Maltempo, il settore del turismo perde 2,9 miliardi di euro a maggio
La stima della Fipe tiene conto degli effetti di temporali, vento e neve sull'andamento dei consumi e delle imprese.
Oggi 2 giugno di celebra la festa della Repubblica. La data ricorda l'anniversario del referendum costituzionale in cui gli italiani, per la prima volta con suffragio universale, votarono per abbandonare il sistema politico monarchico. Tante le persone che hanno deciso di viaggiare e approfittare dei festeggiamenti in tutta Italia per trascorrere un fine settimane all'insegna del riposo e del bel tempo.
Meno turisti a maggio per il maltempo
Giugno è carico di speranze. Il mese appena trascorso si è chiuso è all'insegna dell'incertezza e del cattivo tempo. Maggio è stato definito il più freddo degli ultimi 30 anni. Ha fatto registrare temperature sotto la media stagionale fino a 10 gradi. La pioggia caduta in alcune Regioni è stata l'equivalente del 50 per cento avuta durante tutto l'inverno. Oltre ai temporali, il Paese è stato sferzato da venti forti e sorpreso dalle nevicate anche a bassa quota: sulle Dolomiti sono caduti circa 30 centimetri di neve.
A risentire degli effetti di un tempo così volubile e quasi imprevedibile è stato soprattutto il settore del turismo che in Italia conta 500 mila imprese. Con il maltempo i viaggiatori sono stati meno incentivati a spostarsi provocando effetti negativi sull'andamento dei consumi e delle attività ricettive.
Per la Fipe il turismo ha registrato una perdita di 2,9 mld di euro
Secondo la stima della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) nel mese di maggio il settore del turismo avrebbe registrato una flessione del 26 per cento equivalente a una perdita di 2,9 miliardi di euro e 50 mila posti di lavoro (oltre 77milioni di ore di lavoro). 600 mila euro sarebbero mancati all'appello solo nel settore della ristorazione. In alcune località turistiche le perdite economiche si aggirano attorno all'80 per cento. È da sottolineare che queste restano delle stime perché la diminuzione delle gite fuori porta e dei consumi stagionali, come acqua, bibite e gelati, non consentono di calcolare con precisione l'andamento nel settore.
“Come Federazione che rappresenta il variegato mondo della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo con oltre 300 mila imprese, da alcuni anni stiamo portando avanti una battaglia culturale per far crescere la sensibilità delle nostre imprese e dei consumatori su tutto ciò che è sostenibilità ambientale", commenta in una nota stampa Giancarlo Deidda, vicepresidente della Fipe. "Alle Istituzioni diciamo che il turismo è particolarmente esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici e per questo ha bisogno del massimo della flessibilità nella gestione dei costi. È vero che non c’è una bacchetta magica per gestire nel breve termine le forze della natura, si può tuttavia lavorare per non far peggiorare la situazione e magari migliorarla nel lungo termine”, ha concluso.