Scoperto un nuovo tipo di virus nella Fossa delle Marianne, il luogo più profondo degli oceani
Gli scienziati hanno trovato un nuovo tipo di virus batteriofago a quasi 9.000 metri di profondità nella Fossa delle Marianne, il luogo più profondo degli oceani, nel Pacifico.
Ricercatori cinesi hanno trovato un nuovo tipo di virus batteriofago nella Fossa delle Marianne, a 8.900 metri di profondità. La scoperta è stata resa nota in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Microbiology Spectrum.
La Fossa delle Marianne si trova nell'Oceano Pacifico, a est delle Isole Marianne, sul confine convergente delle placche tettoniche del Pacifico e delle Filippine. Il suo punto più profondo è di 10.984 metri ed è stato chiamato "Challenger Deep" dall'omonima nave della Royal Navy britannica che esplorò il sito nel 1960.
Non è la prima volta che vengono trovati microrganismi nel sito. Studi precedenti hanno riportato la scoperta di attività microbica e di altri tipi di virus nelle sue profondità. Tuttavia, il virus di cui stiamo parlando è di un tipo nuovo, mai scoperto prima.
I virus batteriofagi infettano solo le cellule batteriche e sono ritenuti gli organismi più abbondanti sulla Terra; ovunque troviamo batteri, è molto probabile che ci siano anche virus batteriofagi. Finora, quello scoperto è il più profondo di tutti i batteriofagi conosciuti che vivono nell'oceano.
Di che virus si tratta?
Il virus, denominato Catchily vB_HmeY_H4907, infetta i batteri Halomonas, che si trovano spesso nelle profondità marine e nelle bocche idrotermali.
L'analisi del suo materiale genetico ha indicato l'esistenza di una nuova famiglia di sifovirus, che ha un DNA a doppio filamento e che era precedentemente sconosciuta. "La distribuzione ecologica dei membri di Suviridae suggerisce la prevalenza di questa famiglia virale sul fondo del mare", secondo gli autori. In altre parole, l'analisi suggerisce che questo nuovo virus è ampiamente distribuito nell'oceano e ha una struttura simile al suo ospite.
Un'altra caratteristica di questo virus è che è lisogeno, cioè entra e si replica all'interno del batterio, ma generalmente non lo uccide. Quando la cellula batterica si divide, anche il materiale genetico del virus viene copiato e trasmesso.
Questa sostituzione di materiale genetico (DNA) può fornire la prova di come entrambi gli organismi (virus e batterio) siano stati in grado di persistere in ambienti sottomarini così ostili e isolati e di come i virus si co-evolvano con i loro ospiti. Tuttavia, secondo gli autori, sono necessarie ulteriori ricerche per valutare appieno questa possibilità.
Prossimi passi della ricerca
In un comunicato, Min Wang, virologo marino e coautore dello studio, ha sottolineato che la ricerca fornisce nuove conoscenze sulla diversità e sull'evoluzione di altri batteriofagi sul fondo marino, nonché informazioni sulle loro interazioni con gli ospiti.
Ma il team intende continuare a cercare altri nuovi virus in luoghi estremi, "che contribuirebbero ad ampliare la nostra comprensione della virosfera", ha detto Wang. "Gli ambienti estremi offrono grandi prospettive per la scoperta di nuovi virus", ha aggiunto.