Sono passati 110 anni da uno dei più forti terremoti avvenuti in Italia negli ultimi secoli
Il 13 gennaio del 1915, 110 anni fa, uno dei peggiori terremoti della storia recente d'Italia sconvolse una vasta area del Centro. Devastazioni e decine di migliaia di vittime si registrarono nella regione geografico-storica della Marsica, in Abruzzo.
Il 13 gennaio del 1915, esattamente 110 anni fa, l'Italia centrale venne sconvolta da un fortissimo terremoto, che causò almeno trentamila morti e danni ingenti in una vasta area dell'Abruzzo. Questo potentissimo evento sismico, che raggiunse una magnitudo 7.0, viene ricordato come "il terremoto della Marsica", perché fu proprio questa area storico-geografica situata nel cuore dell'Appennino centrale ad essere particolarmente colpita.
Viene ricordato anche come "terremoto di Avezzano", perché la cittadina situata nella Piana del Fucino venne praticamente rasa al suolo, e in questo centro abitato si contarono moltissimi morti.
Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915: uno dei più potenti degli ultimi secoli in Italia
Il terremoto si verificò alle 7:53 del 13 gennaio del 1915, ed ebbe una magnitudo momento (Mw) 7.0, secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L'epicentro nella Piana del Fucino, la vasta conca appenninica che ha ospitato fino a due secoli fa il terzo lago più grande d'Italia, il lago del Fucino, prosciugato nell'Ottocento.
Il sisma ebbe effetti devastanti in tutta la Piana del Fucino e in numerose località della Valle Roveto e della media Valle del Liri, a cavallo tra Abruzzo e Lazio.
Il bilancio impressionante fu di 30.519 morti. Numerosi centri vennero spazzati via per sempre. Dopo il terremoto ed il maremoto che aveva colpito solo 7 anni prima Messina e Reggio Calabria, e che aveva causato circa 100.000 morti il 18 dicembre del 1908, questo fu un nuovo disastro di enormi proporzioni.
Il catastrofico terremoto della Marsica viene ricordato come uno dei peggiori disastri sismici della storia recente italiana.
La distruzione di Avezzano e di numerosi altri centri abitati dell'Abruzzo
La città di Avezzano, principale centro amministrativo dell’area della Marsica, in Abruzzo, venne gravemente danneggiata. Qui ci furono 10.700 morti, su un totale di circa 13.000 residenti. La città perse più dell’80% dei suoi abitanti. Ma anche la popolazione di altri centri, come Gioia dei Marsi, Albe, Magliano dei Marsi, Ortucchio e Pescina fu decimata dai crolli.
I danni non interessarono soltanto l’area del Fucino ma anche la Val Roveto, valle appenninica che mette in comunicazione l'Abruzzo con il Lazio. Lungo questa valle gli effetti del sisma di 110 anni fa sono ancora visibili presso il comune di Balsorano.
L'antico paese oggi non è più abitato ed è conosciuto come Balsorano vecchia, mentre quello nuovo è stato ricostruito qualche chilometro più a valle. Nel vecchio centro, abbandonato dopo il sisma del 13 gennaio, ci sono ancora ancora i resti delle antiche case a ricordare la devastazione di quell'evento.
Anche nel Lazio ci furono pesanti danni, nel Cicolano e nella zona di Sora (Frosinone). Ci furono danni anche in regioni più lontane, sempre nell'Italia centrale, ed anche Roma venne interessata. Nella capitale italiana ci furono alcuni crolli e vennero danneggiate numerose chiese ed edifici antichi. La scossa, fortissima, venne avvertita dal Veneto alla Puglia.
Una delle aree d'Italia con maggior pericolosità sismica
L'area colpita dal sisma del 13 gennaio 1915 è una delle più esposte a forti terremoti, come indicato nella classificazione sismica d'Italia. Tutto l'Appennino centro-meridionale, l'area tra Calabria e Sicilia orientale, ed il Friuli, sono aree particolarmente sismiche, dove la probabilità che si verifichi un forte terremoto nel futuro è maggiore.
In queste aree è molto importante la prevenzione sismica, cioè la messa in sicurezza degli edifici con tecniche antisismiche e l'educazione della popolazione al rischio.