I 10 terremoti più disastrosi degli ultimi 50 anni in Italia: dal Friuli all'Irpinia, dagli Appennini all'Emilia
Sono stati numerosi i forti terremoti che hanno colpito l'Italia negli ultimi 50 anni, causando gravi devastazioni e molte vittime. Li rivediamo in questo articolo, ricordando l'importanza della prevenzione sismica.
Nel maggio del 2024 si ricordano in Italia le date di diversi terremoti catastrofici avvenuti negli ultimi 50 anni. In particolare si ricorda il sisma in Friuli del maggio 1976, che causò quasi mille vittime, e quello più recente del maggio 2012 in Emilia-Romagna. Sempre a maggio, esattamente 40 anni fa, ci fu anche il forte terremoto della Val Comino, che per fortuna non causò vittime ma lasciò gravi danni in numerosi paesi.
L’Italia del resto, lo ricordano periodicamente i geologi che studiano la Terra, è un paese sismico. A causa della sua posizione lungo il margine fra due placche tettoniche che collidono, quella Eurasiatica e quella Africana, periodicamente vede verificarsi sul suo territorio forti terremoti capaci di creare danni. Questo anche per via dell’elevata urbanizzazione e per l’alta vulnerabilità delle strutture.
La conoscenza dei terremoti avvenuti in passato è fondamentale perché ci permette di prepararci all'arrivo di nuovi eventi sismici, che sicuramente torneranno a verificarsi. Questa conoscenza va associata alla consultazione delle mappe della pericolosità sismica ufficiali. Vediamo allora in questo articolo quali sono stati i terremoti più forti e distruttivi in Italia negli ultimi 50 anni.
1976, i terremoti di maggio e settembre nel Friuli
Nel 1976 una serie di forti terremoti sconvolse il Friuli, nel nord-est del paese. L’evento più potente, di magnitudo 6.5, si verificò il 6 maggio 1976 alle 21 della sera, e venne seguito da numerose repliche nei giorni e nei mesi successivi. Il bilancio fu molto pesante, con 990 vittime e migliaia di sfollati.
Le aree più vicine all'epicentro furono i comuni di Gemona e Artegna. Dopo una relativa calma durante i mesi estivi, l’11 settembre e il 15 settembre, si verificarono altri forti terremoti, con magnitudo compresa fra 5.8 e 6.0.
23 novembre del 1980, il terremoto in Irpinia
Quello del 23 novembre 1980 è stato uno dei terremoti più forti e devastanti del XX secolo in Italia ed in tutta Europa. Il sisma, di magnitudo momento 6.9, causò enormi devastazioni in un’area situata fra Campania e Basilicata, nel sud Italia, tra le province di Avellino, Salerno e Potenza.
Una delle aree più colpite fu l’Irpinia, e per questo è conosciuto come il terremoto dell’Irpinia. Vi furono 2.914 morti. Il ritardo nei soccorsi e la conseguente indignazione dell'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, diedero un impulso alla nascita del moderno sistema di Protezione Civile di cui è dotata oggi l’Italia, molto capillare e considerato oggi uno dei migliori al mondo.
7 maggio 1984, San Donato Val di Comino
Fra il 7 e l’11 maggio 1984, un terremoto di magnitudo momento 5.9 colpì l’Appennino centrale. Proprio in questo mese di maggio si ricordano i 40 anni da quel sisma.
La zona più colpita fu la Marsica. Colpita anche la zona di Sora ed il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I comuni più colpiti furono quelli situati fra le province di L’Aquila e Isernia. Gravi danni nei piccoli borghi di montagna e tre vittime indirette causate dal sisma.
13 dicembre 1990, il terremoto di Carlentini in Sicilia
Il 13 dicembre del 1990, un terremoto di magnitudo momento 5.7 con epicentro nel Golfo di Augusta, in Sicilia, causò gravi danni nella provincia di Siracusa. Conosciuto come il terremoto di Carlentini, o di santa Lucia perché avvenne nella notte del 13 dicembre, causò 17 vittime.
Il terremoto avvenne in una delle aree con più elevata pericolosità sismica d’Italia, nota ai geologi per l’evento sismico del 1693, uno dei più forti e devastanti degli ultimi secoli in Italia ed Europa.
26 settembre 1997, il terremoto in Umbria e Marche
Una serie di forti terremoti colpì l’Appennino centrale fra il 26 settembre 1997 ed il marzo del 1998. Il più forte ebbe magnitudo momento 6.0. Il bilancio fu di 11 morti, centinaia di feriti ed almeno 80.000 case danneggiate.
Il terremoto colpì le aree dell’Appennino umbro-marchigiano, causando gravi danni anche al patrimonio artistico ed architettonico, con il crollo della volta della Basilica di San Francesco, ad Assisi, il crollo della lanterna del palazzo comunale di Foligno, ed il danneggiamento di molti antichi borghi medievali di montagna.
Il terremoto del 1997 arrivava dopo un lungo periodo di relativa quiete, e generò una ondata di mobilitazione e solidarietà molto grande verso le popolazioni colpite.
31 ottobre 2002, il terremoto del Molise
Un terremoto di magnitudo momento 5.7 colpì in questa data il Molise, in particolare la provincia di Campobasso. Le scosse causarono il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso. Nel crollo della scuola morirono 27 bambini ed una maestra, durante l’orario delle lezioni. Il bilancio generale del sisma fu di 30 morti.
6 aprile 2009, il terremoto de L’Aquila
Un terremoto di magnitudo momento 6.3 devastò il 6 aprile di 15 anni fa la città de L’Aquila, in Abruzzo, ed anche decine di Comuni limitrofi. Il sisma colse le persone in piena notte e le vittime furono 309. Almeno 80.000 gli sfollati. Crollarono anche strutture pubbliche come la Casa dello Studente e parti dell’Università e dell’Ospedale, e in questi crolli morirono molte persone.
Il terremoto venne avvertito molto distintamente in tutta l’Italia centrale, anche a Roma, dove vennero lesionate alcune strutture archeologiche. Ancora una volta emerse l'impreparazione degli edifici in Italia al continuo succedersi di terremoti forti, nonostante siano note da tempo le aree a maggior rischio.
20 maggio 2012, il terremoto in Emilia
A partire dal 20 maggio 2012 una serie di forti terremoti scuote la pianura padana emiliana, fra le province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo. Il 20 maggio il terremoto più forte con una magnitudo momento 6.1. Il 29 maggio una nuova forte scossa, con magnitudo momento 5.9, aggrava i danni e causa nuove vittime. Le vittime dei crolli furono 27.
24 agosto 2016, il terremoto colpisce l'Italia centrale
La notte fra il 23 ed il 24 agosto del 2016 un terremoto di magnitudo momento 6.0 sconvolse un'area dell'Italia centrale situata fra Lazio, Abruzzo e Marche, lungo l'Appennino. Il primo forte terremoto venne registrato alle 3.36 di notte con epicentro lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno).
Nei comuni di Amatrice e Arquata del Tronto, nella notte del 24 agosto, venne raggiunta una intensità pari al X grado della scala macrosismica europea EMS, che equivale a un livello di distruzione quasi totale.
Quella notte morirono 299 persone a causa dei crolli, avvenuti in piena notte mentre le persone dormivano. A soli 7 anni dal disastro de L'Aquila, l'Appennino italiano tornava ad essere sconvolto da nuovi potenti terremoti.
Gli altri eventi sismici del 2016-2017
Con il terremoto del 24 agosto 2016 iniziava una lunga sequenza sismica, denominata dall'INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) "sequenza sismica Amatrice-Visso-Norcia", con decine di migliaia di singoli eventi sismici: tra questi si segnalano anche diversi terremoti più forti, che misero nuovamente in ginocchio una vasta area montuosa dell'Italia centrale.
L’evento sismico più forte è stato quello del 30 ottobre 2016, giorno nel quale si è verificato il più forte terremoto avvenuto in Italia da quello dell'Irpinia del 23 novembre 1980. Il sisma, di magnitudo 6.5, sconvolse l'area di Norcia, in Umbria, causando la rovina quasi totale dell'antica Basilica di San Benedetto. Venne praticamente rasa al suolo la frazione di Castelluccio di Norcia, famosa per la sua posizione nel cuore dei Monti Sibillini.
Il 18 gennaio del 2017 si verifica l'ultimo grande terremoto di questa sequenza sismica (magnitudo 5.5 seguito da altre scosse minori ma al di sopra della magnitudo 5). Stavolta viene investita un'area più a sud, in Abruzzo, con danni contenuti nei comuni di Montereale, Campotosto, Capitignano, Cortino e Valle Castellana.