Piogge eccezionali colpiscono il deserto del Sahara, ecco cosa sta succedendo

Quest’anno, per diverse settimane di fila, si sono manifestati temporali in zone dove è davvero raro assistere alla loro formazione. Alcuni di questi eventi precipitativi sono stati davvero violenti, interessando zone dove non piove da anni.

Piogge deserto
L’estate del 2024 passerà alla storia come una delle estati più piovose per il deserto del Sahara.

L’estate del 2024 passerà alla storia come una delle estati più piovose per il deserto del Sahara. A differenza di altre annate, molto piovose, quest’anno l’anomalia è stata davvero molto intensa, arrivando ad interessare la vasta area del Sahara, che va dal Sudan fino ai deserti della Libia e dell’Algeria meridionale.

Come ben sappiamo il deserto del Sahara è uno dei luoghi più aridi della Terra. Ci sono luoghi, come nel sud del deserto egiziano o fra Sudan, sud della Libia e dell’Algeria, dove le piogge possono latitare per anni.

Quest’anno, per diverse settimane di fila, si sono manifestati temporali in zone dove è davvero raro assistere alla loro formazione. Alcuni di questi eventi precipitativi sono stati davvero violenti, come il forte temporale che ha colpito la località libica di Kufra, provocando una emergenza sanitaria a causa della moltitudine di scorpioni usciti dalle loro tane, a seguito delle inondazioni.

La causa di queste piogge insolite sull’area sahariana

Le piogge abbondanti di queste settimane, registrate in gran parte dell’area sahariana, sono da collegare a due fattori meteorologici molto importanti, che interagendo fra loro hanno prodotto un feedback positivo all’avvento di piogge sopra la media nel cuore del deserto.

Il primo di questi fattori è il “fronte di convergenza intertropicale”, sigla ITCZ, che quest’anno è salito molto più a nord della media climatologica, spingendosi fino al settore meridionale del Sahara centro-orientale.

A ciò si aggiunge un’onda di Rossby tropicale, proveniente dall’Oceano Indiano, che è rimasta pressochè stazionaria sull’Africa orientale, forzando la circolazione monsonica nell’area.

La spinta così a Nord dell’ITCZ

Questa spinta così settentrionale è stata favorita dal notevole rinforzo del monsone africano, che quest’anno, a seguito del forte evento di El Niño, è stato molto più intenso del solito, arrivando a sospingere fino al deserto enormi quantitativi di vapore acqueo tropicale.

Il fronte di convergenza intertropicale è una cintura di basse pressioni termiche vicino all'equatore, creata dalla convergenza fra l’Aliseo di SE e quello di NE. Da tale linea di confluenza nei bassi strati si originano i forti moti convettivi che favoriscono lo sviluppo degli imponenti sistemi temporaleschi a mesoscala che caratterizzano l’ITCZ.

Questa fascia di basse pressioni, seguendo i passaggi zenitali del sole, si sposta a nord durante l'estate boreale, spingendosi sino al Sahel (il confine meridionale del Sahara).

Ma quest'anno la linea del fronte di convergenza intertropicale si è spinta molto più a nord, fino a oltre 20° di latitudine Nord, finendo praticamente fino al cuore del Sahara, grazie ai sostenuti venti meridionali del monsone.

Su questa spinta così a nord ha inciso, e non poco, un’onda di Rossby tropicale (il cui movimento è da est verso ovest), che dall’Oceano Indiano si è spostata verso il Corno d’Africa, spingendosi fino al Sudan e al Ciad e la Libia meridionale, favorendo un ulteriore spinta verso nord dell’umido flusso monsonico.

Piogge molto abbondanti

Tali elementi hanno ricreato le condizioni favorevoli per piogge intense in regioni che solitamente vedono solo pochi millimetri di precipitazioni all'anno. In alcune zone del Sudan settentrionale e del sud della Libia, le piogge cadute nelle ultime settimane hanno superato la media annua di diverse volte in pochi giorni, andando a rimpinguare le falde presenti nel deserto e nelle principali oasi.

Una buona notizia per le popolazioni locali (la cui economia si basa sulla sussistenza, tramite pascoli e agricoltura) e gli uccelli migratori che in questi giorni si prepareranno ad affrontare il Sahara, per la famosa migrazione autunnale che li riporterà in Africa.

La notevole fonte di umidità, spinta dal monsone verso il cuore del Sahara, ha alimentato e supportato i forti temporali, che una volta formati hanno assunto anche carattere “autorigenerante”.

Piogge Kufra
Il violento temporale che a metà agosto ha duramente colpito la zona di Kufra causando allagamenti e inondazioni

Quando l’aria umida, di origine marittima, proveniente dal Golfo di Guinea, si insinua fra le più calde e secche masse d’aria preesistenti presso il suolo, provoca una instabilizzazione della colonna troposferica che causa lo sviluppo di intensi temporali “termoconvettivi”.

Alle volte, aggregandosi fra loro, possono evolvere in più complessi sistemi temporaleschi a mesoscala e persistere fino a tarda sera o persino nelle ore notturne. Solitamente questi sistemi convettivi a mesoscala, la cui frequenza massima si verifica fra i mesi di luglio e agosto, possono produrre precipitazioni anche abbondanti in pieno deserto.

Stanno aumentando gli eventi piovosi sul Sahara?

In questo caso le piogge cadute sull’area sahariana sono frutto di un’oscillazione stagionale, legata alla variabilità climatica. Ma recenti studi hanno dimostrato come i cambiamenti climatici stiano mutando gli spostamenti dell’ITCZ, favorendo aumenti di piovosità in aree dal clima desertico o semidesertico.

Recentemente è stato osservato un aumento delle piogge nel Sahel e nella Penisola Arabica, con eventi piovosi che stanno diventando sempre più estremi e frequenti.