Medicane: colpa del global warming?
Per la seconda volta in meno di un mese assistiamo alla formazione di un ciclone con caratteristiche tropicali. Cosa sta succedendo al Mar Mediterraneo?
Medicane: fino a poche settimane fa era un termine relegato alla bibliografia scientifica, ora tutti ne parlano. Il dubbio, lecito, è se e come in questi fenomeni vi è il contributo dei cambiamenti climatici. La risposta non è facile, cerchiamo brevemente di capire cosa sta succedendo e quale ruolo può avere in questi fenomeni il processo di riscaldamento del pianeta meglio noto come global warming.
Fenomeni nuovi?
No, i Medicane, o Mediterranean Hurricane, non sono fenomeni nuovi, ma senz’altro sono (o erano?) poco frequenti. Manca una statistica dettagliata come per gli uragani tropicali, fra i dati disponibili vi è il database ESSL, European Severe Storm Laboratory. Nel periodo 1982-2006 vi sarebbero state 16 depressioni sub-tropicali, 27 tempeste sub-tropicali e solo 4 Medicane (MEDIterranean hurriCANE).
Da dire che non sempre è facile stabilire se effettivamente un sistema subtropicale raggiunge la soglia di uragano, ovvero vento sostenuto maggiore di 119 km/h, perché sul mare mancano misure e perché non vengono effettuati, come per gli uragani, voli di aerei scientifici attrezzati (hurricanes hunter) per raccogliere dati dettagliati. I modelli forniscono stime, ma le osservazioni reali sono comunque più precise ed essenziali a tale scopo.
Cambiamenti climatici, uragani e Medicane
La domanda vera da porsi è “possono i cambiamenti climatici aumentare la frequenza o intensità dei cicloni tropicali?”. L’argomento è oggetto di ampio dibattito scientifico e la risposta non chiara. Secondo l’IPCC, è probabile in futuro un aumento dell’intensità del vento e delle precipitazioni nei cicloni tropicali, ma potrebbe diminuire il loro numero. In pratica, ci potrebbero essere paradossalmente meno uragani, ma più potenti. Questo perché i cambiamenti climatici da un lato potrebbero far aumentare i venti e in particolare la rotazione del vento con la quota, fattore che ostacola la formazione dei cicloni tropicali. Dall’altro, l’aumento della temperatura del mare fa si che se un uragano o tifone (che sono lo stesso fenomeno) si forma, possano diventare più intensi.
Calandosi invece nel Mar Mediterraneo, i dubbi sono ancora maggiori. La letteratura scientifica disponibile non sembra indicare una variazione statisticamente significativa in futuro dei Medicanes, tuttavia un mare più caldo può senz’altro fornire maggiore energia anche a questi fenomeni.
Eventi estremi, la nuova normalità?
In un pianeta più caldo qualsiasi fenomeno che si presenta è diverso dal passato. L’atmosfera è più calda, veniamo da un’estate calda e il mare è più caldo del normale di 2-3°C, e questo non può non influire sulla circolazione generale atmosferica e sui sistemi perturbati che si formano sul Mediterraneo. Non possiamo aspettare che le statistiche dimostrino o meno l’influenza dei cambiamenti climatici sui Medicane o su altri fenomeni. Gli eventi estremi sono ormai una nuova normalità e oltre a ridurre drasticamente i gas serra è necessario attuare strategie di adattamento e aumentare la “resilienza” ai cambiamenti climatici per poter convivere coi fenomeni del nuovo clima.