Siccità sempre più estrema in Sicilia: dichiarato lo stato di calamità, animali senza foraggio
La siccità sta avendo durissime conseguenze sull’agricoltura, in particolare sul settore vitivinicolo e sugli allevamenti di bestiame. La prolungata mancanza di piogge sta impedendo di raccogliere l'acqua per irrigare i campi, mentre in alcune aree non c'è più foraggio per gli animali.
Dopo ben tre inverni di fila, caratterizzati da scarse precipitazioni, ben al di sotto delle medie climatologiche, in Sicilia si inizia ad aggravare la siccità, che rischia di mettere in ginocchio l’economia agricola dell’isola.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha proceduto a dichiarare lo stato di calamità naturale da siccità severa, su tutto il territorio regionale.
Il governo regionale fa sapere che “la Sicilia è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche. Stessa situazione si ritrova in Marocco e Algeria. Una condizione che sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023”.
Scarseggia il foraggio per gli animali
La siccità sta avendo durissime conseguenze sull’agricoltura, in particolare sul settore vitivinicolo e sugli allevamenti di bestiame. La prolungata mancanza di piogge, soprattutto sulle aree più interne della regione, fra ennese, nisseno, agrigentino e palermitano, sta impedendo di raccogliere acqua per irrigare i terreni.
Le zone dove la siccità è divenuta estrema sono quelle che comprendono tutta l'area del bacino del Simeto, porzioni consistenti delle province di Enna e di Caltanissetta, l'area tra il Palermitano interno e i monti Sicani e la parte più occidentale della provincia di Trapani.
L’allevamento degli animali è il settore più colpito a causa dell’assenza di foraggio verde per nutrire gli animali e della mancanza di scorte di fieno, danneggiate dalle anomale precipitazioni della primavera scorsa.
Senza le piogge i terreni sono completamente brulli, privi di vegetazione, come evidenziato di recente dalle immagini satellitari di Copernicus, dove si notano intere aree della Sicilia trasformate in terreni più simili a un deserto o una steppa. Inoltre alcuni laghi, come quello di Pozzillo, in provincia di Enna, sono ormai completamente asciutti.
Agricoltura in ginocchio per la scarsità d’acqua
Un quadro più completo della situazione può essere ricavato analizzando i dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità. Le poche piogge del nuovo anno, concentrate prevalentemente lungo le zone costiere, sono state insufficienti per colmare il deficit pluviometrico provocato da lunghi mesi di assenza di precipitazioni, nelle aree più interne.
Inoltre, le temperature autunnali e invernali ben al di sopra della media causano danni a tutto il settore agricolo. Per esempio, per quanto riguarda le arance rosse, dopo aver ritardato la maturazione, la pigmentazione dei frutti, e ridotto il loro calibro, le temperature anomale ora stanno provocando la cascola anticipata, ossia la caduta a terra dei frutti immaturi.
Le piante, non solo quelle di agrumi, soffrono per la mancanza d’acqua e si difendono liberandosi dei frutti anticipatamente. Molti agricoltori siciliani temono per le sorti del grano duro. Le piantine germinate dopo le piogge della prima decade di gennaio, mostrano ora segni di sofferenza per l’assenza d’acqua e i terreni nuovamente secchi.
I provvedimenti del governo regionale
Il governo regionale, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, ha incaricato l’unità di crisi istituita di recente e ora integrata dai dirigenti dei dipartimenti Bilancio e Programmazione, di individuare possibili interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardando gli allevamenti zootecnici e le produzioni delle aziende agricole garantendo ad esse sufficienti volumi d’acqua.
Tutto questo mentre, paradossalmente, una fetta consistente di agricoltori e allevatori continua a protestare contro le misure inserite nel Green deal per rendere l’agricoltura più sostenibile, ovvero più in grado di continuare la propria attività nel tempo affrontando così gli effetti del cambiamento climatico.
Riutilizzo delle acque reflue in agricoltura
Tra le varie misure al vaglio dell’unità di crisi istituita dal governo regionale si sta pensando di riutilizzare le acque reflue in agricoltura.
In questo contesto emergenziali il dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti sarà autorizzato ad approvare il piano di gestione dei rischi, autorizzando il riuso, acquisiti i pareri da parte di Arpa Sicilia, della Asp competente per territorio e dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia.
La Sicilia, quindi, potrebbe essere la prima regione italiana a recepire la direttiva dell’Unione Europea, che disciplina nel dettaglio il ricorso in agricoltura delle acque reflue, precedentemente depurate.