Neve a maggio e crisi climatica: quali legami?
La rara irruzione fredda tardiva in piena primavera ha riaperto la discussione sui cambiamenti climatici. Ecco perché freddo e neve non smentiscono il global warming.
Domenica 5 maggio è stata una giornata storica dal punto di vista meteo-climatico. Non è arrivata la neve in pianura come nel maggio 1861, ma freddo e neve tardiva così intensa a bassa quota non si vedevano dal 6 maggio 1957.
L’evento è stato inaspettato, ma non certo imprevisto, era da giorni che ne parlavamo, eppure i disagi non sono mancati. Per la neve, ma anche per le piogge quasi torrenziali, che hanno causato in alcune zone del nord allagamenti e piene di fiumi e torrenti. Occorre, sempre di più, lavorare sull’adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici e agli eventi meteo estremi. Un evento di questo tipo infatti non è in contraddizione con l’inequivocabile presenza del riscaldamento globale.
Tempo e clima: le differenze
Il tempo è una cosa diversa dal clima: preso da solo un evento come la nevicata di maggio è un fenomeno meteorologico. In inglese si dice infatti "climate is what you expect, weather is what you get", cioè "il clima è quel che ti aspetti, tempo è ciò che accade".
Ad esempio, se andiamo a fare un viaggio il clima della località ci dice quali abiti mettere in valigia, mentre in base alle previsioni meteo sceglierò cosa mettere di giorno in giorno. Chiaro anche l’esempio citato dal climatologo Stefan Ramhsfort del Potsdam climate Institute, “Clima e Tempo: prevedere il global warming è come prevedere la velocità con cui una pentola d'acqua si scalda se si conosce la potenza del fornello. Prevedere il tempo è come predire dove e quando la prossima bolla salirà in una pentola bollente.”
D’altronde, è chiaro che se cambio la potenza del fornello, cambia anche come e dove si formerà la bolla nella pentola. Allo stesso modo, il clima che cambia influenza anche, indirettamente, i fenomeni meteo.
Cosa sta succedendo alla corrente a getto?
I segnali sono tanti, ne avevamo già parlato, e la situazione delle anomalie presenti in questi giorni a latitudini nordiche sembrano confermarlo. La corrente a getto sta rallentando a causa, probabilmente, dell’amplificazione artica. Di conseguenza, diventa più ondulata e gli anticicloni, per così dire, più pigri.
Per lunghi mesi abbiamo avuto il dominio di anticicloni di blocco, con lunghe siccità e per l’inverno molte località alpine hanno potuto garantire la sciabilità solo grazie alla neve artificiale. Ora la situazione pare opposta, e per capire come si è innescata questa rara irruzione fredda tardiva dobbiamo guardare molto a nord.
In Groenlandia: forte anomalia termica da settimane
In Groenlandia, è presente da settimane una forte anomalia termica, con temperature anche di 15, 20°C superiori alla media. L’estensione dei ghiacci artici marini, secondo la NOAA è ai minimi storici per il mese di aprile, con una anomalia negativa nell’estensione di quasi un milione di chilometri quadrati.
La minor differenza termica polo nord – equatore causa il rallentamento del jet stream, mentre il caldo anomalo a nord favorisce la divisione in due lobi del vortice polare. Il pianeta comunque più caldo del passato, ma con notevoli anomalie geografiche fra zone molto più calde della media e zone più fredde. Ciò ha pesanti ripercussioni sulla circolazione generale dell'atmosfera, in più i fronti freddi, quando arrivano nel Mediterraneo, devono fare i conti con mari già caldi del solito, che forniscono maggiore energia ai fenomeni meteo.
Dal climate change alla climate crisis
Si usano tanti termini per definire i grandi mutamenti in corso d’oggi. Effetto serra è il fenomeno di base, presente in natura ma alterato dall’uomo. Riscaldamento globale, è la conseguenza diretta dell’aumento dell’effetto serra dovuto alle attività umane. I cambiamenti climatici sono le conseguenze su tutti gli altri parametri meteo climatici e i conseguenti impatti su uomo, ambiente, biodiversità, ciclo dell’acqua, agricoltura, salute ecc.
Ora, l’attivista Greta Thunberg e i movimenti ambientalisti suggeriscono di usare il termine crisi climatica, così da rendere più chiara l’urgenza di agire.