Come si misura la quantità di neve?
La misurazione della quantità di neve che cade al suolo non è facile, ed è soggetta a diversi possibili errori. Ecco come avviene la misurazione ed i parametri che vanno tenuti in considerazione.
La misurazione della quantità di neve che cade al suolo non è facile. Se già la misurazione della pioggia presenta diversi problemi, figuriamoci la misurazione della neve, che è soggetta a cambiamento di densità, influenze ambientali (come il vento) e scioglimento.
Proprio per via delle caratteristiche particolari della neve, si distinguono vari tipi di misurazione. Un conto è, ad esempio, l’altezza della neve fresca, che si misura con le aste nivometriche. Altra cosa è l’equivalente in pioggia, che si misura con pluviometri riscaldati, nei quali la neve si scioglie grazie ad un’apposita resistenza.
L’altezza della neve fresca appena caduta al suolo, non è altro che lo spessore della copertura nevosa misurato in centimetri. Le misurazioni, con asta nivometrica, vanno fatte alla fine di ogni episodio nevoso e solitamente vengono indicati gli accumuli per ogni 24 ore. La superficie su cui si esegue la misura dev'essere orizzontale e la neve non dev'essere sottoposta a nessuna influenza dell’ambiente, a parte il suo peso (che ne provoca la compressione). Si misura dunque in centimetri, e qui sta la prima differenza con la misurazione della pioggia, che avviene usando come unità i millimetri.
Un problema di densità e vento
Il problema è che la neve non è tutta uguale. La neve ha caratteristiche diverse a seconda delle condizioni atmosferiche al momento della nevicata. Il parametro che cambia maggiormente è la densità, che influisce a sua volta sul rapporto fra altezza misurata al suolo ed equivalenza in acqua.
Altro problema è che la neve può arrivare al suolo senza sciogliersi o sciogliersi parzialmente appena arrivata al suolo, falsando la misura. Inoltre il vento esercita una forte influenza ambientale sulla misurazione della neve, molto più di quanto accade con la misurazione della pioggia. Il vento può accumulare neve in determinate aree e non in altre, portando ad errori molto significativi. Ecco perché nella misurazione dell’altezza della neve fresca bisogna stare attenti a tutti questi fattori.
Millimetri di pioggia e centimetri di neve, un'equivalenza approssimata
Per avere un dato di misura della quantità di neve arrivata al suolo più accurato, si prende in considerazione anche l’equivalente in pioggia della neve caduta. In generale, con molta approssimazione, si considera che 1 cm di neve caduta equivalga a 1 mm di precipitazione acquosa. Facendo sciogliere la neve in un pluviometro, in generale 1 centimetro di precipitazione nevosa dovrebbe corrispondere ad 1 millimetro di precipitazione liquida. Si tratta come detto prima di una approssimazione, soprattutto per via della diversa densità dei fiocchi di neve.
Questo può comportare errori di calcolo anche molto grandi. Se però si vuole avere un’idea di massima dell’entità di una nevicata, ed equipararlo ad un fenomeno di precipitazione, questa equivalenza trasmette un’informazione approssimata ma ancora affidabile.
Per questa misurazione si usano pluviometri riscaldati, nei quali la neve viene sciolta da una resistenza elettrica. Quando la neve si è sciolta, si misura la quantità di acqua presente nel pluviometro come alla fine di un normale episodio di pioggia.
Anche in questo caso vale il discorso fatto prima: è fondamentale la posizione dello strumento con cui si misura. Anche i pluviometri infatti sono soggetti ad errori, per le influenze ambientali (vento, presenza di ostacoli nelle vicinanze). Infine va ricordato che per una maggior significatività dei risultati, sempre meglio incrociarli con quelli provenienti da altre stazioni pluviometriche vicine.