Neve e freddo si estendono fra Siberia e Russia, sfondati i -40°C
L'inverno 2021/2022 comincia a prendere forma sull'area siberiana, dove si sperimentano temperature gelide, anche al di sotto dei -40°C.
Negli ultimi giorni si sta registrando una notevole accelerazione dell’innevamento sull’Eurasia, con le nevicate che si sono estese fino al settore settentrionale del bassopiano della Siberia occidentale e della Russia europea, con imbiancate fino alla regione centrale del Volga, fino all'area della capitale Mosca.
Inizia a mettersi in moto la macchina del freddo
Il manto nevoso fresco che comincia a depositarsi sull’area siberiana nei prossimi giorni non farà altro che agevolare l’inizio del “raffreddamento pellicolare” che proprio in questo periodo dell’anno inizia a sfornare i primi freddi sull’emisfero boreale, in vista dell’entrata in scena della stagione invernale. Durante il tardo autunno e il periodo invernale le sterminate pianure, gli altopiani e le immense steppe, tra la Siberia, il Kazakistan, la Mongolia e le altre ex Repubbliche Sovietiche dell‘Asia centrale, a nord del mar Caspio, sono interessate da un forte raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo.
Questo consistente raffreddamento, meglio noto anche come “raffreddamento pellicolare”, è causato da una serie di fattori. Fra cui l’insistenza di aria secca, la consistente riduzione della luce solare durante il giorno e la lontananza dell’azione mitigatrice di mari o oceani. In alcune zone della Siberia centro-orientale, tra dicembre e gennaio, possono raggiungersi normalmente anche i -50°C -60°C, come nella Repubblica di Jacuzia.
Nasce l’anticiclone termico “russo-siberiano”
Si viene così a sviluppare uno strato di aria gelida e molto pesante, vicino al suolo, con uno spessore limitato ai 1000-2000 metri, che origina il famoso anticiclone termico “russo-siberiano”, ossia una vasta zona di alta pressione di origine prettamente fredda, strutturata solo nei bassi strati. Di solito l’anticiclone termico “russo-siberiano” non porta sempre bel tempo, come erroneamente si pensa.
A differenza dei tradizionali anticicloni dinamici (vedi quello delle Azzorre), essendo strutturato solo agli strati più bassi della troposfera, l’alta pressione russo-siberiana può portare tempo brutto, con forti venti e nevicate, a causa del passaggio di aree cicloniche o gocce fredde, più o meno profonde, in quota, che approfittando dei bassi geopotenziali alla quota di 500 hPa, affondano dalla regione artica, dove agisce il vortice polare, e si fiondano nel cuore delle steppe siberiane, kazake e mongole, apportando crude fasi invernali.
Inoltre negli anticicloni termici l’aria fredda, presente al suolo, fa diminuire più velocemente la pressione con la quota e quindi favorisce la formazione di circolazioni cicloniche in quota, apportatrici di nubi e nevicate.
Il polo del grande freddo centrato sulla Siberia centro-orientale
In questi giorni però le nevicate che hanno interessato la Siberia centro-orientale, ed in modo particolare la vastissima area compresa fra il versante settentrionale dei monti Cerski fino all’altopiano della Siberia centrale e alla catena dei monti Altaj, sono risultate a tratti anche intense, con accumuli anche di oltre 30-40 cm. L’estensione dei suoli innevati, fin verso i territori della Siberia centrale e la regione del lago Bajkal, sta già producendo importanti ripercussioni sotto il profilo meteo/climatico. Già in molte località siberiane si è appena sfondato il muro dei primi -40°C di stagione. Ieri diverse stazioni siberiane, fra cui Dzalinda e Batamaj, hanno registrato minime di -40°C. E nei prossimi giorni sembrano puntare verso i primi -44°C -45°C.
Difatti, i suoli innevati di fresco, causeranno un massiccio raffreddamento dello strato d’aria presente nei bassi strati, che proprio in questo periodo caratterizza l’Eurasia, a seguito della diminuzione del soleggiamento diurno. Ciò, peraltro, causerà l’isolamento del primo “cuscinetto di aria piuttosto fredda”, presso il suolo, che spianerà la strada al grande raffreddamento tardo autunnale che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche.
Tale processo sarà anche favorito da una notevole estensione, fra l’altopiano della Siberia centrale e il bassopiano della Siberia occidentale. Segno inequivocabile che l’inverno 2021/2022 inizia a muovere i primi passi, riaprendo la grande “fabbrica del gelo” dell’emisfero boreale.
Prime ondate di freddo verso l’Europa
Il progressivo raffreddamento, indotto dal maggior irraggiamento notturno sta già iniziando a decentrare la figura del vortice polare troposferico, già carico di aria gelida a tutte le quote, che si protende fino alla Russia europea e all’area degli Urali, dove nei prossimi giorni si verificherà un ulteriore raffreddamento, con nuove nevicate in arrivo fino alla Russia centrale, oltre che nelle pianure ad est degli Urali. Nei prossimi giorni il vortice polare centrerà il proprio baricentro proprio sul comparto siberiano occidentale, con una depressione extratropicale, colma di aria gelida in quota, che si andrà a posizionare fra il nord degli Urali e la penisola di Kola. Tale circolazione depressionaria progredendo verso est-sud/est, nei prossimi giorni apporterà forti nevicate sulla Russia centro-settentrionale e zona Urali, dove si potrebbero verificare pure bufere di neve.