Le criticità geologiche, meteorologiche ed ambientali di un eventuale Ponte sullo Stretto di Messina
Si parla di nuovo con insistenza della costruzione di di un Ponte sullo Stretto di Messina, per collegare con strade e ferrovie Calabria e Sicilia. Ma quali sono le criticità geologiche, meteorologiche e ambientali di questa infrastruttura?
In Italia si torna a parlare in questi mesi, per l'ennesima volta, della possibile costruzione di un ponte sullo Stretto di Messina, per collegare in modo permanente la penisola italiana con la Sicilia. Il ponte, che nei progetti avrebbe una lunghezza di circa 3 chilometri, collegherebbe la Calabria con la Sicilia, permettendo di muoversi in auto e treno tra la penisola italiana e l'Isola. Attualmente l'unico modo per spostarsi tra Calabria e Sicilia è utilizzando i traghetti, alcuni dei quali trasportano anche i treni.
L'idea di costruire un ponte sullo Stretto di Messina non è nuova, e torna periodicamente nel dibattito politico italiano da almeno 50 anni, anche se ogni volta le promesse di una rapida costruzione cadono nel vuoto. Intorno a questa infrastruttura ci sono anche molti dubbi e polemiche, sia per le criticità geologiche (altissima sismicità dell'area), meteorologiche e ambientali, sia per la convenienza di una opera faraonica nel mezzo di un territorio dove mancano completamente altre infrastrutture urgenti.
Negli ultimi mesi l'attuale governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha promesso nuovamente la costruzione di questo collegamento, e si è tornati quindi a parlare anche delle criticità che questa enorme infrastruttura presenterebbe. Tra queste ci sono problemi di carattere geologico, meteorologico e ambientale. Vediamo quali sono.
Le criticità del Ponte sullo Stretto di Messina
Poche settimane fa, il progetto definitivo del ponte è stato valutato da un comitato tecnico scientifico nominato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, composto - secondo quanto riporta "il Post" - da ingegneri, geologi e urbanisti. Questo comitato ha dato parere positivo al progetto, ma ha inserito nella relazione finale una serie di raccomandazioni su alcuni fattori che inciderebbero sull'infrastruttura, come il vento ed i terremoti.
Le sfide geologiche: terremoti, maremoti e un lento allontanamento
Una delle sfide che presenterebbe la eventuale costruzione di questo ponte riguarda la geologia del luogo. Ci troviamo infatti in uno dei punti più sismici del Mediterraneo, ed è proprio qui che è avvenuto uno dei terremoti più forti degli ultimi secoli in Italia, il sisma di Messina del 1908, con magnitudo stimata intorno a 7,1 e capace di generare uno tsunami.
Il comitato tecnico-scientifico che si è espresso sul progetto del ponte poche settimane fa ha sottolineato anche in questo caso l'importanza di effettuare controlli sulla sismicità e sul rischio terremoti nell'area, specialmente alla luce dei recenti eventi sismici significativi "che si sono verificati di recente nel mondo". Ha inoltre sottolineato l'importanza di aggiornamenti delle analisi strutturali per considerare scenari di funzionalità anche in presenza di eventi estremi.
Sul ponte si sono pronunciati negli anni anche numerosi geologi, alcuni dei quali si sono mostrati fortemente critici verso l'opera. Anche i geologi che non mostrano una forte opposizione all'opera sottolineano che l'area dello Stretto di Messina è geologicamente molto particolare, e che bisognerebbe - se il ponte venisse costruito - stare molto attenti a una serie di fattori.
Tra questi, anche il fatto che la costa calabrese e quella siciliana si allontanano nel tempo, e che a seguito del terremoto devastante del 1908 ci fu, oltre a un allontanamento di decine di cm, anche un sollevamento, tutti elementi che andranno tenuti in conto se il ponte verrà costruito.
Criticità meteorologiche: il forte vento
Come spiega il meteorologo Daniele Ingemi, per la sua particolare conformazione orografica la zona dello Stretto di Messina è uno dei luoghi più ventosi del Mediterraneo centrale, assieme alle Bocche di Bonifacio, Canale di Sicilia e al Canale d’Otranto.
I forti venti devono quindi essere ampiamente considerati nella costruzione del ponte, a maggior ragione considerando che l'infrastruttura progettata sarebbe a campata unica.
Proprio secondo il comitato tecnico-scientifico di cui parlavamo a inizio articolo, sono necessari maggiori studi sugli effetti del vento ed è necessario aggiornare la valutazione stabilita nel piano definitivo del 2011.
L'impatto ambientale e paesaggistico
Dal punto di vista ambientale le associazioni ambientaliste ricordano che tutta l'area dello Stretto è compresa in due importantissime Zone di Protezione Speciale - ZPS (zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell'avifauna) e da un sistema di ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione), ai sensi della Direttiva europea Habitat
Lo Stretto di Messina, proprio per la sua posizione, è un importantissimo luogo di transito per l'avifauna e per i mammiferi marini, ed è qui che si concentra una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo.
Un altro punto che solleva forti dibattiti e che vede una netta opposizione è quello paesaggistico. La costruzione di un enorme ponte, con piloni di ferro alti più di 300 metri, cambierebbe per sempre l'aspetto di questo luogo.
Altre criticità
Le associazioni, i comitati di residenti contrari al Ponte, ed altre realtà, sottolineano inoltre da anni che la costruzione di questa infrastruttura non è così prioritaria come invece sottolineano i promotori. I promotori del Ponte parlano di un evidente miglioramento dei collegamento tra Calabria e Sicilia, che adesso avviene in traghetto, ma i contrari ricordano che sia in Calabria che in Sicilia le infrastrutture ferroviarie sono ancora molto carenti, e si dovrebbe quindi prima investire nel loro potenziamento.
Suggeriscono inoltre che si potrebbe potenziare il servizio traghetti, rendendo questo collegamento più rapido ed efficiente, oltre che più ecologico, usando imbarcazioni a basse emissioni.