Terremoti a Santorini e in Italia, eruzione sull'Etna: cosa sta succedendo nella "cintura di fuoco" del Mediterraneo?

Settimana movimentata nel Mediterraneo: negli ultimi giorni ci sono stati ancora terremoti a Santorini, ma anche in Italia nell'arcipelago vulcanico delle Eolie, e presso le aree vulcaniche dei Campi Flegrei e del Vesuvio. Intanto, nuova eruzione in corso sull'Etna. Cosa sta succedendo?

stromboli
Il vulcano di Stromboli e l'isola omonima, nell'arcipelago delle Eolie, visti dall'aereo.

Sono giorni movimentati nel Mediterraneo, dal punto di vista geologico. Oltre all'impressionante sciame sismico in corso nell'area dell'isola greca di Santorini, che stiamo monitorando da giorni qui su Meteored, c'è da segnalare anche una serie di eventi avvenuti negli ultimi giorni in Italia. Mercoledì 5 febbraio un nuovo sciame sismico è stato registrato ai Campi Flegrei, vicino Napoli, l'ennesimo degli ultimi mesi, ancora una volta legato alla crisi bradisismica in atto.

Due giorni dopo, poco dopo le 16 di venerdì 7, un terremoto di magnitudo Richter 4.8 è stato localizzato nel Mar Tirreno meridionale in prossimità delle Isole Eolie (Messina), ad una profondità di 17 km. La scossa è stata seguita da altre di magnitudo inferiore, ed è stata avvertita in tutto l’arcipelago e sulla costa settentrionale della Sicilia.

Nella mattinata di domenica 9 febbraio invece, a tremare è stata la zona del Vesuvio, in provincia di Napoli con due scosse molto superficiali, la più forte di magnitudo 2.5 Richter.

Infine, va segnalata anche una debole ma spettacolare attività vulcanica sull'Etna, che è tornato in eruzione tra venerdì e sabato, con l'emissione di una colata lavica ad una quota stimata di 3000 metri sul livello del mare, tra la base del cratere Bocca Nuova e quella del cratere di Sud-Est.

Il flusso lavico si è aperto cammino tra la neve. Questa attività era stata preceduta il 6 febbraio da una modesta ed episodica attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est.

Terremoti a Santorini ed eruzione dell'Etna, cosa succede?

L'attività sismica e vulcanica nel mar Mediterraneo degli ultimi giorni non è una novità. In questo bacino su cui si affacciano decine di nazioni passa infatti il limite tra diverse placche tettoniche, in continuo movimento, e nel Mediterraneo centro-orientale sono presenti anche numerose strutture vulcaniche legate ai processi in corso nel Mediterraneo.

arco vulcanico grecia
L'arco vulcanico dell'Egeo meridionale, dominato da alta sismicità e numerose strutture vulcaniche.

L'attività delle ultime ore e degli ultimi giorni sta attirando l'attenzione dei media e della popolazione, ma bisogna innanzitutto sottolineare - come confermano gli esperti - che questi fenomeni non sono anomali, e non sono direttamente collegati tra loro.

Il Mediterraneo centro-orientale è caratterizzato da elevata sismicità e dalla presenza di numerose strutture vulcaniche, quindi è normale che si verifichino terremoti. L'Etna è inoltre un vulcano attivo con frequenti eruzioni. Gli esperti escludono collegamenti diretti tra la situazione a Santorini e quanto accaduto negli ultimi giorni in Italia.

Ogni situazione va quindi monitorata e analizzata in modo separato. Non ci sono collegamenti tra lo sciame sismico di Santorini ed i terremoti registrati nelle aree vulcaniche d'Italia negli ultimi giorni.

I terremoti sul Vesuvio

I piccoli terremoti registrati presso il Vesuvio, anche in questo caso non sono una novità per i geologi (se ne verificano numerosi nel corso dell'anno) e sono dovuti al lento abbassamento del cratere, e non sono legati al vulcanismo.

Secondo quanto spiegato a "Repubblica" da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, "sono eventi legati al fenomeno di subsidenza che interessa il vulcano, che si sta abbassando di circa 7 millimetri all’anno per gli effetti gravitativi successivi all’eruzione del 1944”. Non c'è nessun segnale preoccupante che arriva dal vulcano, uno dei più monitorati al mondo.

Campi Flegrei

Presso i Campi Flegrei i frequenti terremoti vanno avanti da anni, e sono da collegare al fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento del suolo. Lo sciame sismico del 5 febbraio è l'ennesimo degli ultimi mesi.

Quest'area vulcanica è monitorata attentamente da tempo, e gli esperti non hanno rilevato nessun cambiamento della situazione rispetto agli ultimi anni.

Vista però la pericolosità vulcanica nell'area, questa zona situata a ovest di Napoli è continuamente oggetto di nuovi studi, per capire cosa sta succedendo a livello geologico in profondità.

Il terremoto presso le Eolie

Per quanto riguarda il sisma registrato venerdì pomeriggio alle Eolie, secondo quanto informa l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV) la zona interessata appartiene a una più ampia fascia di deformazione ben nota per la sismicità precedente.

Si tratta di una fascia orientata in senso circa est-ovest che corre parallelamente alla costa settentrionale siciliana (30-50 km a nord di essa) - si legge in un articolo dell'INGV - che in passato ha avuto terremoti di magnitudo fino a circa 6, tra i quali spicca quello avvenuto al largo di Palermo nel settembre 2002.

Quest’area dell’Arcipelago Eoliano è stata colpita storicamente da diversi eventi sismici, molti dei quali di magnitudo pari o superiore a magnitudo 5, come quello del 28 maggio 1980 (Mw 5.7), del 5 marzo 1823 (Mw 5.8), del 27 gennaio 1939 (Mw 5.1).

L'eruzione sull'Etna

Dal pomeriggio dell'8 febbraio è in corso una piccola attività effusiva alla base meridionale del cratere Bocca Nuova dell'Etna, sopra quota 3000 metri sul livello del mare. La lava si è aperta strada tra la neve, regalando scenari affascinanti.

Questo vulcano siciliano è caratterizzato da elevata attività, e le sue eruzioni sono molto frequenti. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a fenomeni intensamente studiati dagli esperti ed in linea con la attività registrata nell'area.

Due giorni prima, intanto, anche sullo Stromboli si è verificato un piccolo trabocco lavico.

L'aggiornamento da Santorini

Nell'area di Santorini continua l'intensa attività sismica iniziata nella seconda metà di gennaio, con una sorprendente quantità di eventi di magnitudo superiore a 4. Da domenica pomeriggio si è nuovamente intensificato lo sciame sismico, ed è stata registrata nelle ultime ore una nuova scossa di magnitudo 5.0.
Nel corso delle ultime settimane sono quasi duemila i terremoti di magnitudo superiore a 2.0 rilevati.

Resta elevata la preoccupazione per la possibilità di un forte terremoto, in un'area segnata in passato da potenti eventi sismici ed anche da tsunami. L'attività sismica potrebbe essere legata alla risalita di fluidi, in un'area dominata dalla presenza di strutture vulcaniche sottomarine, ma c'è ancora incertezza sulle cause di questo ultimo sciame sismico.

Un Mediterraneo geologicamente movimentato

In conclusione, l'intensa attività sismica e vulcanica delle ultime ore nel Mediterraneo conferma quanto sappiamo da tempo, e cioè che ci troviamo in un'area ad elevata dinamicità, per la collisione tra placche tettoniche.

In particolare, sia nell'area del Mediterraneo centrale, in corrispondenza del Sud Italia, sia nell'area del Mediterraneo orientale, passa il limite tra la placca Africana e quella Eurasiatica, che si scontrano proprio qui generando terremoti e attività vulcanica. Sono aree molto monitorate e studiate in dettaglio, ma è importante tenersi sempre informati per conoscere i rischi geologici presenti.

Per approfondire

Il sito dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV) - https://www.ingv.it/