Montagna in sicurezza, occhio al meteo e non solo: le indicazioni
Ogni anno ci sono migliaia di interventi del Soccorso Alpino sulle montagne italiane che possono essere evitati con la prevenzione, con miglior preparazione, indumenti adeguati e con maggior conoscenza delle condizioni meteo. Ecco le indicazioni per vivere la montagna in sicurezza.
Come ogni anno con la stagione estiva aumenta la frequentazione delle nostre montagne. Negli ultimi tempi inoltre, in particolare dopo le chiusure del 2020 dovute alla pandemia, è cresciuto fortemente il numero di persone che compie escursioni in montagna, ed il Soccorso Alpino e Speleologico italiano (CNSAS) torna a sensibilizzare sull'importanza della prevenzione, per evitare incidenti.
L'obiettivo è rendere la montagna un luogo più sicuro riducendo gli incidenti umanamente evitabili. La prevenzione e la ricerca di un livello ragionevole di sicurezza sono importantissimi nell'avvicinarsi alla montagna. "La sicurezza - si legge nel sito 'Sicuri in montagna' - va interpretata come un dovere irrinunciabile che rispetti prima di tutto le persone e la loro incolumità, senza creare illusioni e false garanzie".
Fare sempre attenzione al meteo
Uno degli aspetti fondamentali della pianificazione di un'attività in montagna è la conoscenza delle condizioni meteo. Ormai Internet consente di conoscere in dettaglio il tempo che farà in ogni località, ma bisogna sempre tener conto che in montagna i cambiamenti del tempo possono essere molto importanti e rapidi, e che un abbassamento delle temperature in quota è ben diverso da quello che si vive in pianura.
Importante quindi consultare i bollettini meteo locali, tener d'occhio eventuali cambiamenti meteo importanti, e la formazione di temporali, che sono - insieme all'abbassamento repentino delle temperature - fenomeni pericolosi in montagna.
Meteo, allenamento, attrezzatura
"È bene ricordare che, anche sui sentieri apparentemente banali - ricorda il Soccorso Alpino e Speleologico - non bisogna mai dimenticare di considerare attentamente le condizioni del terreno, osservare e prevenire le variazioni del tempo, tenere in considerazione le condizioni fisiche di noi stessi e degli amici che camminano con noi. L'entusiasmo non deve mai offuscare la necessaria prudenza".
Importante quindi valutare le proprie condizioni fisiche. Importante anche l'attrezzatura, con scarpe adeguate e vestiti caldi da indossare in caso di abbassamento delle temperature o forte vento.
La richiesta di soccorso in montagna
Veloci ma senza panico, sono requisiti essenziali per una efficace richiesta di soccorso in montagna, ricorda il CNSAS. Al Soccorso Alpino devono arrivare informazioni precise per rendere l'intervento mirato e veloce.
Il numero unico per l’emergenza sanitaria, attivo su tutto il territorio nazionale, è: 118. All'operatore bisogna richiedere l'attivazione del servizio di soccorso alpino. Si può anche chiamare il numero unico d'emergenza Europeo, il 112.
Uno strumento utile attivo negli ultimi anni è anche GeoResQ, una applicazione per smartphone con servizio di geolocalizzazione e d’inoltro delle richieste di soccorso dedicato a tutti i frequentatori della montagna ed agli amanti degli sport all’aria aperta.
Il servizio, gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e promosso dal Club Alpino Italiano (CAI), consente di determinare la propria posizione geografica, di effettuare il tracciamento in tempo reale delle proprie escursioni e in caso di necessità l’inoltro degli allarmi e delle richieste di soccorso attraverso la centrale operativa GeoResQ.
Bisogna sempre ricordare che il Soccorso Alpino non è un servizio taxi, e che va usato solo in caso di reale emergenza.
Il boom di richieste di soccorso nel 2020
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha diffuso i dati dell’attività 2020, che sanciscono un vero record. L'anno scorso, pesantemente condizionato da lunghi mesi di lockdown, si è registrato il più alto numero di interventi di soccorso nella storia del Corpo. Nei mesi estivi, dopo mesi di lockdown con obbligo di rimanere in casa, valli e cime italiane sono diventate una delle mete privilegiate per milioni di italiani, molti dei quali per la prima volta hanno scelto di trascorrere le ferie in quota.
Purtroppo è emersa, in una parte minoritaria di quest’utenza, un approccio alla montagna superficiale, a volte anche senza una preparazione di base sulle norme di prudenza e prevenzione degli incidenti. Anche per questo si è registrato nel periodo estivo il balzo degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico ha registrato un +45% su scala nazionale.
In totale sono state compiute 10.279 missioni, di cui 7658 in terreno impervio, con l’impiego di 43247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiego. Oltre 450, purtroppo, le vittime in montagna. Il 2020 ha superato seppur di poco – per chiamate di soccorso – il 2019, che a sua volta si era chiuso con un significativo balzo in avanti dell’attività di soccorso rispetto al 2018, passando da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%).
I dati principali
Nell’analisi delle attività che hanno generato le chiamate di soccorso alpino durante il 2020, il primo posto è saldamente occupato dall’escursionismo, con 4579 casi (46,6%), che distanzia di parecchio lo sci alpino, la mountain bike (7,0%), l’alpinismo, che registra 494 infortunati (5%), seguito da altre voci numericamente meno importanti.
Le cadute e le scivolate durante le escursioni sono in testa alla classifica con 4604 casi (46,9%), seguite dalla voce “incapacità” (28,4%), che comprende fra l’altro situazioni quali: perdita di orientamento, sfinimento, ritardo. Al terzo posto troviamo i malori, con 1158 infortunati e 356 chiamate di soccorso invece (3,6%) dovute alle pessime condizioni meteo.
Le persone soccorse sono state 9824 di cui 3635 illesi (37 %), 4093 feriti leggeri (41,7%), 1313 feriti gravi (13,4%), 228 feriti in imminente pericolo di vita (2,3%), 465 deceduti (4,7%) e 90 dispersi (0,9%).
L’impiego del mezzo aereo è stato ancora una volta fondamentale, effettuato soprattutto con gli elicotteri operanti nelle basi operative del SUEM, protagonisti di 3123 missioni di soccorso alpino. Nel 2020 si sono registrati anche quattro incidenti speleologici, che hanno coinvolto quattro speleologi durante esplorazioni in grotta, fortunatamente senza vittime.