Pasqua tardiva, il clima dal passato al futuro
Come sarà il tempo a Pasqua? È ancora presto per previsioni dettagliate, possiamo invece avere utili indicazioni dalla climatologia. Ecco alcune curiosità storiche e gli scenari per il futuro.
La data di Pasqua cambia ogni anno, fra fine marzo e fine aprile. Difficile dunque analizzare la Pasqua dal punto di vista climatologico, e altrettanto difficili e delicate le previsioni meteo. La primavera infatti è una stagione di transizione, tipicamente variabile, a tratti con caratteristiche tardo invernali, altre volte per opposto pre estive. Proviamo comunque a vedere insieme cosa è successo dal punto di vista meteorologico nelle più recenti pasque tardive del passato e anche a ipotizzare cosa succederà in un futuro in cui il clima sta cambiando
La Pasqua più precoce e quella più tardiva
la Pasqua più precoce può cadere il 22 marzo, l’ultima volta avvenne nel 1818, la prossima così precoce sarà nel 2285. Recentemente, una Pasqua precoce avvenne nel 2008, il 23 marzo. Fu una Pasqua quasi invernale, con una saccatura che portò aria fredda polare sull’Italia insieme a una depressione. Si ebbero nevicate anche abbondanti su Alpi e Appennino e maltempo con venti forti al centro sud per Pasquetta.
La Pasqua più tardiva può invece arrivare il 25 aprile, a primavera avanzata. L’ultima volta che Pasqua cadde così avanti fu nel 1943, fu una Pasqua molto mite, infatti le mappe di rianalisi mostrano che era presente l’anticiclone delle Azzorre, con temperature in genere superiori alle medie stagionali, specie per quel periodo in cui il clima era decisamente più freddo di oggi. La prossima Pasqua così tardiva avverrà nel 2038, mentre per il 24 aprile dovremo attendere il 2095.
Pasqua alta: cosa dice la climatologia
La Pasqua tardiva viene detta anche Pasqua alta, diamo dunque ora uno sguardo alle più recenti pasque avvenute a primavera avanzata, analizzando quelle avvenute dal 2000 in poi.
Il periodo, anzitutto, va premesso che è uno dei più instabili dell’anno. La climatologia statistica ci dice che, soprattutto al nord, le piogge sono molto frequenti, quelle dopo il 20 aprile sono giornate che vedono presenza di pioggia mediamente una volta ogni tre anni. Spesso però sono piogge irregolari, raramente persistenti per l’intera giornata, insomma la climatologia conferma il classico proverbio aprile ogni giorno un barile.
Mediamente ci si possono aspettare temperature massime attorno o sopra ai 20°C un po’ su tutta la penisola, ma con notevoli estremi, nel 1991 ad esempio proprio il 18-20 aprile avvenne una storica nevicata tardiva seguita da giornate molto fredde su tutta Italia. Per fortuna, non era Pasqua, che in quell’anno avvenne il 31 marzo.
Pasqua può anche avere caratteristiche estive
Viceversa, Pasqua alta può avere caratteristiche quasi estive, e proprio nel 2000 la Pasqua fu tardiva, soleggiata e molto mite, una delle più calde di sempre. Il 23 aprile 2000 si registrarono 24°C a Milano e addirittura 28°C a Bologna, mentre al centro sud complici le brezze i termometri erano sui 20-22°C. Era infatti presente l’anticiclone africano, che si attenuò poi da Pasquetta in poi.
Altra Pasqua tardiva fu nel 2003, il 20 aprile, il tempo fu caratterizzato dall’influenza di una saccatura sulla Francia, ma il tempo fu in genere variabile e relativamente fresco fra 15°C al nord e 20°C al sud, piogge irregolari e ventoso al centro-sud.
Infine, nel 2011 Pasqua cadde il 24 aprile, con alta pressione e molto sole al centro-nord e variabilità per l’influenza di flussi instabili da SW al sud. Le temperature furono miti, con massime in genere oltre i 20°C, anche 22-24°C in alcune zone della penisola.
Pasqua e il clima che cambia
Cosa succederà in futuro a Pasqua a seguito dei cambiamenti climatici? Oltre agli impatti climatici in se, che in caso di inazione potrebbero portare il clima di fine aprile simile a quello estivo attuale col mare più alto di un metro, c’è un impatto curioso. Potrebbero sparire le uova di Pasqua, infatti i cambiamenti climatici, secondo alcuni studi, senza adeguate azioni di mitigazione e adattamento potrebbero compromettere la produzione di cacao già dal 2050 in poi.
Una ragione di più per agire, ve lo immaginate una Pasqua senza uova di cioccolato?