Sardegna in ginocchio: si contano i danni dopo l'alluvione nel cagliaritano
Tragico il bilancio dell'alluvione che ha colpito la Sardegna nelle scorse 24 ore. Caduti più di 350 mm di pioggia in poche ore: la regione dichiara lo stato di calamità naturale. La colpa è attribuita a madre natura e non all'uomo che cementifica e non cura un territorio fragile e potenzialmente esposto a tali dinamiche.
Non sono bastate le allerte meteo emesse dai centro funzionali e nemmeno i metodi precauzionali. A distanza di sette anni, la Sardegna, rivive le stesse drammatiche scene e sequenze della pioggia che non lascia scampo. Ingenti i danni registrati nel cagliaritano dove alcune stazioni meteo hanno registrato più di 350 mm di pioggia. Lo schema configurativo sinottico responsabile dell'alluvione è quasi sempre lo stesso quando si parla di inondazioni e disagi.
Cosa è successo in Sardegna a livello meteorologico?
E' lo stesso anche che ha caratterizzato la gran parte delle alluvioni sarde: una bassa pressione sui settori occidentali del Mediterraneo bloccata nel suo normale moto verso levante da un blocco anticiclonico localizzato sulla penisola balcanica. Nei bassi strati troposferici vengono messi in gioco forti contrasti di temperatura sopratutto a causa dell'elevata temperatura del Mar Tirreno. Questi contrasti creano un perfetto mix termodinamico per la formazione di imponenti celle temporalesche dalle caratteristiche autorigeneranti e stazionarie. Ed è ciò che è avvenuto sulla Sardegna Sud-Orientale nei giorni scorsi.
Il picco massimo di pioggia è stato registrato nella zona di Santa Lucia di Capoterra (Cagliari): 353 millimetri di pioggia, nell’arco temporale tra le 20 del 9 Ottobre e le 20 del 10 Ottobre. Secondo il bollettino meteorologico della Protezione civile tra le situazioni critiche vi è stata anche quella di Tertenia (294mm) e di San Priamo con 256,1mm.
Fortunatamente la situazione meteo è migliorata grazie all'allontanamento verso Nord Est del minimo depressionario. Adesso resta lo sconcerto: famiglie senza casa, senza auto, colture distrutte, strada che non esistono più. Da oggi riparte la macchina del "ripartiamo" nella speranza che presto tutto torni alla normalità.
Un territorio fragile
In conclusione però è doveroso dover affermare quanto segue: negli ultimi anni il Mediterraneo è sede di depressioni intense capaci di riversare al suolo ingenti quantitativi di pioggia. Non è di certo né la prima e né l'ultima alluvione e questo ci deve far riflettere. Viviamo in un territorio fragile, non ancora pronto a questi fenomeni che diventano sempre più violenti.
La settimana scorsa parlavamo dell'alluvione in Calabria, questa settimana di quella in Sardegna, la prossima dove? Chissà quante altre ne racconteremo! E quanti morti piangeremo! Se le istituzioni e gli enti predisposti non attueranno un piano idoneo alla salvaguardia del territorio e al monitoraggio dello stesso, saremo punto e da capo. Lo specchio di un'Italia debole e sempre più con "l'acqua alla gola", è proprio il caso di dirlo.