Dengue, Italia a rischio: maxi focolaio a Fano. Quali condizioni meteo favoriscono la diffusione della zanzara tigre?
Si estendono i focolai di dengue autoctona in Italia. Oltre 100 casi a Fano, piccoli focolai anche nel modenese e in Abruzzo. Un approfondimento sul ruolo della zanzara tigre. Quali condizioni meteoclimatici clima favoriscono la diffusione del virus?
Aumentano i casi di dengue autoctona in Italia. Il noto virologo Roberto Burioni in un post facebook ha dichiarato “Situazione fuori controllo (le infezioni sono come minimo il doppio). Speriamo nell’arrivo del freddo. PS: il vaccino non è utile in questo caso. Bisogna eliminare le zanzare tigre che trasmettono la malattia.”.
Il vaccino in realtà esiste, ne avevamo già parlato, ma è consigliato solo a chi fa lunghi viaggi ai tropici. Importante invece conoscere come si trasmette e come si diffonde la zanzara tigre, ma partiamo dalla situazione epidemiologica.
La situazione dei focolai
Secondo l’ultimo bollettino dellEpicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, al 24 settembre erano 500 i casi noti confermati nel 2024. Di questi, 436 sono associati a viaggi all’estero e 64 casi autoctoni. L’età mediana dei casi segnalati è di 41 anni e il 48% è di sesso maschile. Non è stato registrato nessun decesso.
Nel frattempo però, in pochi giorni, la situazione è ulteriormente peggiorata. A Fano si contano già oltre cento persone infettate da questo virus trasmesso da zanzare tipiche dei tropici, ma appunto probabilmente fra asintomatici e forme leggere sono molti di più. Quattro finora i casi riscontrati anche nel modenese, a Cavezzo e poi anche a Mirandola. Contagi da dengue segnalati inoltre in Abruzzo, ad Ortona.
Il vettore in italia: la zanzara tigre
Il principale vettore nei paesi tropicale è la zanzare Aedes aegypti, non presente in Italia e che non sopporta il freddo invernale e quindi almeno per ora non si è insediata. Preoccupano invece gli scenari futuri di cambiamenti climatici.
E’ invece presente da diversi anni la zanzara tigre (Aedes albopictus), di origine asiatica ma ormai diffusa in Italia e molti paesi europei.
E’ attiva di giorno, le sue punture sono molto fastidisiose e può trasmettere oltre al dengue anche la chikungunya. entrambe causano febbre alta, dolori ossei, la dengue anche eruzioni cutanee e possono indurre gravi complicazioni. Non trasmette invece la febbre del Nilo Occidentale, west nile, altra malattia che preoccupa ultimamente ma che è trasmessa solo dalla classica zanzara culex.
Come la zanzara tigre trasmette la Dengue
Tutto parte da una apparentemente banale puntura di zanzara tigre. L’insetto diventa vettore del virus dopo aver pizzicato una persona infetta, magari asintomatica. Il virus impiega alcuni giorni a svilupparsi all’interno della zanzara, fino a raggiungere le ghiandole salivari. Alla successiva puntura ad una persona, questa può cosi infettarsi e così via trasmettere ulteriormente il virus se punta da altre zanzare.
Importante notare che il raggio di azione di una zanzara tigre in genere è limitato a poche centinaia di metri, ma può continuare a infettare anche per qualche settimana. E così via, si può così sviluppare tramite altre zanzare tigre e altre punture un focolaio.
A questo si aggiunge il movimento delle persone, che nei giorni di incubazione magari si spostano in altre zone, favorendo l’insorgere di altri focolai.
Habitat e condizioni meteoclimatiche favorevoli
La zanzara tigre prospera nell'acqua stagnante, le larve si sviluppano anche in piccoli accumuli di acqua, come sottovasi, grondaie e caditoie, pozzanghere, recipienti abbandonati, intersizi di rottami, pneumatici e simili nonché, pensando alla meteorologia, nei pluviometri raccoglitori.
Meno ideali le condizioni dei mesi centrali estivi molto caldi e più asciutti, soprattutto quando la temperatura sale oltre i 35°C, ma rimane comunque presente e insidiosa.
Quando si ridurrà la sua presenza e la sua attività?
Al momento appunto siamo in un periodo purtroppo ideale al prosperare della zanzara tigre, non sono previste importanti ondate di freddo precoce, peraltro nelle case resta caldo e può trovarci rifugio.
Solo temperature al di sotto dei 10°C inibiscono l'attività della zanzara tigre, che entra in uno stato di “diapausa”. Nei mesi invernali però le uova possono sopravvivere, specie in tombini e zone riparate dal freddo, e schiudersi ai primi tepori. Anche lunghe siccità limitano la sua diffusione, altrettanto il vento forte.
La prevenzione: anzitutto eliminare i ristagni
La prima forma di prevenzione è senz’altro eliminare dove possibile il ristagno di acqua. Togliere i sottovasi, cambiare spesso l’acqua alla ciotola di animali domestici, eliminare teloni, rottami e simili. Dove non è possibile, come in caditoie e tombini, si possono inserire prodotti larvicidi, piccole pastiglie che non impattano su altri insetti utili o su animali e sull’ambiente.
Solo in casi di presenza consolidata di focolai sono opportuni i trattamenti adulticidi, che però hanno pesanti conseguenze su insetti utili, animali domestici e anche sull’uomo, tanto da dover sospendere se adottati la raccolta di prodotti di orti e alberi da frutta. Infine altri metodi ormai noti, zanzarie in casa, torce e spirali insetticide, repellenti.