È in costruzione il motore a fusione nucleare che in poche settimane ci porterà su Marte
L'azienda aerospaziale 'Pulsar Fusion' ha iniziato la costruzione di un super motore a fusione nucleare che raggiungerà gli 800mila km/h e consentirà viaggi spaziali molto più veloci. Si prevede di ridurre della metà il tempo di arrivo sul pianeta Marte!
'Pulsar Fusion' è l'azienda aerospaziale di origine britannica che ha già avviato la spettacolare costruzione di un motore a fusione nucleare, che sarebbe in grado di raggiungere velocità fino a 800mila km/h. Se questa impresa venisse realizzata, si aprirebbero migliaia di nuovi orizzonti, i viaggi attraverso il sistema solare potrebbero essere effettuati molto più velocemente e, nello specifico, Marte potrebbe essere raggiunto nella metà del tempo previsto.
Inoltre, l’obiettivo è farlo utilizzando solo una piccola frazione del carburante attualmente utilizzato dai propulsori tradizionali. Sarebbe adatto sia per missioni con equipaggio che per missioni con sonda, e ad un costo molto inferiore.
Fino ad ora, la NASA stimava che il tempo necessario al viaggio di una missione con equipaggio umano per raggiungere il suolo marziano oscillasse tra i 5 e i 10 mesi, con una media di circa 7 mesi; Ora, Pulsar Fusion promette di raggiungere velocità straordinarie per raggiungere il pianeta Marte in poche settimane, oppure di ridurre il viaggio da dieci anni a soli due per raggiungere Titano, luna di Saturno.
La Sonda Solar Parker, è finora la nave più veloce che l'uomo abbia mai inviato nello spazio, superando i 247.000 km/h, una velocità molto inferiore ai presunti 800.000 km/h promessi da questo motore a fusione nucleare.
'Pulsar Fusion' e la sua ambiziosa nuova generazione di motori spaziali
Pulsar è una società di servizi e sistemi di propulsione spaziale. Per trasformare in realtà l’idea di lasciare il nostro pianeta per vivere su altri mondi serve una fonte di propulsione ed energia che funzioni su larga scala: la fusione è l’opzione migliore, dicono da Pulsar.
Questa azienda britannica sta creando un ecosistema di sistemi e servizi di propulsione, per soddisfare l’attuale domanda del mercato e consentire l’implementazione dei sistemi di fusione nel prossimo futuro. La fusione offre una potenza mille volte maggiore rispetto ai propulsori ionici convenzionali attualmente utilizzati in orbita, e l’umanità ha un enorme bisogno di aumentare la velocità di propulsione nell’economia spaziale in forte espansione.
DFD: il super motore a fusione nucleare
Il Direct Fusion Drive (DFD), è un motore a fusione nucleare compatto che potrebbe fornire spinta ed energia elettrica ai veicoli spaziali. Questa tecnologia apre possibilità senza precedenti per esplorare il sistema solare in un tempo limitato e con un rapporto carico utile/massa propellente molto elevato.
Il motore è ideale per missioni lunghe, nelle quali una versione a spinta inferiore del motore, con un rapporto di massa del propellente vicino all'unità, fornisce efficienze che altri motori non possono raggiungere.
La sua fonte di accelerazione a lungo termine è caratterizzata da una fornitura di carburante autosufficiente. I modelli mostrano che questa tecnologia può potenzialmente spingere un veicolo spaziale con una massa di circa mille chilogrammi su Plutone in soli 4 anni.
Il motore DFD è un rivoluzionario concetto di propulsione a fusione a stato stazionario, basato su un reattore a fusione compatto. Fornirà energia dell’ordine di unità MW, fornendo sia una spinta dell’ordine di 10−101N con impulsi specifici tra 10mila e 15mila secondi, sia energia ausiliaria al sistema spaziale.
Il DFD fornisce energia e propulsione in un dispositivo integrato e fornirà inoltre fino a 2 MW di potenza ai carichi utili al suo arrivo. I progettisti ritengono che questa tecnologia possa espandere radicalmente le capacità scientifiche delle missioni planetarie.
Viaggio su Marte in appena alcune settimane
Questa società britannica, attualmente impegnata nella costruzione del suo prototipo iniziale di motore a razzo a fusione statica, ha già iniziato la produzione. Dopo aver completato una serie di rigorose valutazioni di questa tecnologia e diverse analisi aggiuntive, la fase 3 del processo è finalmente iniziata.
La produzione dell'unità di prova è ora in corso, iniziata con la costruzione della camera di fusione di otto metri a Bletchley, una città a nord di Londra.
Un aspetto molto importante da considerare nello sviluppo di questa tecnologia è il controllo del plasma nel reattore a confinamento magnetico. Per capire come si comporterà il plasma sotto confinamento elettromagnetico e mentre esce dal razzo, si utilizzeranno simulazioni di intelligenza artificiale (AI) da un supercomputer, in collaborazione con Princeton Satellite Systems.
Il CEO di Pulsar Fusion, Richard Dinan, conferma in diverse interviste che i test statici inizieranno nel 2024 e i primi test di accensione saranno l’anno successivo. Successivamente, dovranno eseguire un lancio di prova in orbita (IOD) di questa tecnologia pianificata e "bisognerà raggiungere la temperatura di fusione di almeno 100 milioni di gradi Celsius", ha affermato Dinan.
Una volta raggiunto questo obiettivo, il motore verrà testato in orbita, dove il vuoto dello spazio e le temperature saranno favorevoli a mantenere una reazione di fusione. Se tutto andrà come previsto e in un futuro non troppo lontano, l’umanità potrà compiere interessanti viaggi spaziali, in tempi più brevi di quanto si pensasse.