Clima, nel 2020 nuovo record di CO2 nonostante i lockdown
Le evidenze continuano a sommarsi una sull'altra. Siamo sulla strada sbagliata e, sebbene la scienza segni il percorso verso la mitigazione e l'adattamento, è molto probabile che alla COP26 la decisione sarà quella di continuare sulla strada che ci sta portando verso la sesta estinzione di massa del pianeta.
"Con la pandemia, il pianeta ha preso una pausa". Questa è stata una delle frasi più ascoltate e, allo stesso tempo, più sbagliate che abbiamo sentito nel 2020, quando la pandemia di Covid-19 ha causato una situazione senza precedenti portando a lockdown generalizzati e bloccando per mesi il commercio mondiale ed i trasporti. Che questa frase sia sbagliata ce lo mostrano i dati: la concentrazione di anidride carbonica (CO2), il più abbondante dei gas serra (GHG), ha battuto un record con 413,2 parti per milione (ppm) nel 2020. Questa cifra rappresenta un aumento del 149% rispetto ai livelli pre -industriali, secondo il rapporto fornito dall'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM, o WMO nella sigla in inglese).
Per quanto riguarda il metano (CH4) e l'ossido di diazoto (N2O), le loro concentrazioni erano equivalenti, rispettivamente, al 262% e al 123% al di sopra dei livelli preindustriali. "Il rallentamento economico causato da Covid-19 non ha avuto effetti evidenti sui livelli atmosferici di gas serra", afferma il rapporto. I dati sono stati rivelati a pochi giorni dal Summit sui cambiamenti climatici (COP26) che si sta tenendo dal 31 ottobre e che si conclude il 12 novembre a Glasgow, in Scozia.
Inerzia climatica
L'anidride carbonica è un gas longevo e, quindi, la temperatura media del pianeta continuerà ad aumentare per decenni, e addirittura secoli, quindi è urgente fermare le emissioni. "Se a questo si aggiunge il riscaldamento del pianeta, il risultato sarà il forte aumento di fenomeni meteorologici estremi (caldo intenso, forti piogge, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del mare e acidificazione degli oceani") afferma l'OMM. Circa il 50% della CO2 emessa dall'attività umana rimane nell'atmosfera, mentre gli oceani e gli ecosistemi terrestri assorbono l'altra metà. Questo è “un forte messaggio scientifico ai negoziatori sul cambiamento climatico. Se verrà mantenuto l'attuale tasso di aumento dei gas serra, l'aumento della temperatura alla fine di questo secolo supererà di gran lunga l'obiettivo dell'Accordo di Parigi (1,5°C)", ha affermato il segretario generale dell'OMM, Petteri Taalas.
"L'anidride carbonica rimane nell'atmosfera per secoli e anche più a lungo negli oceani. L'ultima volta che una concentrazione comparabile di CO2 è stata registrata sulla Terra è stato fra 3 e 5 milioni di anni fa. A quel tempo la temperatura era da 2 a 3° C più calda, e il livello del mare tra 10 e 20 metri più alto di oggi. Ma allora non c'erano 7,8 miliardi di persone sul pianeta", ha spiegato Taalas. Rapporti, prove, ogni giorno vediamo le conseguenze del riscaldamento globale e la temperatura è aumentata finora solo di 1,2° C rispetto ai livelli preindustriali. Le proiezioni indicano che, se continuiamo al ritmo attuale di emissioni, alla fine di questo secolo la temperatura media del pianeta potrebbe aumentare di 5°C.
Tutto questo vedrà una scolta alla COP26 di Glasgow? Molto probabilmente no, perché per i decisori la priorità è la riattivazione economica: cioè il pane per oggi e l'estinzione di massa per domani.