Una minaccia invisibile rischia di modificare per sempre il paesaggio di Roma
Da tre anni la proliferazione di un parassita, la cocciniglia tartaruga, sta causando la morte di migliaia di pini, un albero tipico del paesaggio di Roma, modificando per sempre il panorama della città.
Se pensiamo a Roma ci vengono subito in mente i suoi monumenti, i suoi incredibili resti archeologici risalenti all'antica Roma, i vicoletti del periodo medievale e rinascimentale, le sue fontane, le sue piazze, i ponti sul fiume Tevere. Ma Roma è anche una città ricca di verde, dove gli alberi e i parchi fanno da contorno agli splendidi monumenti e alle bellezze artistiche.
Non si può immaginare Roma senza le sue ville, e senza i suoi viali alberati. Dai lecci che popolano le sue piazze, fino ai platani maestosi del Lungotevere e dei grandi viali, passando per le palme ed i pini, gli alberi sono parte importante del paesaggio romano.
I maestosi pini di Roma a rischio
Uno degli alberi che troviamo nelle strade e nelle ville di Roma e che rappresenta un vero simbolo per i romani è il pino domestico (Pinus pinea), un albero diffuso in tutto il Mediterraneo, in modo particolare sulle coste italiane.
È una pianta che può raggiungere i 25 metri di altezza, con una forma slanciata ed elegante celebrata fin dall'antichità dai poeti. La sua presenza nelle ville, ma anche in molte strade della città, è davvero massiccia: si stima che soltanto nelle vie e nei parchi di Roma vi siano circa 50.000 esemplari, ma molti di più sono gli alberi presenti nelle grandi riserve sul litorale romano e negli spazi verdi privati.
Questa specie è molto presente anche fuori Roma, verso il mare, sia lungo la celebre via del mare, la Cristoforo Colombo, sia in grandi spazi naturali come la Pineta di Castel Fusano.
Purtroppo, come accaduto anche con altri alberi, negli ultimi anni il pino domestico è stato attaccato dalla cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), un insetto che si nutre della linfa di questa pianta portandola alla morte.
Questo insetto è arrivato in Italia - come accaduto con altre specie aliene - attraverso il commercio di container provenienti da oltreoceano ed è stato segnalato per la prima volta nel 2015 in Campania. A Roma è arrivato nel 2018.
L'insetto è capace di riprodursi molto velocemente, arrivando a colonizzare i territori in poco tempo. Questo animale - spiega a "Repubblica" Pio Federico Roversi, direttore del CREA - può diventare così numeroso da innescare una situazione epidemica". Il problema è che non ha predatori, e si espande in brevissimo tempo.
Purtroppo l'azione di questi insetti, insieme al cambiamento del clima e agli stress derivanti dalla coesistenza tra alberi e attività urbane, rende gli alberi sempre più fragili, causando una vera e propria strage di pino domestico a Roma e in altre parti del centro-sud Italia.
La situazione nel 2023
Negli ultimi giorni il direttore Piermaria Corona, del Centro di ricerca Foreste e Legno del Crea, che è il Consiglio per le ricerche in Agricoltura, massima autorità nazionale in tema di agricoltura e foreste, ha parlato di "pandemia vegetale" in un'intervista rilasciata a "Affari Italiani".
Al momento l'unico trattamento efficace è con un insetticida che viene inserito nel tronco, ma il trattamento è molto costoso e richiede un gran dispiegamento di personale. Purtroppo, se non si interviene rapidamente, fino all'80% della popolazione di pini domestici a Roma è destinata a scomparire per l'azione di questo insetto. Perderemo un pilastro del panorama romano.