I mari e i fiumi della Terra stanno perdendo ossigeno a gran velocità, preoccupante avvertimento di alcuni scienziati

In un recente studio, scienziati statunitensi avvertono della rapida diminuzione dell’ossigeno disciolto nei corpi di acqua dolce e salata, che potrebbe compromettere gli ecosistemi acquatici.

ossigeno oceani
La deossigenazione dell’acqua terrestre è una preoccupazione allarmante per gli scienziati. Crediti: Romolo Tavani/Shutterstock.

I livelli di ossigeno disciolto negli ecosistemi marini e nei corpi d’acqua dolce di tutto il pianeta stanno rapidamente diminuendo, suscitando allarme: ciò può mettere in pericolo gli ecosistemi acquatici essenziali e gli scienziati affermano addirittura che sia uno dei maggiori rischi per il sistema che sostiene la vita sulla Terra.

L'acqua della Terra sta esaurendo l'ossigeno

Lo riporta un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution. Secondo lo studio, l’ossigeno disciolto (OD) nell’acqua è essenziale per la salute degli ecosistemi acquatici, sia d’acqua dolce che salata (marina), ed è preoccupante come l'OD di questi ecosistemi stia diminuendo sostanzialmente e rapidamente. E i ricercatori propongono addirittura di aggiungere la deossigenazione acquatica, cioè la diminuzione dell'ossigeno disciolto, all'elenco dei "limiti planetari".

Questi limiti sono quelli che rappresentano i punti critici che, se superati, possono innescare cambiamenti irreversibili nella vita sulla Terra. Gli attuali limiti planetari sono 9: cambiamento climatico, acidificazione degli oceani, distruzione dello strato di ozono, ciclo globale del fosforo, ciclo globale dell’azoto, perdita di biodiversità, scarsità di acqua dolce, utilizzo del suolo e contaminazione chimica.

Uno studio dell’Università di Copenaghen pubblicato nel settembre dello scorso anno ha concluso che 6 dei 9 limiti planetari fondamentali per un pianeta sicuro e stabile sono già stati superati.

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L'eutrofizzazione è la crescita anormale di alghe nei fiumi e nei laghi, che provoca una diminuzione dell'ossigeno nell'acqua, lasciandola di colore verdastro. Credito: Csehak Szabolcs/Shutterstock.com

E quali sono le ragioni di questa diminuzione dell'OD? Ce ne sono due: il primo è che le acque più calde non riescono a trattenere altrettanto ossigeno disciolto e, con le emissioni di gas serra (GHG) che aumentano la temperatura dell’aria e dell’acqua, le acque superficiali stanno diventando meno capaci di trattenere questo elemento vitale.

L’altro motivo sarebbe dovuto alla proliferazione di alghe e batteri, innescati dall’ingresso di fertilizzanti agricoli e domestici, liquami e rifiuti industriali nei corpi idrici, che fa sì che questi microrganismi assorbano rapidamente l'OD disponibile nell’acqua.

E quali sono le conseguenze della riduzione dell’ossigeno?

Nel peggiore dei casi, l'OD diventa così poco che i microbi soffocano e muoiono, portando spesso con sé specie più grandi. Le popolazioni di microbi che non dipendono dall’ossigeno si nutrono quindi dell’abbondanza di materia organica morta, crescendo in modi che riducono la luce solare che raggiunge l’acqua e limitano la fotosintesi.

Ciò finisce per generare un circolo vizioso chiamato eutrofizzazione dell’acqua. L'eutrofizzazione è il processo di contaminazione delle masse d'acqua (fiumi e laghi) che finiscono per acquisire un colore torbido verdastro, lasciando nell'acqua livelli molto bassi di ossigeno disciolto. Gli autori della ricerca chiedono uno sforzo globale per monitorare e indagare sulla deossigenazione dell’acqua del pianeta, insieme a sforzi politici per prevenire una rapida deossigenazione.

“La riduzione delle emissioni di gas serra, dei flussi di nutrienti e degli input di carbonio organico (ad esempio, il carico di acque reflue grezze) ritarderebbe o potenzialmente invertirebbe la deossigenazione”, affermano i ricercatori.

Riferimento allo studio:

Rose, K. C. et al. Aquatic deoxygenation as a planetary boundary and key regulator of Earth system stability. Nature Ecology & Evolution, 2024.