Come sarà il mese di dicembre? Ecco l'ultima linea di tendenza
Le ultime linee di tendenza stagionali vedono un dicembre dominato dalla variabilità atlantica, con possibili brevi ondate di freddo, soprattutto nell'ultima parte del mese.
Con l’arrivo del mese di dicembre inizia, ufficialmente, l’inverno meteorologico, la stagione più amata da tutti gli appassionati meteo di freddo e neve, ma non solo. Intanto prima di iniziare bisogna specificare che le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino e non oltre a 72 ore), o meglio “linee di tendenza”, sono sperimentali e presentano una importante incertezza, accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.
Eppure rappresentano quello che sarà il futuro della meteorologia. Oggi conoscere il tipo di inquadramento barico che si potrebbe venire a determinare può aiutare l’uomo a pianificare le proprie attività. Per esempio, in campo agricolo, una corretta previsione su scala stagionale permetterebbe una più oculata scelta delle colture agricole in accordo al tipo di stagione in arrivo, unita ad una migliore pianificazione delle attività in campo.
Come ogni mese andiamo a vedere cosa dicono i principali modelli meteorologici internazionali con le previsioni stagionali e mensili a medio e lungo termine. In sostanza la tendenza ci permette di sapere quindi se sarà più o meno piovoso della media, più o meno caldo della media.
Come sarà la prima decade di dicembre?
Analizzando le ultime elaborazioni del modello europeo notiamo che per la prima decade di questo dicembre 2021 si vedranno importanti anomalie di pressione e termiche negative sul Nord Europa e oltre il Circolo Polare Artico, con valori di pressione anche particolarmente bassi sul nord Atlantico, tra Islanda e Isole Britanniche. Sul medio Atlantico e su buona parte d’Europa, invece, avremo anomalie di pressione positive, che predisporranno la circolazione sinottica sull’aerea euro-atlantica sul modello di “NAO” e “AO” positive. Quindi con un vortice polare troposferico che rimarrà, per gran parte del tempo, compatto alle alte latitudini.
Sul nostro Paese ciò si tradurrà con il continuo passaggio di fronti e perturbazioni oceaniche, da ovest verso est, o da nord-ovest verso sud-est, che porteranno piogge, soprattutto sui settori tirrenici e nelle Isole Maggiori. Temperature generalmente nelle medie o di poco sopra le medie al sud. Ci sarà una buona possibilità di vedere ciclogenesi fra mar Ligure, mar Tirreno, basso Adriatico e Ionio, che potranno arrecare ondate di maltempo, soprattutto al centro-sud, con piogge, nevicate sui rilievi, e venti di burrasca con mareggiate.
Tendenza verso la seconda decade
Nonostante l’alta incertezza non sembrano emergere, dalle analisi degli indici climatici, segnali che facciano pensare ad un cambio di rotta delle tendenze, con una predominanza del solito pattern atlantico, ma con la possibilità di assistere ad una maggiore ondulazione del flusso perturbato atlantico (westerlies), con la possibilità di vedere pure delle brevi ondate di freddo (direttrice delle avvezioni fredde da NW o Nord), di aria polare marittima o artica marittima, capaci di portare un po’ di neve fino a quote molto basse sulle Alpi di confine, Appennini, e rilievi delle Isole.
Le regioni del nord, specie il nord-ovest, potrebbero invece vedere una piovosità inferiore alla media, specie nel caso in cui prevalessero i flussi nord-occidentali. Le temperature si dovrebbero mantenere intorno le medie climatologiche di dicembre, anche se non saranno esclusi periodi in cui i valori termici si spingeranno al di sotto delle medie stagionali, durante il passaggio di queste ondulazioni del flusso atlantico.
L’ultima decade come si concluderà? Come sarà il Natale?
Dalle proiezioni modellistiche del modello europeo anche l’ultima parte del mese di dicembre vedrà ancora una predominanza della classica variabilità atlantica, anche se entro la fine del mese, durante il periodo festivo fra Natale e Capodanno, non si può escludere l’ipotesi di un aumento dei valori di geopotenziale in quota e di pressione al suolo, pronti ad aprire le porte del freddo, come la valle del Rodano con il maestrale e valico di Postumia per la bora, sull’Italia.