavallo fra Lazio, Umbria e Marche. Alle 3 e 36 di notte un sisma di magnitudo 6.0 devastò diversi comuni, fra cui Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto. Mesi dopo ci sarebbero state nuove forti scosse, che avrebbero coinvolto altre aree dell'Appennino centrale causando nuovi gravi danni.
A tre anni di distanza, mentre si ricordano le 299 vittime di quella terribile notte e si denuncia l'assenza di ricostruzione, l'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) fa il punto sull'attività sismica nella zona e su quali sono i risultati delle ricerche svolte finora.
Una enorme quantità di dati scientifici sulla sequenza
Come era accaduto già dopo il terremoto de L'Aquila, avvenuto il 6 aprile del 2009, anche in seguito a questa lunga sequenza sismica sono stati effettuati moltissimi studi. La grande quantità di dati sismici, geodetici, geologici, raccolti durante la sequenza - informa l'INGV - è stata già oggetto di numerose pubblicazioni e sono tuttora in corso analisi più di dettaglio, con nuovi metodi e collaborazioni con ricercatori di altri istituti e università italiane e internazionali.
"La sequenza sismica non è ancora conclusa"
Secondo quanto informa Lucia Margheriti, primo ricercatore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’INGV, "la sequenza sismica che ha interessato l’Appennino centrale con numerose scosse di magnitudo maggiore di 5 tra il 24 agosto del 2016 e il 18 gennaio del 2017 non è ancora conclusa e l’area compresa tra Camerino e L’Aquila è ancora oggi interessata da una sismicità persistente che presenta un rilascio di energia maggiore rispetto a quanto accadeva prima del 24 agosto 2016".
Un altro dato interessante e che ci dà un'idea di quanto vasta e lunga sia questa sequenza sismica, è il numero di eventi registrati. In totale, l’INGV ha localizzato nell’area della sequenza sismica più di 110.000 eventi sismici in questi tre anni, grazie al lavoro dei turnisti del Servizio di Sorveglianza Sismica e agli analisti del Bollettino Sismico Italian. I parametri di queste localizzazioni sono disponibili nel database ISIDe (http://terremoti.ingv.it/iside).
In totale, fino all'agosto del 2019 sono stati registrati 14.367 eventi con magnitudo maggiore o uguale a 2.0. Di questi 74 hanno magnitudo maggiore o uguale a 4.0.