Cresce la preoccupazione nell'area del 'supervulcano' più grande d'Europa: terremoti in aumento, cosa dicono i geologi?
Terremoti in aumento e scosse sempre più forti, suolo che si deforma, preoccupazione crescente nella popolazione. Cosa sta succedendo alle porte di Napoli, dove si trova la grande caldera vulcanica dei Campi Flegrei? Un ripasso sulle caratteristiche di questo vulcano ed il punto su quello che dicono gli esperti.
La sera del 20 maggio scorso, un terremoto di magnitudo 4.4 si è verificato alle porte di Napoli, nell'area dei Campi Flegrei, causando lievi danni ad alcuni edifici e molta paura tra gli abitanti. È stato il terremoto più energetico tra quelli registrati in quest'area negli ultimi 40 anni, ed ha portato all'evacuazione di alcuni palazzi e di una casa circondariale.
Il sisma, pur non avendo una magnitudo molto elevata, è stato molto superficiale (ipocentro a soli 2,6 di km di profondità), ed epicentro nel cuore di un'area densamente abitata, nel comune di Pozzuoli e per questo ha generato paura nella popolazione. Una nuova scossa ha riacceso la paura tra i residenti alle 8.20 di ieri, 22 maggio, con una magnitudo 3,6.
Il dato che crea più preoccupazioni è il fatto che questi eventi sismici siano solo gli ennesimi di una lunghissima serie di terremoti che stanno aumentando in frequenza negli ultimi mesi, in un'area conosciuta per essere il 'supervulcano' più grande d'Europa.
Qui, alle porte di Napoli, l'ampia caldera vulcanica dei Campi Flegrei è interessata dal 2005 da un fenomeno di sollevamento del suolo, noto come bradisismo. Il sollevamento va avanti da anni, ma negli ultimi tempi è accompagnato da scosse di terremoto sempre più frequenti ed energetiche.
Cosa sta succedendo, cosa dicono gli esperti al riguardo? Iniziamo facendo prima un inquadramento.
Cosa sono I Campi Flegrei e dove si trovano
I Campi Flegrei (parola che deriva dal greco e significa "campi ardenti" per la presenza di fumarole e fenomeni di vulcanismo secondario), sono una caldera vulcanica, cioè un'area depressa dovuta al collasso di una enorme camera magmatica sotterranea a seguito di gigantesche eruzioni avvenute nel passato. Si trovano nella parte nord-occidentale della città metropolitana di Napoli.
In quest'area ribassata, frutto delle enormi eruzioni avvenute nella preistoria e parzialmente sommersa dal mar Tirreno, sono cresciuti fin dall'antichità centri abitati dall'uomo ed oggi è un territorio densamente popolato, incluso nei comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e Napoli. È un'area ricchissima di storia, con importanti resti archeologici risalenti alla Magna Grecia e all'antica Roma.
I Campi Flegrei hanno un aspetto molto diverso dal Vesuvio, che è uno stratovulcano dalla classica forma conica.
Non hanno un edificio vulcanico unico, e questa forma particolare è dovuta al fatto che, 40.000 e 15.000 anni fa, avvennero qui enormi eruzioni che portarono allo svuotamento dell'enorme serbatoio magmatico sotterraneo, e al suo collasso. In quell'occasione si verificarono le eruzioni più grandi e devastanti del continente europeo.
Un 'supervulcano', l'unico in Europa: ma c'è da precisare una cosa
L'area vulcanica dei Campi Flegrei è stata a volte denominata 'supervulcano', che non è un termine vulcanologico ma che è stato più volte usato, specie negli Stati Uniti, per indicare un vulcano capace di enormi eruzioni, sia per potenza che per volume di materiale eruttato. Come indica l'INGV, in realtà il super-vulcano non esiste, può esistere una super-eruzione di un vulcano, ma ricordandoci sempre che questo prefisso viene utilizzato soprattutto in ambito giornalistico.
I Campi Flegrei sono stati effettivamente capaci di generare mega-eruzioni che hanno stravolto il clima di tutto il pianeta: le ultime due avvennero 40.000 anni e 15.000 anni fa. Sono state le maggiori attività eruttive mai avvenute nel Mediterraneo.
Per nostra fortuna però, queste mega-eruzioni sono relegate ad un passato remoto, e non c'è nessun segnale che faccia pensare a un loro ripetersi oggi. È per questo che non dobbiamo preoccuparci di eruzioni catastrofiche oggi.
Esiste però una possibilità di fenomeni vulcanici più piccoli, come quello avvenuto nel 1538, che avrebbero comunque pesanti conseguenze su un territorio così densamente abitato.
Sono quindi le eventuali manifestazioni vulcaniche secondarie a preoccupare, perché avverrebbero in un'area densamente popolata, ma non c'è nessun segnale di riattivazione del 'super-vulcano'.
Quando ci sono state le ultime eruzioni?
Negli ultimi millenni, anche se non ci sono state mega-eruzioni devastanti come quelle avvenute 15mila e 40mila anni fa, si sono verificate diverse eruzioni minori, l'ultima delle quali è avvenuta pochi secoli fa, nel 1538. Questa ultima eruzione, sebbene non catastrofica, ha portato alla formazione di un piccolo cono vulcanico noto come Monte Nuovo, oggi inglobato nell'area metropolitana.
Altre eruzioni del passato hanno generato piccoli crateri, e uno di questi ospita oggi il lago vulcanico Averno.
Dal 1538 non ci sono state più eruzioni, ma l'area dei Campi Flegrei è famosa per i numerosi fenomeni di vulcanismo secondario, come le fumarole. Una delle zone più spettacolari dei Campi Flegrei è La Solfatara, nota fin dagli antichi per le spettacolari emissioni di anidride solforosa.
Il fenomeno del bradisismo: cos'è?
Uno dei fenomeni di vulcanismo secondario che si generano da tempo nella zona dei Campi Flegrei è noto come bradisismo, cioè una lenta deformazione del suolo che nel giro di anni può portare a un sollevamento o ad uno sprofondamento del terreno di diversi metri.
Recentemente gravi crisi bradisismiche sono avvenute tra il 1970 ed il 1972 e nel periodo 1982-'84. In questi periodi il suolo, specialmente nel centro abitato di Pozzuoli, si è sollevato di circa 3.5 m in certi punti.
Questo fenomeno ha causato gravi danni agli edifici della zona, portando ad evacuazioni ed abbandoni. Un altro effetto di questo sollevamento e abbassamento del suolo sono terremoti e boati.
Dal 2005 il suolo si sta sollevando di nuovo
Dal 2005 è in corso un nuovo costante sollevamento del suolo, al momento ancora in atto. Questa nuova crisi bradisismica è tuttora in corso, ed ha causato un nuovo sollevamento del suolo che supera 1 metro e 20 cm. In questo momento, secondo l'INGV, la velocità di sollevamento dell'area è di 2 cm/mese (nel 1982-1984 raggiunse i 9 cm al mese).
Questo innalzamento del suolo, che viene misurato costantemente con strumenti e costantemente monitorato, ha portato negli ultimi anni ad un aumento della sismicità nell'area.
I terremoti degli ultimi mesi: cosa sta succedendo nel 2024?
Negli ultimi anni i Campi Flegrei sono comparsi spesso tra le notizie più importanti in Italia, per il succedersi di terremoti in un'area che, come abbiamo visto, è una grande caldera vulcanica densamente abitata.
Nel 2022 e nel 2023 ci sono stati alcuni eventi sismici di magnitudo superiore a 3.0 che hanno creato apprensione nella popolazione, anche perché molto superficiali e quindi avvertiti distintamente. Nel 2023 è stato registrato un aumento dei terremoti, e nei primi mesi del 2024 si è assistito ad un ulteriore aumento in frequenza, con eventi sismici anche di magnitudo superiore a 4.
Non sono terremoti forti (quelli che hanno creato danni e vittime in Italia sono di magnitudo superiore o uguale a 6.0, molto più potenti), ma sono eventi molto superficiali ed avvengono in piena area abitata, e questo fa sì che vengano avvertiti distintamente, generando forti preoccupazioni.
Ciò che genera preoccupazione è soprattutto la loro natura vulcanica, perché aumentano i dubbi su una possibile riattivazione del vulcanismo.
Cosa dicono gli esperti?
In Italia l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si occupa del monitoraggio della sismicità e del vulcanismo, ed ha disposizione strumenti all'avanguardia, monitorando 24 ore su 24 la situazione. Quest'area vulcanica è tra le più controllate al mondo, e qualsiasi minima variazione dei parametri monitorati verrebbe subito comunicata.
Allo stato attuale gli esperti dell'INGV non indicano che vi siano variazioni significative dei parametri. Dal 2012, quindi da undici anni, il vulcano è in uno stato di allerta vulcanica di colore giallo.
Secondo i geologi dell'INGV "non si registra allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento che attualmente è di 2 cm/mese. Sempre allo stato attuale, non si registrano variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente".
"Finché ci sarà questo sollevamento, che è legato alla dinamica del vulcano - ha spiegato il presidente dell'INGV, il geologo Carlo Doglioni intervistato dalla RAI - la sismicità continuerà". Stiamo parlando di una sismicità non di grande magnitudo, ha aggiunto Doglioni, ed è impossibile che si verifichino terremoti forti come quello dell'Irpinia del 1980 (magnitudo 6,9, che ebbe luogo sulle montagne dell'Appennino meridionale).
"Il problema dei Flegrei - conclude Doglioni - è che è un vulcano, e non sappiamo come e quando tornerà ad eruttare".
Lo studio del 2024: individuato il magma in profondità
Intanto, uno studio da poco pubblicato è riuscito a “vedere”, con un metodo assolutamente innovativo la struttura interna della caldera vulcanica dei Campi Flegrei, individuando tre principali zone di accumulo di materiale magmatico sotto l’area risorgente, corrispondenti alle sorgenti delle deformazioni bradisismiche.
Mentre i serbatoi centrali, localizzati a 2.5 e 3.5 km di profondità, rivelano un accumulo prevalente di fluidi in sovrapressione, il serbatoio più profondo, localizzato a 5 km, mostra valori di velocità coerenti con un accumulo di magma.