La salute di milioni di persone a rischio per un’email in più? Facciamo chiarezza sulle emissioni di internet

Secondo uno studio le sole firme delle email in Canada provocano una morte prematura ogni anno. Quanto incide internet e le email nelle emissioni serra? Un approfondimento e alcune riflessioni sull’impatto del settore ICT.

Ogni giorno scarichiamo e inviamo decine di email, ridurne l'uso e alleggerire testo e immagini può salvaguardare vite umane? Ecco alcuni conti e riflessioni.

I settori principali di emissioni di gas serra da combustibili fossili sono la produzione di energia elettrica, i trasporti, le industrie, gli edifici. Questi settori però accorpano a loro volta varie attività, così guardando ai dati specifici per alcuni comparti si scopre il peso forse insospettabile del mezzo con cui ci state leggendo: internet. Che consuma molta energia per tutti i suoi vari sottoservizi; siti web, app degli smartphone, e naturalmente anche le email.

C’è chi, sviscerando i dati, lancia il monito che perfino la banale firma delle email incide sul clima ed anche sulla salute.

Il principio delle 1000 tonnellate di CO₂ per una vita umana

Secondo uno studio pubblicato nel 2023 sulla rivista Energies di MPDI, ogni 1000 tonnellate di biossido di carbonio emesse ne consegue una morte prematura per gli impatti dei cambiamenti climatici, per gli eventi estremi e le conseguenze sulla salute.

In particolare gli autori hanno sottolineato che restare sotto ai 2°C di aumento di temperature rispetto all’era preindustriale, potrebbe evitare ben un miliardo di morti premature nei prossimi decenni, soprattutto nella popolazione dei paesi più poveri e vulnerabili.

Questa “regola delle 1000 tCO2”, può però anche essere utile a quantificare i benefici di piccoli gesti quotidiani ed individuali, sottolineando che insieme possiamo non solo salvaguardare l’ambiente ma anche salvare vite.

Esplicitare le emissioni in termini di vite umane salvate, secondo gli autori, consentirebbe di stimolare la politica energetica verso fonti pulite a zero emissioni, e di evidenziare l’inaccettabilità etica del continuare a emettere CO₂ .

Email e firme: quanto pesano davvero?

Le email, sebbene ora in parte meno usate per scopi personali, sono ancora oggi uno strumento di lavoro e comunicazione quotidiana per quasi tutti gli utenti internet. E se ne inviano tante, anche arricchite da immagini e firme lunghe e ricche di dettagli e loghi.

Data center di Googlea a Eemshaven, nei Paesi Bassi. I server come si vede sono alimentati a energia rinnovabile, con turbine eoliche nelle vicinanze. foto Martin Bergsma - stock.adobe.com

Uno studio di un ricercatore canadese ha così analizzato le emissioni e l’impatto dell'allungamento delle email mediante firme e loghi. Da questo studio risulta che le emissioni aggiuntive per ogni e-mail relativa ai caratteri aggiuntivi incidono per il solo Canada per 1000 tCO2 all’anno. Le emissioni di sole tre parole in più in una email, si sostiene, possono contribuire alla morte prematura di una persona all'anno.

Le emissioni di sole tre parole in più in una email, si sostiene, possono contribuire alla morte prematura di una persona all'anno.

Grandi blocchi di testo come disclaimer legali causano ancora più danni. Immagini e loghi, che contengono quantità di dati ancora maggiori, causano ancora più emissioni e morti.

Cambiare questa abitudine potrebbe così salvare, complessivamente, molte vite umane.

Quanto incidono veramente internet e le email?

L’intero settore ICT (che include data center, reti, smartphone, computer, TV, ecc.) secondo IEA e IPCC incide fra il 2 e il 4% del totale delle emissioni. Non trascurabile, ma è meno dei trasporti aeronautici (3%), e molto meno di trasporti stradali, agroalimentare, riscaldamento edifici. All’interno di questi, le email assommano al 5%, notare che è dunque il 5% del 2.5%, irrisorio in termini assoluti.

Numericamente, una email testuale emette circa 3-4 grammi di CO2, se ricca di immagini e allegati pesanti può arrivare a 40 gCO2. Per confronto, un solo chilometro in auto ne emette 100-150, un volo intercontinentale 1-2 tCO2, pari a 25000 email pesanti.

Inoltre va sottolineato che questi conti sono ripartiti sul totale delle emissioni dell’infrastruttura che c’è dietro una email, non sono cioè aggiuntive. Gran parte dell’energia è consumato a prescindere dall’invio dell’email, usata per tenere accesi server, router, data center, dispositivi.

Un commento critico: attenzione a non confondere il dito con la luna

L’idea di associare le firme nelle email a emissioni climalteranti, fino a stimare addirittura un numero di morti premature, può colpire sul piano comunicativo, ma rischia di semplificare eccessivamente la questione.

Eliminare una firma incide in realtà in modo irrilevante e trascurabile, rispetto a un video in streaming, a milioni di email di spam, o a sistemi cloud poco ottimizzati e ancor meno rispetto a un anno di uso dell’auto, alle caldaie a gas o alle centrali a carbone.

Il rischio, in questo tipo di approccio, è scaricare responsabilità sulle micro-scelte individuali, dando l’illusione di risolvere in modo banale il complesso ed enorme problema della crisi climatica.

Ben vengano la consapevolezza e l’attenzione all’impronta carbonica digitale, ma per affrontare davvero la transizione ecologica servono interventi strutturali: alimentare il digitale e tutto il resto dei consumi con fonti rinnovabili, ridurre gli sprechi reali, ottimizzare server e reti, e combattere le vere fonti di emissioni.

Riferimenti della notizia

Email signatures are harming the planet and could cost people their lives — it’s time to stop using them, The Conversion, https://theconversation.com/email-signatures-are-harming-the-planet-and-could-cost-people-their-lives-its-time-to-stop-using-them-251215

Pearce, J.M.; Parncutt, R. Quantifying Global Greenhouse Gas Emissions in Human Deaths to Guide Energy Policy. Energies 2023, 16, 6074. https://doi.org/10.3390/en16166074