Meravigliose le nuove immagini della Nebulosa Anello
Il telescopio James Webb continua ad arricchire la nostra galleria fotografica, stavolta è il turno della Nebulosa Anello, detta anche Messier 57.
Per gli scienziati il suo nome è M57 ma in molti la conoscono come Nebulosa Anello a causa della sua particolare forma. Nel corso degli anni è stata fotografata numerose volte grazie alla sua comoda posizione nella costellazione della Lira, a sud della stella Vega, visibile dall’emisfero settentrionale per tutta la stagione estiva, con il suo anello rivolto proprio verso di noi.
Dista dalla Terra circa 2600 anni luce ed è una nebulosa planetaria che, malgrado il suo nome fuorviante, non è altro che quello che resta di una stella morente.
Cosa sono le nebulose planetarie?
Le nebulose planetarie si vengono a formare quando stelle di piccola o media grandezza (ovvero come il nostro Sole), esauriscono la riserva di idrogeno nel loro nucleo. A questo punto gli strati esterni della stella si espandono fino a farla diventare una gigante rossa. La temperatura interna aumenta a tal punto che gli strati più esterni possono essere espulsi anche con violente pulsazioni, sono quindi nebulose ad emissione costituite da un involucro di gas ionizzato incandescente in espansione.
Il nome non molto idoneo con la loro vera natura gli fu dato nel 1780 dall’astronomo William Herschel che ad una prima osservazione le scambiò per sistemi planetari. Nonostante il fraintendimento da allora la comunità scientifica continua a chiamarle nebulose planetarie pur non avendo nulla a che fare con i pianeti. Possono infatti contenere stelle ma non pianeti visibili e costituiscono una breve fase nella vita di una stella.
Queste svolgono un ruolo di fondamentale importanza per l’evoluzione chimica delle galassie, è infatti in questo modo che una stella morente restituisce parte del materiale di cui era composta al mezzo interstellare, ed è per questo che è così importante studiarle.
Ulteriori dettagli sulla Nebulosa Anello
La nostra Nebulosa Anello fu scoperta nel gennaio del 1779 da Antoine Darquier de Pellepoix e da allora in tantissimi l’hanno potuta ammirare anche con piccoli telescopi.
L’ultima sua immagine è stata pubblicata pochi giorni fa, è in realtà un’immagine composita ottenuta combinando tre scatti ottenuti effettuati lo scorso anno con tre filtri diversi della NIRCam (Near Infrared Camera), una fotocamera a raggi infrarossi installata sul telescopio spaziale James Webb.
La risoluzione di questa immagine è altissima, è ricca di dettagli che oltre a renderla strepitosa da un punto di vista estetico, la rendono anche utilissima per accrescere le informazioni di carattere scientifico riguardo questi misteriosi oggetti.
Infatti proprio al centro della nebulosa è ben visibile la stella che ne ha dato origine che, pur avendo iniziato la sua fase di raffreddamento per diventare una nana bianca, si trova ancora ad una temperatura di oltre 100.000 gradi.
Attorno alla zona centrale c’è un grosso anello color viola formato da aggregazioni di idrogeno molecolare più fredde e dense rispetto al resto della nebulosa, si tratta di decine di migliaia di piccoli clumps, al momento gli astronomi ne hanno contati circa 20.000.
È proprio grazie a questa moltitudine di dettagli che si spera di arrivare ad una comprensione più profonda dei cicli di vita delle stelle e della loro eredità rilasciata nel mezzo interstellare alla fine della loro vita.