Lampi durante il terremoto: cosa sappiamo su questo incredibile fenomeno
Durante il devastante terremoto in Turchia, sono stati avvistati ancora una volta dei lampi nel cielo notturno. Cosa sono le "luci telluriche", un fenomeno su cui la scienza sta ancora cercando molte risposte e su cui c'è ancora molto dibattito?
Bagliori blu, esplosioni verdastre, scintille di millesimi di secondo che irrompono nel buio della notte. Le cosiddette luci telluriche sono un evento luminoso sorprendente che si verifica a volte in prossimità di aree in cui si registrano movimenti sismici.
Conosciuta anche come "triboluminescenza", questo fenomeno è stato filmato con telefoni cellulari in diverse occasioni negli ultimi anni, laddove si verificavano movimenti della terra. E questo ha riacceso i dibattiti sulla loro provenienza, su cosa produce queste luci e se possono aiutare a prevedere un terremoto.
La risposta più ovvia su cosa produca questi bagliori ha a che fare con l'improvviso crollo dei trasformatori di energia elettrica e la collisione di pali della luce e cavi dell'alta tensione, come conseguenza del movimento tellurico. Qualcosa di simile a grandi cortocircuiti che illuminano il cielo e dopo i quali seguono blackout generalizzati.
Tuttavia, ci sono documenti risalenti a diverse centinaia di anni (almeno dal 1600) che mostrano che questi fenomeni si sono verificati già molto prima dell'esistenza dell'energia elettrica. Queste testimonianze, aggiunte ai documenti più attuali, hanno motivato la ricerca scientifica a formulare delle ipotesi che spieghino questi misteriosi lampi.
La Terra che fa scintille
Uno studio pubblicato nel 2008 sulla rivista Seismological Research Letters definisce gli EQL (Earthquake Lighting) come un insolito fenomeno aereo luminoso, simile nell'aspetto all'aurora boreale, che si può vedere nel cielo vicino ad aree di stress tettonico, attività sismica o eruzioni vulcaniche.
Sostiene inoltre che sono considerati un fatto "scientificamente provato". Ma qual è l'origine di queste luci? Altri studi sul campo ed esperimenti di laboratorio hanno fornito una possibile risposta: il suolo, al di sotto della superficie, è composto da rocce ignee ad alto contenuto di minerali. Ad esempio i minerali ferromagnesici, la cui interazione con l'acqua genera correnti elettriche, che si accumulano e si distribuiscono sotto la superficie.
Ma quando si verifica un movimento sismico, l'attrito fornisce l'ingrediente scatenante. Esteban Hernández Quintero, Coordinatore dei Servizi Geofisici dell'Istituto di Geofisica dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, spiega: “Quando si verifica un terremoto, l'attrito di quelle particelle minerali genera effetti elettrici ed elettromagnetici. Cominciano a rilasciare determinate cariche elettriche o elettroni che cercano una via d'uscita. Quando la trovano, nell'atmosfera, quell'energia che portano – energia cinetica – diventa energia luminosa”.
Anche il centro ricerche Ames della NASA ha affrontato questo mistero. Nel 2014, il cristallografo Friedeman Freund, ha studiato le luci telluriche documentate fin dal XVII secolo e ha avvertito che oltre il 90% di esse si è verificato su faglie che si trovavano in zone di subduzione, cioè dove due delle placche tettoniche del pianeta si scontrano e una scende sotto l'altra.
Secondo il suo studio, queste fessure consentono alle rocce magmatiche che hanno origine nelle profondità di migrare lentamente verso la superficie, dove possono ionizzare l'aria e generare lo spettacolo di luci. Alcuni esperimenti di laboratorio aggiungono prove a queste teorie.
Nel 2014, l'ingegnere biomedico Troy Shinbrot ha presentato i risultati della sua ricerca al meeting dell'American Physical Society. Il ricercatore ha sviluppato un modello che riproduceva, su piccola scala, le rotture e gli attriti che si verificano durante un terremoto. Riempiva le vasche con diversi tipi di materiali - frammenti di roccia, polvere, vetro ed anche farina - e poi le spostava fino a produrre crepe e fessure. Shinbrot ha scoperto che l'attrito ha effettivamente prodotto una tensione elettrica che potrebbe essere responsabile della carica della terra e della generazione delle luci nel cielo.
Nonostante queste spiegazioni, gli scienziati riconoscono che resta ancora molto da studiare sulla triboluminescenza. È un fenomeno che genera ancora polemiche all'interno della comunità scientifica.
Uno dei motivi del dibattito, ad esempio, è come mai le luci appaiono a volte e altre no. L'altra questione ancora in discussione è se sia possibile vederle prima dei terremoti, in modo che possano funzionare come segnali che prevedano i terremoti. Non ci sono ancora prove di ciò, e infatti i terremoti restano ancora fenomeni molto difficili da prevedere..