Sta per tornare l'epoca del legume che fa bene alla vista e alle ossa: cercalo in primavera nei mercati d'Italia
Un ortaggio che fa bene alla salute del suolo, ma anche alla vista, al cervello, al cuore e alle ossa di chi lo consuma. Scopri di più su questo alimento "povero" ma molto nutriente, da sempre presente nella dieta mediterranea.

Le fave sono tra i legumi più antichi coltivati dall’uomo e hanno rappresentato un alimento essenziale per le grandi civiltà del Mediterraneo. Nel corso dei secoli, il loro elevato valore nutrizionale e il basso costo di produzione le hanno rese un pilastro dell’alimentazione contadina.
Oggi, grazie alle loro caratteristiche e potenzialità, le fave si confermano una risorsa preziosa tanto per l’agricoltura tradizionale quanto per sistemi di coltivazione innovativi e sostenibili.
Un ortaggio primaverile che fertilizza l’orto
La fava (Vicia faba) appartiene alla famiglia delle Fabacee, la stessa di piselli e lenticchie. Si tratta di una pianta erbacea annuale con un fusto eretto e ramificato, che può raggiungere altezze variabili tra i 50 e i 150 cm.
Le foglie sono composte e ovali, mentre i fiori, solitamente bianchi con macchie nere o violacee, sbocciano prima della formazione dei baccelli.
La semina avviene generalmente tra l'autunno e la fine dell'inverno, mentre la raccolta si svolge tra la primavera e l'inizio dell'estate.

Uno degli aspetti più interessanti della coltivazione delle fave è la loro capacità, condivisa con tutte le leguminose, di arricchire il suolo di azoto grazie alla simbiosi con batteri azotofissatori presenti a livello delle radici della pianta.
La presenza di questa coltura nelle rotazioni agricole è quindi vantaggiosa, poiché migliora la fertilità del terreno e riduce la necessità di fertilizzanti chimici.
Esistono diverse varietà di fave, tra cui la fava comune, la fava minor (caratterizzata da semi più piccoli) e la fava gigante, spesso utilizzata per la trasformazione industriale.
Un ortaggio che si consuma sia crudo che cotto
Questo ortaggio, a differenza di altri legumi, viene spesso consumato fresco, soprattutto in primavera quando i baccelli sono teneri e dolci. Un classico della tradizione romana e toscana, infatti, sono le fave crude accompagnate da scaglie di pecorino e da pane casereccio.

Tra i primi piatti, le fave cotte sono ideali per preparare morbide vellutate o per condire le mezze maniche con pancetta croccante. Il Macco di fave è invece un piatto tipico siciliano, un purè rustico preparato con fave secche cotte a lungo e aromatizzate con finocchietto selvatico.
Un alleato di vista, cervello, cuore e ossa
Le fave sono particolarmente apprezzate per il loro elevato contenuto di proteine vegetali e fibre. Sono caratterizzate da un basso contenuto calorico e da una ricchezza di vitamine e minerali.
Le fave contengono beta-carotene e luteina, due sostanze che portano benefici alla vista: la prima garantisce in particolare un buon funzionamento della retina, mentre la seconda riduce il rischio di degenerazione maculare legata all’età e previene l’insorgenza della cataratta.

Grazie al loro contenuto di fibre e fitonutrienti, le fave aiutano a ridurre il colesterolo e a mantenere sotto controllo la pressione sanguigna.
Le fave, inoltre, sono una buona fonte di calcio, magnesio e vitamina K, tre elementi chiave per la salute ossea. Infine contengono L-DOPA, un precursore della dopamina, che può avere effetti benefici sulle funzioni cognitive e neurologiche.
Vietate per chi soffre di favismo
Nonostante i numerosi benefici nutrizionali, le fave non sono adatte a tutti: chi soffre di favismo deve evitarne completamente il consumo. Il favismo è una malattia genetica causata da un deficit dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), fondamentale per la protezione dei globuli rossi dallo stress ossidativo.
Attraverso il consumo di fave si introducono nell’organismo due composti ossidanti particolarmente potenti, la vicina e convicina. Queste sostanze, in assenza di una quantità sufficiente di G6PD, danneggiano le membrane dei globuli rossi, portandoli a una rottura prematura detta emolisi.

Fortunatamente, la dieta mediterranea offre un’ampia varietà di alimenti sicuri e nutrienti che possono compensare gli apporti nutritivi delle fave, per chi non può consumarle.
Un ortaggio tipico dei mercati contadini
Le fave sono una presenza immancabile nei mercati contadini, dove rappresentano un simbolo della tradizione agricola locale. In primavera i baccelli freschi fanno la loro comparsa sui banchi ortofrutticoli, attirando gli amanti della cucina genuina e stagionale.
La loro coltivazione, spesso tramandata di generazione in generazione, è ancora oggi praticata da molti piccoli produttori, che ne garantiscono qualità e freschezza.
I mercati contadini in Italia
L'Italia vanta una ricca tradizione di mercati contadini, veri e propri punti di riferimento per chi desidera acquistare prodotti freschi, di stagione e a chilometro zero direttamente dai produttori. Tra i più celebri troviamo, ad esempio, il mercato di Porta Palazzo a Torino, il mercato di Rialto a Venezia, il mercato centrale di San Lorenzo a Firenze e il mercato della Vucciria a Palermo.

Oltre a questi mercati storici, da nord a sud sono diffusi diversi mercati minori a filiera corta, promossi a livello locale da enti e istituzioni nazionali, dove è possibile acquistare varietà antiche coltivate da piccoli produttori e da aziende agricole famigliari del territorio.
La prossima volta che vuoi acquistare fave fresche, cerca un mercato contadino vicino a te e lasciati guidare dai sapori della tradizione.