Inizia il periodo del super caldo in Pakistan, primi +50°C del 2020
In questi giorni in alcune località del Pakistan meridionale si sono sfondati i primi +50°C dell'anno, il caldo continuerà a rimanere molto intenso fino all'arrivo del monsone, atteso per giugno.
Con la fine di maggio nell’area indo-pakistana, in attesa dell’arrivo dei monsoni, il caldo comincia a diventare veramente estremo, tanto che in alcune località pakistane si possono sfondare con una certa facilità i +50°C.
Nei giorni scorsi il muro dei +50°C è stato raggiunto, per ben due giorni di seguito, dalla città pakistana di Jacobabad e dalla località di Dadu, dove il caldo è divenuto veramente infernale durante le ore centrali del giorno.
Le temperature massime più alte sulla Terra da inizio 2020
I +50°C registrati da Dadu e Jacobabad rappresentano le temperature massime più alte finora raggiunte sulla Terra dall’inizio del 2020. E nei prossimi giorni queste località potrebbero toccare punte di oltre +51°C +52°C.
Le aree del pianeta dove si possono sfondare i +50°C
Sovente il muro dei +50°C all’ombra in Iraq, come sul Kuwait, in Arabia Saudita e negli altri paesi che si affacciano sulle coste occidentali del Golfo Persico, vedi Pakistan meridionale e India nord-occidentale, si abbatte proprio in questo periodo dell’anno, durante l’avvento dell’estate boreale, con il predominio dell’anticiclone sub-tropicale permanente, legato alla circolazione della “Cella di Hadley”, che sposta il proprio baricentro dalla penisola Arabica verso l’area del Medio Oriente e le vaste distese steppiche dell‘Asia centrale.
Cosa succede in questo periodo dell’anno?
In concomitanza con la risalita verso nord, tra i 25° N e i 35° N, dell’estesa cintura anticiclonica sub-tropicale, annessa alla “Cella di Hadley”, anche il ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale” è costretto a transitare a latitudini ancora più elevate, tra l’Europa e l’Asia centro-settentrionale, con un andamento spesso molto ondulato.
L’assenza del passaggio del ramo della “corrente a getto sub-tropicale” favorisce una persistenza dei regimi anticiclonico dinamici in quota, con il conseguente accumulo di masse d’aria molto calde e secche, d’estrazione sub-tropicale continentale, sopra le vaste distese desertiche dell’area medio-orientale, fino alla media troposfera che innalzano i geopotenziali su valori elevatissimi (forte stabilità atmosferica che rende i cieli sereni inibendo la nuvolosità).
Tutto questo accumulo di calore, fino alla media atmosfera, dopo settimane e mesi di prolungato dominio anticiclonico con aria molto secca, origina un ulteriore surriscaldamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati, indotto anche dai fenomeni di “subsidenza atmosferica” (correnti discendenti che comprimono l‘aria nei bassi strati, scaldandola e deumidificandola ulteriormente) tipici dei regimi anticiclonici dinamici, ben strutturati nell‘alta troposfera.
Se a ciò poi aggiungiamo la continua insolazione diurna su vastissime distese desertiche, vista la totale serenità dei cieli, e la presenza di aria secchissima in prossimità del suolo, è normale poi che i deserti del Medio Oriente si trasformano in autentici forni a cielo aperto.
Quando la calura soffocante raggiunte picchi cosi estremi è sempre accompagnata da tassi di umidità relativa molto bassi, che possono scendere anche al di sotto della soglia minima del 5 % 4 % nelle ore centrali del giorno (il limite strumentale è del 3 %).
Perché sono sempre le stesse le località dove si superano i +50°C?
Le località dove si è attivata la “fornace” sono sempre le stesse, quelle penalizzate dall’orografia, spesso ubicate in profonde valli interne o canyon che le proteggono dai principali flussi eolici meridionali che nel periodo estivo si attivano sul territorio arido e semi-desertico del territorio pakistano.
Nella parte più settentrionale del paese asiatico, pur tenendo in considerazione il fattore dell’altitudine che va gradualmente a crescere man mano che si procede verso settentrione, la calura fino ad ora è risultata più attenuata a causa della ritardata salita di latitudine del ramo principale della “getto sub-tropicale” che dalla penisola Arabica, attraversando l’Iraq, il nord dell’Iran, l’Afghanistan, scorre sopra il nord del Pakistan, l’altopiano tibetano e il sud della Cina.