Siccità nel nord Italia, situazione grave nel bacino del fiume Po
L'inverno del 2021-2022 si è concluso con un grave deficit idrico nel nord. Mancano le precipitazioni e i fiumi sono in uno stato di grave magra. Cambieranno le cose in primavera?
La siccità si fa sempre più grave nelle regioni del nord dell'Italia. I fiumi sono ai minimi storici da diversi decenni dopo un inverno senza pioggia e senza neve, e le previsioni per i prossimi giorni e per le prossime settimane non sono buone. Ecco la situazione attuale, poi il punto sulla preoccupante situazione dei fiumi settentrionali.
L'inverno 2021-2022: molto secco al Nord
L'inverno meteorologico si è concluso lo scorso 1° marzo, ed il 20 marzo entriamo a tutti gli effetti in primavera. Che inverno è stato per le regioni del Nord? A sud delle Alpi, secondo una recente analisi di MeteoSvizzera, Arpa Piemonte e Arpa Lombardia, la stagione invernale 2021/22 verrà ricordata soprattutto per le temperature elevate e per la scarsità di precipitazioni. Dall'analisi dei dati viene rilevata un’anomalia di temperatura di ben +2.1 °C rispetto alla norma 1991-2020, mentre per le precipitazioni si registra un deficit medio del 65%.
Le precipitazioni sono state scarse, in modo particolare sulla pianura piemontese, a causa di un persistente e marcato blocco anticiclonico sull’Atlantico. Sul versante sudalpino svizzero e lombardo, invece, sono state registrate precipitazioni un po’ meno scarse. Altro dato è quello delle temperature , che sono state molto miti, soprattutto nei valori massimi e in montagna.
Negli ultimi 30 anni mai così mite e secco
In Lombardia, in Piemonte e sulla Svizzera italiana negli ultimi trent’anni un inverno così mite e secco non si era mai verificato, si legge ancora nell'articolo di Arpa Lombardia.
La grave siccità del fiume Po
Il 17 marzo scorso l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha pubblicato un comunicato nel quale si definisce "grave" la siccità nel Distretto Padano dopo cento giorni senza piogge significative: i fiumi Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972, mentre Dora Baltea, Adda e Ticino sono a -75% di portata. Le condizioni idrologiche e climatiche nel distretto del Fiume Po si fanno quindi sempre più critiche per l'assenza praticamente totale di precipitazioni da circa cento giorni in alcune aree (in particolare del Nord Ovest). I livelli delle portate scendono drasticamente sotto quelli minimi nelle stazioni di registrazione, mentre anche gli affluenti evidenziano decise carenze di risorsa. Questa situazione comporta rischi per agricoltura, habitat fluviali ed anche per la produzione di energia idroelettrica in un momento particolarmente difficile per il nostro paese.
“Livelli di siccità così severa fino in taluni casi ad essere addirittura estrema in questo periodo non sono certamente nella norma", ha evidenziato il Segretario Generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli. "Sta iniziando proprio in questo periodo la stagione più importante dell’anno per il comparto agricolo e serve risorsa per poter far fronte ai fabbisogni utili alle produzioni che in questo momento storico sono ancora di più indispensabili per le nostre comunità.
Un inverno molto caldo e secco
L’inverno 2021-22 permane - lo conferma anche l'Autorità distrettuale del Po - come uno dei più caldi e secchi di sempre, in cui il deficit medio di precipitazioni tocca –65%: un dato fortemente negativo che si traduce in oltre 90 giorni senza piogge significative; l’ultimo evento che ha interessato il Distretto, infatti, gli scorsi 14-15 Febbraio, non ha contribuito in modo significativo al rimpinguamento della risorsa idrica, né a mitigare la permanente aridità dei suoli che resta deficitaria.
Questo quadro climatico incide pesantemente sulle portate del Grande Fiume che, negli ultimi 30 giorni, hanno continuato il loro processo di lento e progressivo esaurimento, raggiungendo i valori minimi dal 1972: a Pontelagoscuro il dato è di 603 m3/s (deficit complessivo di Marzo pari a -55%), ma la sezione maggiormente in crisi rimane quella di Piacenza con una portata ridotta a soli 260 m3/s e un deficit del –66%, identificando una condizione di “estrema siccità idrologica” che sta traslando inesorabilmente verso valle, fino al Delta del Po.