Scienziati scoprono che il ghiacciaio antartico “dell'Apocalisse” si sta sciogliendo più velocemente del previsto
Nuovi studi sul ghiacciaio Thwaites, chiamato anche “il ghiacciaio del giudizio universale”, hanno acceso un dibattito sulla geoingegneria come soluzione al cambiamento climatico.
Uno studio pubblicato nel maggio 2024 e condotto da scienziati dell'Università della California Irvine e dell'Università di Waterloo ha scoperto che il riscaldamento delle correnti di marea sta accelerando lo scioglimento del ghiacciaio Thwaites e causando una ritirata più rapida di quanto previsto dai modelli.
Un altro studio pubblicato nell'agosto 2024 e guidato da ricercatori del Dartmouth College e dell’Università di Edimburgo, ha scoperto che il ghiacciaio potrebbe essere meno vulnerabile all’instabilità e al collasso di quanto si pensasse in precedenza.
Con il destino del Thwaites ancora incerto, alcuni scienziati e ingegneri si stanno rivolgendo a idee controverse su come alterare l’ambiente per rallentare lo scioglimento dei ghiacciai.
Comprendere lo scioglimento accelerato causato dalle calde correnti di marea
Il ghiacciaio Thwaites fa parte di una serie di ghiacciai che si trovano lungo il bordo marino della calotta glaciale dell'Antartide occidentale (WAIS nella sigla in inglese), un enorme bacino di ghiaccio quasi tre volte più grande del Texas situato in un bacino sotto il livello del mare nell'Antartide occidentale.
Questa situazione ha portato alcuni scienziati e media a chiamare il ghiacciaio Thwaites (più grande dell'intero stato della Florida) il "ghiacciaio del giorno del giudizio", o "dell'Apocallisse", perché la sua rottura consentirebbe alle acque oceaniche, più calde, di entrare e sciogliere il WAIS, un fenomeno che innalzerebbe il livello del mare di quasi 3,3 metri.
Ciò metterebbe in estremo pericolo molte grandi città costiere e piccole nazioni insulari.
A causa del catastrofico innalzamento del livello del mare che si verificherebbe, la disgregazione del Thwaites e il successivo distacco del WAIS è quello che è noto come un punto di svolta nella scienza del clima. Un punto di svolta si verifica quando viene superata una soglia critica (in questo caso, il riscaldamento atmosferico e oceanico) che porta a cambiamenti significativi, accelerati e irreversibili nel sistema climatico.
Lo studio condotto da ricercatori dell’Università della California, Irvine e dell’Università di Waterloo ha utilizzato immagini satellitari ad alta risoluzione e dati idrologici per identificare le aree in cui le calde correnti di marea scorrevano sotto il ghiaccio e causavano uno scioglimento più rapido.
Secondo Christine Dow, comprendere il tasso di scioglimento è fondamentale per prevedere l’innalzamento del livello del mare. Dow, professore associato di glaciologia all'Università di Waterloo e coautore dello studio, ha dichiarato in un'intervista a Scientific American: "Ci aspettavamo che ci sarebbero voluti dai cento ai cinquecento anni per perdere quel ghiaccio. Una grande preoccupazione, vero? Ora il problema è se questo accadesse molto di più più velocemente di quanto pensassimo. Tuttavia, c’è qualche speranza ancora.
Lo studio condotto da ricercatori del Dartmouth College e dell'Università di Edimburgo ha concluso che il Thwaites non è così suscettibile a un processo chiamato instabilità della scogliera del ghiaccio marino (MICI) come si credeva in precedenza.
L'ipotesi MICI suggerisce che le alte scogliere di ghiaccio formate dalla ritirata dei ghiacciai sono instabili e collassano più facilmente, ma questo studio ha dimostrato che l'assottigliamento dei Thwaites potrebbe effettivamente ridurre il tasso di distacco e stabilizzare le scogliere di ghiaccio, il che evidenzia la necessità di modelli migliori quando si realizzano previsioni sul WAIS.
La geoingegneria come soluzion?
Di fronte all’incertezza e al potenziale di un rapido ed estremo innalzamento del livello del mare se il ghiacciaio Thwaites si sciogliesse più velocemente del previsto, alcuni scienziati si stanno rivolgendo alla geoingegneria glaciale (il processo di utilizzo della tecnologia e delle infrastrutture per rallentare o fermare il ritiro dei ghiacciai anche se le temperature globali aumentano).
Alcune delle idee per proteggere il Thwaites e altri ghiacciai simili che terminano nel mare sono considerate radicali, inclusa la creazione di gigantesche cortine sottomarine che impedirebbero almeno parzialmente alle calde correnti di marea di raggiungere il ghiaccio del ghiacciaio. Le tende potrebbero essere fatte di stoffa o anche di bolle se un tubo con fori e aria pompata attraverso di esso potesse essere posizionato tra i Thwaites e l'acqua calda.
Secondo Gernot Wagner, economista climatico della Columbia Climate School, interventi di geoingegneria glaciale come questi potrebbero essere estremamente utili se implementati correttamente. Tuttavia, molte di queste idee hanno incontrato l’opposizione di glaciologi e scienziati del clima, i quali sostengono che sarebbero difficili o impossibili da implementare e distoglierebbero l’attenzione dal dibattito più necessario sulla riduzione delle emissioni di carbonio.
Facendo troppo affidamento su strategie come la geoingegneria, questi scienziati sostengono che possiamo non agire per ridurre le emissioni. Mentre ci avviciniamo a punti critici climatici come lo scioglimento del ghiacciaio Thwaites, molti credono che la geoingegneria abbia il potenziale per essere uno strumento potente purché non venga trattata come una soluzione miracolosa.
Riferimenti allo studio
Xiaoying You. Could giant underwater curtains slow ice-sheet melting? Nature. DOI: 10.1038/d41586-024-00119-3