Clima, nonostante l'arrivo di La Niña il riscaldamento globale non rallenta: siamo arrivati al punto di non ritorno?

Il fatto che il riscaldamento globale prosegua indisturbato, nonostante La Niña, è motivo di grande preoccupazione per i climatologi. Siamo vicino al punto di non ritorno?

Anomalie delle temperature.
Nonostante l’affermazione della Niña, che comunque è rimasta sempre debole, poco sopra la neutralità, l’aumento delle temperature medie globali non si è affatto fermato.

Negli ultimi mesi sull’Oceano Pacifico tropicale si è andata ad affermare La Niña, un fenomeno climatico che solitamente provoca un raffreddamento temporaneo delle temperature globali.

Ma nonostante l’affermazione della Niña, che comunque è rimasta sempre debole, poco sopra la neutralità, l’aumento delle temperature medie globali non si è affatto fermato.

Anzi, poiché ci si sarebbe aspettati almeno un leggero rallentamento del riscaldamento globale, la realtà ha dimostrato il contrario, sollevando allarmi tra gli scienziati del clima.

La Niña e il suo effetto sulle temperature globali

La Niña è una fase del fenomeno ENSO (El Niño-Southern Oscillation), che si manifesta con un raffreddamento delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale.

Questo raffreddamento influenza il clima globale, portando generalmente a temperature globali più basse rispetto agli anni caratterizzati da El Niño, la fase opposta del fenomeno.

Oltre alle temperature il fenomeno ha conseguenze pure nei regimi delle precipitazioni, con siccità in alcune aree e piogge abbondanti sull’area del Australia e del Sud-Est Asiatico.

Storicamente, gli anni dominati da La Niña hanno mostrato temperature globali leggermente inferiori alla media a lungo termine. Tuttavia, già qualche anno fa, nonostante un evento di La Niña durato dal 2020 al 2023, il riscaldamento globale ha continuato senza sosta.

Perché il riscaldamento globale non sta rallentando?

Secondo gli scienziati, ci sono diverse ragioni per cui La Niña non è riuscita a frenare l’aumento delle temperature globali. Una di queste principali è l’accumulo di gas serra. Il continuo aumento delle emissioni di CO₂, metano e altri gas serra ha sovrastato l’effetto raffreddante temporaneo di La Niña.

Temperature acque dell'Oceano Pacifico.
Negli ultimi mesi sull’Oceano Pacifico tropicale si è andata ad affermare La Niña, un fenomeno climatico che solitamente provoca un raffreddamento temporaneo delle temperature globali.

L’energia trattenuta dai gas serra continua ad accumularsi negli oceani, che hanno assorbito circa il 90% del calore in eccesso generato dal riscaldamento globale.

L’effetto ritardato del calore oceanico

Gli oceani rilasciano il calore in modo graduale, il che significa che l’energia accumulata nei decenni precedenti continua ad avere un impatto anche durante una fase di La Niña. Nonostante La Niña, il 2023 ha registrato temperature oceaniche da record, contribuendo al riscaldamento atmosferico.

Il ruolo di altri fattori climatici

Il recente aumento di aerosol e vapore acqueo nell’atmosfera potrebbe aver contribuito a un ulteriore effetto serra.

L’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga nel 2022 ha immesso nell’atmosfera enormi quantità di vapore acqueo, un gas serra potente, aumentando il riscaldamento globale.

El Niño e il superamento delle soglie critiche

A partire dalla seconda metà del 2023, La Niña ha lasciato spazio a El Niño, che ha rapidamente portato a un’accelerazione del riscaldamento. L’influenza di La Niña non è stata sufficiente a contrastare le tendenze di lungo periodo del cambiamento climatico.

Il fatto che il riscaldamento globale sia proseguito indisturbato, nonostante La Niña, è motivo di grande preoccupazione per i climatologi. Se un fenomeno che normalmente abbassa le temperature globali non è riuscito a fermare il riscaldamento, significa che l’effetto antropico sta superando i naturali cicli climatici.

Questo suggerisce che, nei prossimi anni, con El Niño in corso, potremmo assistere a temperature ancora più estreme.

La temperatura globale ha già raggiunto livelli preoccupanti, con diversi mesi nel 2023 e 2024 che hanno superato di oltre +1,5°C i livelli preindustriali. Superare stabilmente questa soglia aumenterebbe il rischio di eventi climatici catastrofici e cambiamenti irreversibili.

Gli oceani stanno trattenendo troppo calore

Il record di temperature oceaniche nel 2024 dimostra che l’effetto serra è in piena accelerazione. Un oceano più caldo significa più uragani violenti, sconvolgimenti degli ecosistemi marini e meno capacità di assorbire anidride carbonica.

Oceani.
L’energia trattenuta dai gas serra continua ad accumularsi negli oceani, che hanno assorbito circa il 90% del calore in eccesso generato dal riscaldamento globale.

Se nemmeno La Niña riesce a mitigare temporaneamente il riscaldamento, significa che il margine per evitare impatti climatici devastanti si sta restringendo rapidamente. Gli scienziati avvertono che bisogna ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per evitare scenari climatici fuori controllo.

Il fatto che il riscaldamento globale non abbia mostrato segni di rallentamento, nonostante un evento di La Niña durato tre anni, è un chiaro segnale d’allarme. Questo dimostra che l’effetto dei gas serra nell’atmosfera ha raggiunto livelli tali da sovrastare perfino le fluttuazioni naturali del clima.

Gli esperti avvertono che, senza interventi immediati e decisi per ridurre le emissioni e proteggere gli ecosistemi, il pianeta si avvia verso temperature sempre più pericolose, con impatti devastanti per le società e gli ecosistemi globali.