Nebbia e smog protagonisti in pianura, quando cambierà la situazione?
Pianura Padana tra le zone più inquinate al mondo, non va meglio al Centro: stop ai veicoli più inquinanti a Firenze e Roma per tutto il fine settimana.
La prima decade di gennaio del nuovo anno è stata caratterizzata da nebbia e smog. La causa, come spesso accade in questi casi, un campo di alta pressione che ha determinato stabilità atmosferica e favorito il ristagno degli inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera, in particolare su Pianura Padana e conche interne del centro Italia.
Aria più respirabile sulle nostre regioni meridionali, complice una maggiore ventilazione, la configurazione orografica favorevole alla dispersione degli inquinanti e la maggiore esposizione alle correnti balcaniche.
Pochi cambiamenti per i prossimi giorni
Per quanto riguarda lo smog, la situazione durante questo week-end è destinata a rimanere stazionaria o addirittura a peggiorare su tutto il settore centro-occidentale della pianura padana, mentre si registrerà un lieve e temporaneo miglioramento della qualità dell’aria sul settore orientale, complice una maggiore ventilazione prevista per la giornata di domenica.
I settori orientali del nostro paese saranno infatti interessati da un debolissimo impulso di aria relativamente più fresca. Avremo qualche nube in più sul medio Adriatico, ma senza precipitazioni di rilievo ed una moderata instabilità atmosferica sul nostro Meridione, dove assisteremo ad un calo termico. E' previsto anche qualche fiocco di neve nei primi giorni della settimana sull’Appennino calabro-lucano ad una quota di circa 1200 1500 metri.
Tornando allo smog, i dati forniti dalle varie agenzie regionali, mostrano particolarmente sofferenti la pianura lombarda, quella piemontese e anche quella veneta. Giovedì 8 gennaio si è raggiunto il valore critico di 104 µg su metro cubo a Torino, mentre a Milano il picco massimo misurato è stato di 96 µg su metro cubo.
Durante la giornata di ieri i 50 µg su metro cubo, limite di legge, si sono superati anche su alcune città dell’Emilia-Romagna, ma non in maniera così significativa come nelle zone a nord del Po.
Cos'è il Pm10
Quando si parla di Pm10 si fa riferimento a particelle sospese nell'atmosfera della grandezza uguale o inferiore a 10 micron ( ovvero 10 millesimi di millimetro). Circa il 60% del Pm10 è composto da particelle ancora più piccole e soprattutto più pericolose denominate Pm2,5. Esse sono in grado di raggiungere le parti più interne dei nostri polmoni provocando difficoltà respiratorie, bruciore agli occhi in soggetti particolarmente predisposti e che a lungo andare possono determinare gravi problemi di salute.
La qualità dell’aria è buona quando il Pm10 si presenta in concentrazione inferiore ai 50 µg su metro cubo, scadente quando questo valore è compreso tra i 50 e i 100 µg su metro cubo, in caso di superamento del valore soglia di 100 µg su metro cubo l'aria viene definita di qualità pessima.
Il calcolo viene effettuato raccogliendo con apposita strumentazione il particolato che si deposita nelle 24 ore, per questo motivo è possibile conoscere i valori misurati soltanto nella giornata successiva alla rilevazione, quindi non si tratta di un valore istantaneo, come invece accade per temperatura, umidità, vento o pressione.
Quando si sbloccherà questa situazione?
Dobbiamo attendere il fine settimana del 18 e 19 gennaio per assistere, con molta probabilità, ad un cambiamento della configurazione barica sull'Europa. Si romperà il blocco anticiclonico che da diversi giorni divide il nostro continente tra Nord e Sud lungo i paralleli ed avremo una probabile ritirata verso ovest dell'alta pressione.
Questo consentirebbe un maggior afflusso di correnti settentrionali sul nostro paese, un maggior rimescolamento nei bassi strati ed un conseguente miglioramento della qualità dell'aria.
La nuova configurazione, se confermata, determinerebbe un abbassamento delle temperature ed un ritorno delle perturbazioni.