Sono passati due anni dalla potentissima eruzione nel Pacifico: generò uno 'tsunami atmosferico'
Il 15 gennaio del 2022 la violentissima eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, nel Pacifico, generava un'onda di pressione osservata in tutto il mondo.
Sono passati due anni dall'eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai di Tonga, un fenomeno naturale che rimarrà negli annali per aver prodotto la più grande esplosione atmosferica mai registrata dalla strumentazione moderna.
Era il 15 gennaio del 2022 quando in un luogo remoto situato nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, tra la Nuova Zelanda e le isole Fiji, avveniva la violenta eruzione. Lontano da città e centri abitati, la violentissima esplosione vulcanica, considerata la più forte del XXI secolo e una delle maggiori degli ultimi 130 anni, non è stata filmata da nessun telefonino (anche se abbiamo a disposizione foto satellitari impressionanti, come quella che apre quest'articolo), ma gli effetti si sono fatti sentire in tutto il mondo.
In primo luogo l'eruzione causò dei maremoti, con onde di tsunami che si abbatterono su Tonga, ma che destarono preoccupazione anche in Nuova Zelanda, Australia, Giappone, Russia, Nord America e Sud America.
Nelle ore a seguire però, le strumentazioni degli osservatori meteo di tutto il mondo registrarono anche un curioso fenomeno: i barometri di diverse stazioni meteorologiche sparse per il pianeta mostravano infatti, dopo il momento dell'eruzione, un rapido aumento e poi subito un calo della pressione atmosferica. L'onda d'urto dell'intensa eruzione vulcanica aveva influenzato la pressione dell'aria.
I servizi geologici di tutto il pianeta calcolarono che l'onda d'urto aveva coperto una distanza di oltre 17.000 km intorno al vulcano, ma gli effetti sulla pressione sbalordirono i meteorologi, che arrivarono a parlare di "tsunami atmosferico".
Uno "tsunami atmosferico" osservato anche nel Mediterraneo
La spaventosa eruzione ha generato disturbi atmosferici su scala globale osservati anche nell’atmosfera del Mediterraneo grazie alle stazioni barometriche e infrasoniche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano (INGV) installate sui vulcani attivi dell'Italia, secondo quanto spiegato nello studio “Propagation of Perturbations in the Lower and Upper Atmosphere over the Central Mediterranean, Driven by the 15 January 2022 Hunga Tonga-Hunga Ha’apai Volcano Explosion” realizzato da un team multidisciplinare di ricercatori dell’INGV, dell’Università degli Studi di Catania e del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), pubblicato circa un anno fa sulla rivista internazionale ‘Atmosphere’ di MDPI.
“L’eruzione cataclismica dell’Hunga Tonga-Hunga Ha'apai del 2022 ha innescato un aumento enorme di elettroni totali nella ionosfera e un’onda di pressione atmosferica che ha viaggiato per migliaia di chilometri nella troposfera, provocando vibrazioni del suolo e perturbazioni secondarie”, spiegava un anno fa Alessandro Bonforte, ricercatore dell’INGV e co-autore dello studio, in un comunicato stampa dell'Istituto di Vulcanologia e Geofisica.
Gli effetti della potentissima esplosione vanno oltre. Secondo uno studio realizzato nel 2022, un team di ricercatori internazionali è riuscito a stimare che la violenta eruzione vulcanica sottomarina avvenuta alle isole Tonga abbia generato un’onda di tsunami che, nelle immediate vicinanze del vulcano, avrebbe raggiunto un'altezza prossima ai 90 metri.
Un vero e proprio muro d’acqua che ha spazzato via tutto ciò che ha trovato, nelle sue immediate vicinanze. In questo caso si tratterebbe di uno degli tsunami più potenti mai avvenuti sulla Terra, almeno in tempi recenti. L'assenza di aree abitate in un raggio di decine di chilometri ha evitato che questo evento si trasformasse in una catastrofe.
Un vulcano potentissimo
L’Hunga Tonga-Hunga Ha'apai è un vulcano storicamente noto per aver prodotto, quasi un millennio fa, una serie di grandi eruzioni seguite da numerosi eventi meno energetici, il penultimo dei quali ha portato alla formazione di una nuova isola tra il 2014 e il 2015. L’eruzione più recente, quella del 2022, si è affermata come la più violenta degli ultimi 138 anni sul pianeta Terra, ed è paragonabile a quelle del Krakatau (1883) e del Pinatubo (1991), che sono gli altri eventi vulcanici più violenti della storia recente mondiale.