La tempesta tropicale Theta si avvicina all'Europa, rischio impatto?
La tempesta tropicale Theta si avvicina alle isole Canarie e all'Europa, con venti fino a 95 km/h e una pressione minima scesa a 993 hPa.
Questa settimana, con la formazione della 29° tempesta nell'Atlantico, battezzata Theta, l'attuale stagione degli uragani 2020 ha battuto il record assoluto di tempeste tropicale nominate, scalzando dal podio la storica stagione del 2005, che aveva fatto segnare 28 sistemi in totale.
In queste ore, mentre i meteorologi del National Hurricane Center (NHC) stanno emettendo delle allerte sulla tempesta tropicale Eta, situata vicino alle coste sud-orientali degli Stati Uniti, si continua a monitorare l'onda tropicale, Invest 98L, sul mar dei Caraibi che potrebbe trasformarsi nella tempesta tropicale Iota, la numero 30 di quest'anno, e potrebbe divenire un altro pericoloso uragano diretto verso le coste dell’America Centrale.
Sull’Atlantico orientale nasce la tempesta tropicale Theta
Attualmente gli occhi sono tutti puntati sulla spettacolare tempesta tropicale che nelle ultime ore si è formato sull’Atlantico orientale, nel tratto di oceano ad ovest delle Canaria. In origine Theta era una normalissima depressione extratropicale, caratterizzata da un sistema “baroclino”, in un contesto di moderato “wind shear” e con un ramo del “getto polare” che imprimeva una considerevole vorticità positiva.
Durante il suo spostamento su acque superficiali ancora miti (valori intorno i +23°C) Theta, nel giro di poche ore, si è rapidamente evoluta da sistema extratropicale a subtropicale, fino a divenire a tutti gli effetti una tempesta tropicale, assumendo una struttura sorprendentemente simmetrica, con un nucleo convettivo al centro, composto da imponenti annuvolamenti torreggianti, che si chiudeva a riccio attorno l’occhio centrale.
Come è nata Theta?
Spostandosi su un tratto di oceano relativamente più caldo, con valori superiori ai +22,5°C +23°C, Theta ha cominciato a intensificarsi, sprigionando una attività convettiva davvero molto intensa malgrado nell’area della tempesta affluiva in quota un flusso di aria piuttosto fredda per la latitudine, con valori non adatti a processi ciclogenetici tropicali. Difatti in questo caso, come avviene sovente con i “TLC” (tropical like cyclone) del Mediterraneo, è stato proprio questo afflusso di aria decisamente più fredda in quota ad innescare la profonda ciclogenesi sub-tropicale, poi evoluta in un autentico ciclone tropicale.
Questo flusso di aria molto fredda, soprattutto fra media e alta troposfera, ha determinato una significativa intensificazione dei moti convettivi (correnti ascensionali) interni alla circolazione depressionaria. L’intensificazione di queste correnti ascensionali, prodotta dall’inasprimento del “gradiente termico verticale” e del “gradiente igrometrico” (in alta quota l’aria è molto secca quando la tropopausa tende ad abbassarsi), durante la mattinata, ha contribuito a riempire il nucleo depressionario di aria piuttosto calda e molto umida, fino ai medi e bassi strati, iniziando a creare un cosiddetto “warm core”, con temperature di oltre i +1°C +2°C rispetto all’ambiente circostante.
La traiettoria seguita
Stando agli ultimi rivelamenti la tempesta tropicale si trova a meno di 700 km a sud delle Azzorre e circa 1000 km a nord-ovest delle Canarie. Attualmente il sistema presenta venti medi stimati sui 95 km/h e raffiche più intense. Il movimento attuale è verso est a circa 19 km/h. La pressione centrale minima è 993 hPa. I venti che hanno l’intensità di tempesta tropicale si estendono verso l'esterno fino per oltre 315 km.
Continuando a muoversi gradualmente verso est-sud/est la tempesta tropicale, nel corso del weekend, si avvicinerà al settore nord-occidentale delle Canarie, iniziando ad interessare solo marginalmente le isole più settentrionali e occidentali, con una intensificazione della ventilazione, e soprattutto del moto ondoso.
Theta rappresenta una minaccia diretta per l’Europa?
Dopo essersi avvicinata alle Canarie la tempesta tropicale, proseguendo la sua strada verso levante, finirà su un tratto di mare più freddo e su un’area caratterizzata da un moderato “wind shear” che contribuiranno ad indebolire l’intensa attività convettiva attorno il centro di Theta, favorendo un suo graduale indebolimento. Anche se i venti si indeboliranno, il loro raggio d’azione andrà ad aumentare, con un incremento del moto ondoso (swell) nel tratto di oceano a nord delle Canarie (onde alte anche più di 3 metri).
Con molta probabilità già domenica 15 novembre la tempesta perderà il suo status “tropicale”, con l’avvio di una “extratropical transition” che trasformerà la piccola depressione in un comunissimo sistema “baroclino” delle medie latitudini, pronto ad essere assorbito del tutto già ad inizio settimana dall’affondo di una saccatura artica sull’Atlantico portoghese. Proprio per questo i resti di Theta non raggiungeranno le coste di Spagna o Portogallo.