Temporali violenti in estate, quando si originano?
Ecco quali sono le figure e configurazioni bariche più pericolose nel periodo estivo che possono generare fenomeni meteorologici estremi.
L’estate è conosciuta come la bella stagione per antonomasia. Eppure, in determinate situazioni, diventa la stagione adatta per lo sviluppo di fenomeni meteorologi particolarmente violenti. L’aria calda e carica di umidità che si accumula nei bassi strati, al transito della prima modesta perturbazione atlantica, può fornire l'energia sufficiente per lo sviluppo di fenomeni temporaleschi anche estremi.
Quali sono i soggetti sinottici pericolosi per il periodo estivo?
Di sicuro sono i vortici d’alta quota come i “cut-off”, meglio conosciuti dagli appassionati meteo con il termine di “gocce fredde”. Si tratta di configurazioni bariche a scala sinottica caratterizzate da una circolazione depressionaria strutturate in quota (fra media e alta troposfera).
In genere una “goccia fredda” si origina in seguito alla propagazione, verso le medie latitudini, di una estesa saccatura (ondulazione ciclonica). Spesso l’affondo di un asse di saccatura verso sud favorisce l’isolamento di una circolazione depressionaria, lungo la parte più meridionale dell’ondulazione ciclonica, che assume una piena autonomia, isolandosi dal flusso perturbato principale che scorre lungo le medie e alte latitudini.
Come si forma una “goccia fredda”?
Per vedere la formazione di una “goccia fredda” occorre l’affondo di una saccatura che da nord propaga i propri elementi verso sud. Nella maggior parte dei casi le saccature che interessano le medie latitudini derivano dal vortice polare o da profondi cicloni extratropicali che si collocano sopra i 50° di latitudine nord.
Durante l’affondo della saccatura si può verificare una notevole intensificazione della “getto polare” che scorre a gran velocità lungo i bordi settentrionali dei promontori anticiclonici dinamici che seguono o precedono l’ondulazione ciclonica. A seguito del rinforzo del ramo principale della “getto polare” la saccatura verrà tagliata o divisa in due parti distinte dall’azione dei venti zonali in alta quota.
Tale processo di solito comporta la rapida chiusura dell’ondulazione ciclonica con il conseguente isolamento di una nuova e giovane area depressionaria che si stacca dal bordo più meridionale della saccatura, andando alla deriva rispetto al flusso perturbata. In questi casi il nuovo vortice ciclonico che si origina si rende autonomo completamente autonomo dalla depressione d’origine e non potrà più usufruire dell‘alimentazione delle fredde masse d‘aria che discendono dalle alte latitudini sub-polari.
Isolamento di una “goccia fredda”
La formazione della nuova circolazione depressionaria, lungo il settore meridionale dell’asse di saccatura, è prodotto dalla formazione di un minimo di geopotenziale in quota che si chiude e si isola autonomamente, senza essere accompagnato, almeno nella prima parte, da una variazione delle isoterme. In seguito il minimo di geopotenziale è seguito, nella maggior parte dei casi, dalla formazione di un minimo termico che si isola dalle preesistenti isoterme.
L’isolamento di questo tipo di “CUT-OFF” è responsabile delle principali fasi di maltempo che investono il Mediterraneo e l’Italia tra la tarda primavera, la stagione estiva e l’inizio dell’autunno, venendo caratterizzate da forti eventi precipitativi e temporali, anche di moderata o forte intensità, in grado di causare allagamenti, smottamenti e persino eventi alluvionali.
Ondate di maltempo estive e difficoltà previsionali
Di solito le fasi temporalesche vengono enfatizzate dai notevolissimi divari termici che si vengono a determinare fra l’aria fredda in quota e le masse d’aria molto più calde ed umide che preesistono nei bassi strati, sia sopra la terra ferma che sulla superficie marina.
Purtroppo, quando di mezzo c’è sempre una “goccia fredda” spesso le previsioni meteorologiche possono risultare particolarmente difficile, tanto che il previsore, malgrado l’esperienza, può essere tratto in inganno. Difatti il movimento di questi vortici in quota è molto difficile da prevedere in quanto può isolarsi anche all‘interno di un robusto campo anticiclonico, con valori barici al suolo di oltre i 1020-1022 hPa.
Oppure rimanere isolato tra due distinti anticicloni che possono rendere il vortice depressionario in quota quasi stazionario o persino “retrogrado” (in movimento contrario alle correnti occidentali tipiche delle nostre latitudini).
Queste sono le situazioni più pericolose per il rischio di eventi alluvionali, soprattutto nel periodo estivo e autunnale, dato che la circolazione depressionaria a carattere freddo in quota, stazionando per più giorni sopra il mare molto caldo darà luogo a forti episodi d’instabilità atmosferica, con lo sviluppo di intensi “sistemi temporaleschi a mesoscala” che se resi stazionari dall’orografia possono produrre anche delle alluvioni lampo sull’area interessata.