Sono passati 80 anni dall'ultima eruzione del Vesuvio: ecco cosa accadde e gli eventi per ricordare

L'ultima eruzione del Vesuvio compie 80 anni in questo mese di marzo 2024. Avvenne in piena Seconda Guerra Mondiale, e causò devastazioni e vittime nell'area di Napoli. Ecco cosa accadde, e le iniziative per ricordarlo che ci saranno tra pochi giorni.

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L'eruzione del Vesuvio nel marzo 1944 è l'ultima avvenuta nel vulcano italiano. Sono passati 80 anni. Nella foto, l'immagine dell'eruzione vista da Napoli.

Alle 16.30 del 18 marzo 1944, esattamente 80 anni fa, iniziava l'ultima eruzione del Vesuvio. L'evento, che andò avanti fino al 24 marzo, avvenne in piena Seconda Guerra Mondiale, in un momento molto delicato per l'Italia. L'eruzione causò 26 vittime nell'area di Napoli, a causa del crollo di tetti per il peso dei materiali piroclastici eruttati, e portò alla distruzione dei centri abitati di S. Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma, oltre all'evacuazione di migliaia di persone.

L'eruzione è nota per esser stata l'ultima del Vesuvio fino ai giorni nostri, e segna il passaggio da uno stato di attività che era iniziato poco dopo l'eruzione del 1631, con attività persistente dal 1914 prevalentemente di tipo effusivo, allo stato attuale di quiescenza del vulcano.

Dopo il 1944 è avvenuta la transizione del vulcano da attività a condotto aperto a condizioni di condotto ostruito, in cui ci troviamo attualmente, caratterizzate esclusivamente da attività fumarolica e bassa sismicità.(INGV, Osservatorio Vesuviano).

L'eruzione del marzo 1944, l'ultima del Vesuvio

La data che segnò l’inizio della fase eruttiva è quella del 18 marzo 1944. Tutto iniziò alle 16.30, quando una esplosione distrusse parzialmente il piccolo cono di scorie intracraterico, secondo quanto si legge nella ricostruzione dell'eruzione pubblicata sul sito dell'INGV. Nei giorni a seguire le colate laviche si avvicinarono sempre più ai centri abitati di S.Sebastiano e Massa, situati sul versante occidentale del vulcano, e nella giornata del 21 marzo le cittadine furono invase dalla lava e gravemente danneggiate.

Le truppe Alleate avevano organizzato nei giorni precedenti l'evacuazione di circa settemila abitanti, e non vi furono vittime. L'eruzione si esaurì pochi giorni dopo, ma prima ci fu una fase più esplosiva, con spettacolari fontane di lava, importanti colonne di cenere che portarono materiale piroclastico su numerosi centri abitati, creando gravi problemi.

Proprio il peso del materiale espulso dal vulcano causò circa 23 morti, per il collasso dei tetti delle abitazioni. La cenere raggiunse anche Roma, situata a poco meno di duecento chilometri.

Il peso del materiale espulso dal vulcano causò circa 23 morti, per il collasso dei tetti delle abitazioni. I paesi più danneggiati dalla caduta del materiale piroclastico, riporta l'INGV, furono Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava. La cenere raggiunse anche Roma, situata a poco meno di duecento chilometri.

Un rapporto del Governo Militare Alleato riferì di 21 morti nella sola giornata del 26 marzo, per il crollo dei tetti di diverse case. Circa diecimila persone furono costrette all’evacuazione. Napoli fu fortunata in questo caso: la direzione dei venti allontanò dalla città la nuvola di cenere e lapilli.

Un'eruzione nel pieno della guerra

L'eruzione avvenne in un momento drammatico e di enormi devastazioni a causa della Seconda Guerra Mondiale, aggiungendo preoccupazioni e dolore in una fase già difficilissima per l'Italia. La zona del Vesuvio e di Napoli era già stata liberata dall'occupazione nazista nel settembre 1943 (ricordiamo le Quattro giornate di Napoli), e nell'area erano presenti le truppe alleate, ma le attività belliche continuavano poco a nord, come nel caso del bombardamento di Cassino del 15 marzo 1944.

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Bombardieri americani B-25 Mitchell sorvolano il Vesuvio in eruzione nel Marzo 1944.

80 anni dall'ultima eruzione del Vesuvio: gli eventi

Gli ottant'anni dall'eruzione verranno celebrati con una serie di iniziative. Da domenica 17 marzo a martedì 19 marzo 2024, si terranno tre giorni di visite guidate alla sede storica dell’Osservatorio Vesuviano e ai luoghi del vulcano, aperte alle famiglie e agli studenti delle scuole della “zona rossa” individuata dal Piano Nazionale della protezione civile.

Il programma di eventi, intitolato "CONOSCERE E VIVERE IL VESUVIO, A 80 ANNI DALL'ULTIMA ERUZIONE", è stato organizzato dall'Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OV), dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC), dalla Protezione Civile della Regione Campania e dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, con la collaborazione all'Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e del Comune di Ercolano ed è finalizzato ad offrire la possibilità di riscoprire il vulcano, i fenomeni ad esso associati, la memoria storica dei luoghi, nonché a promuovere le attività di protezione civile attraverso percorsi guidati che possano sviluppare la conoscenza del vulcano e la consapevolezza del rischio.

Le visite sono gratuite e guidate da personale dell’INGV Osservatorio Vesuviano, dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, del Dipartimento della Protezione Civile e della Protezione Civile della Regione Campania.

La giornata del 17 marzo è aperta a tutti. Sono previste partenze scaglionate ogni ora a partire dalle 9:00 fino alle 15:00 ed è obbligatoria la prenotazione da effettuarsi (fino ad esaurimento posti) attraverso il sito web dell'Osservatorio Vesuviano www.ov.ingv.it.

Le giornate del 18 e del 19 marzo sono dedicate alle scuole che abbiano aderito all’iniziativa attraverso l’Ufficio Scolastico Regionale.

Il programma prevede, in tutte le giornate, una prima parte con la visita della sede storica dell’Osservatorio Vesuviano e la proiezione di un filmato esclusivo sull’eruzione del 1944 e una seconda parte con una camminata lungo il sentiero n. 9 del Parco Nazionale del Vesuvio per approfondire gli aspetti naturalistici del vulcano, le caratteristiche del rischio e le attività della protezione civile.

L’intero percorso di visita dura circa due ore ed è organizzato per gruppi di 50 persone.