Le antiche faggete italiane, patrimonio dell’UNESCO: ecco dove sono
Gli antichi boschi di faggio che si estendono sull'Appennino sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Ecco dove si trovano le grandi faggete italiane.
Con l’arrivo della primavera, stagione che ha preso ufficialmente il via il giorno dell’equinozio, lo scorso 20 marzo, tornano lentamente a risvegliarsi anche i boschi. Fra pochi giorni inizieranno anche le festività pasquali, e qualcuno potrebbe pensare di lasciare alle spalle città e zone urbane per una escursione in montagna. Ed è proprio sulle montagne italiane che si trova uno dei siti dichiarati nel luglio del 2017 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: le foreste primordiali di faggio. Le faggete italiane sono state inserite, insieme a quelle di molti altri paesi d’Europa, fra i siti patrimonio dell’umanità per l’enorme biodiversità animale e vegetale.
Le faggete si sono diffuse in tutta Europa, dalla Scandinavia alla Sicilia, al termine dell’ultima Era Glaciale, anche se da millenni gli umani ne hanno ridotto l'estensione per fare spazio ai pascoli per il bestiame.
Valorizzate le foreste primordiali in molti paesi d'Europa
Fra il 2007 ed il 2011 erano diventati patrimonio dell’Unesco i boschi di Slovacchia, Ucraina e Germania. Poi, nel luglio 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha inserito anche le faggete di Italia, Spagna, Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Romania e Slovenia
Le faggete italiane sono diventate il sito numero 52 nella lista dei patrimoni UNESCO italiani. La tutela UNESCO porterà ad una protezione ancora maggiore di questi boschi, in certi casi già protetti da parchi nazionali o regionali.
Le faggete italiane patrimonio dell'umanità
L’UNESCO ha deciso di tutelare l’unicità e l’universalità delle faggete, ed è stato “severo” nella scelta dei siti. Ciò non significa che le faggete non inserite, e presenti lungo tutto l’Appennino, da nord a sud, non abbiano ugualmente un valore inestimabile. Trovano posto in questo riconoscimento mondiale le faggete del parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, dove si trovano alberi centenari, fino a 560 anni di età, i più antichi dell’emisfero settentrionale.
Altre foreste valorizzate sono quelle della Tuscia laziale, sul Monte Cimino e nella zona di Bracciano-Martignano, peculiari per la loro posizione a bassa quota (intorno ai 400 metri sul livello del mare, mentre solitamente crescono sopra i 1000 metri) e su suoli vulcanici.
Poi trovano posto le foreste del parco nazionale del Gargano (Foresta Umbra e bosco del Falascone) e del parco nazionale del Pollino, queste ultime le più meridionali della rete. Infine, ci sono le faggete di Sasso Fratino, nel parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Sebbene sia ancora presto per vedere i germogli nei boschi di montagna, dove faranno la loro comparsa a primavera inoltrata, le faggete sono uno spettacolo in ogni stagione. In autunno tingono di un colore arancione migliaia di chilometri quadrati di montagna, coprendo tutto con un tappeto di foglie secche. In estate stupiscono con il loro verde intenso e la chioma, che rende unici tantissimi luoghi dell’Appennino