Vertici sul clima sotto accusa, è tempo di riformare le COP: la proposta di alti funzionari ONU e scienziati

Tra sedi costose, lobbisti e scarsi risultati, le ultime COP hanno scatenato polemiche e malcontento. La scienza insieme ad alti esponenti ONU delle scorse COP lancia l’appello: serve una svolta immediata, i vertici sul clima devono evolvere da negoziati a soluzioni concrete per la transizione energetica.

Una timida protesta attraverso un flash mob autorizzato, strettamente regolamentato e vigilato, all'interno di COP29 a Bakù. Foto cortesia Mita Lapi, observer Fondazione Lombardia per l'Ambiente

Si alzano sempre più voci critiche al meccanismo delle COP, le Conferenze delle Parti sui cambiamenti climatici note anche come “Vertice ONU sul clima”. Le ultime tre edizioni, incluso quella in corso, si sono tenute in paesi produttori di petrolio e gas nonché accusati di violare i diritti umani.

Le sedi inoltre hanno richiesto viaggi e soggiorni costosi, con vistose speculazioni. Alla COP27 di Sharm el Sheick per esempio nelle piattaforme di prenotazione camere i costi andavano dai 300-500$ a notte fino a cifre assurde di 15000$ per una settimana.

Spesso timide e poco accettate dai delegati stessi, ora le voci critiche si alzano forti da parte anche da alcuni esponenti storici del negoziato.

L’assenza delle grandi manifestazioni popolari

L’ultima è stata a Glasgow, il sabato intermedio di COP26 nonostante il maltempo e ancora il permanere della pandemia COVID 19 oltre 100000 persone sono scese in piazza a chiedere giustizia climatica e con altri slogan. Greta Thunber è assente ormai da COP 25, quando sfilò a Madrid in una ancor più grande manifestazione.

Negli ultimi anni, le manifestazioni pubbliche sono state proibite del tutto, ma si sono comunque tenute dimostrazioni entro l’area blu della COP, sotto l’egida dell’ONU così da evitare repressioni se non peggio. Quest’anno poi la manifestazione è stata irrilevante.

La voce popolare non è solo folklore e protesta, ma un importante fattore di pressione sui delegati.

L’indignazione per le frasi del presidente Azero

Quest’anno a COP 29 per la prima volta il paese organizzatore, che di solito deve cercare la mediazione diplomatica e cerca di essere equilibrato nelle frasi pubbliche, ha invece fatto un discorso divisivo e controverso.

All'apertura della COP29, il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev, ha dichiarato che il petrolio "È un dono di Dio". Ha inoltre difeso le esportazioni di gas e i suoi piani di espandere la produzione, aggiungendo che che "E i paesi non dovrebbero essere biasimati per averle, né per averle immesse sul mercato, perché il mercato ne ha bisogno, le persone ne hanno bisogno".

Questo nonostante le decisioni di COP 28 di allontanamento graduale dai combustibili fossili, ormai riconosciuti formalmente come causa principale del riscaldamento globale, poiché nella combustione producono gas serra.

A completare il quadro, ha pure attaccato la Francia per aver commesso crimini colonialisti e violazioni dei diritti umani”.

La lettera: fra i firmatari Christiana Figueres

In una lettera all'ONU , alti funzionari e famosi scienziati affermano anzitutto che i paesi che non sostengono l'eliminazione graduale dell'energia fossile non dovrebbero ospitare i negoziati sul clima. Chiedono inoltro una riforma radicale dello svolgimento e anche scopi delle COP.

alti funzionari e famosi scienziati affermano anzitutto che i paesi che non sostengono l'eliminazione graduale dell'energia fossile non dovrebbero ospitare i negoziati sul clima

Fra i firmatari, Christiana Figueres, ex Segretaria esecutivo dell’UNFCCC e artefice del negoziato a COP21 che ha portato all’accordo di Parigi, il Prof. Johan Rockström , Direttore del Potsdam Institute for Climate Action Research, l’ex Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, Mary Robinson , ex Presidente dell'Irlanda, Connie Hedegaard , ex Commissario UE per l'azione per il clima, Bertrand Piccard , Presidente si Solar Impulse Foundation e autore del primo volo solare di circumnavigazione della Terra.

Il contenuto della lettera

Nella lettera, oltre a chiedere che la sede delle COP sia in paesi che sostengono e praticano con coerenza la transizione energetica a fonti rinnovabili, i firmatari sottolineano che riconoscono le importanti pietre miliari diplomatiche degli ultimi 28 anni di negoziati sul clima e i il ruolo dell’UNFCCC.

Evidenziano però che malgrado questo, un anno dopo Cop28 che ha decretato l’allontanamento dai combustibili fossili le emissioni sono aumentate, e di questo passo si potrebbe superare i 2,9°C di riscaldamento entro il 2100. Ricordano che la scienza ci dice che le emissioni globali di gas serra devono essere ridotte del 7,5% all'anno per avere qualche possibilità di rimanere entro la soglia di 1,5°C. Nel 2024, il compito è inequivocabile: le emissioni globali di gas serra devono essere ridotte di 4 miliardi di tonnellate.

Nella sua forma attuale, la COP non è in grado di realizzare il cambiamento necessario con la velocità e l’ampiezza esponenziali richieste per assicurare un futuro climatico sicuro per l’umanità.

Per questo motivo, chiedono una revisione del processo COP. È indispensabile passare dalla fase di negoziazione a quella di attuazione, affinché la COP possa onorare gli impegni presi e accelerare con urgenza la transizione energetica e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili.

Propongono quindi una riforma della COP in 10 punti chiave, tra cui selezione rigorosa delle presidenze, azione concreta e veloce, maggiore responsabilità, monitoraggio dei finanziamenti e integrazione della scienza autorevole, per affrontare le sfide climatiche con l’urgenza necessaria.

Riferimento notizia:

Open Letter on COP reform to All States that are Parties to the Convention Mr. Simon Stiell, Executive Secretary of the UNFCCC Secretariat and UN Secretary-General António Guterres. November 15, 2024 https://www.clubofrome.org/cop-reform-2024/