La comma, l'area nuvolosa a forma di virgola responsabile di violente fasi di maltempo
Con il termine “Comma”, nella meteorologia sinottica, si intende un corpo nuvoloso che assume la tipica forma a virgola. Essa è composta da nubi prevalentemente di tipo cumuliformi, con associata forte attività temporalesca.
Con il termine “Comma”, nella meteorologia sinottica, si intende un corpo nuvoloso che assume la tipica forma a virgola. Essa è composta da nubi prevalentemente di tipo cumuliformi, con associata attività temporalesca. Molto spesso la comma è responsabile di forti rovesci di pioggia o intensi fenomeni temporaleschi, con carichi precipitativi veramente importanti.
Secondo le scuole sinottiche europee la comma si formano in seno all’aria fredda post-frontale e rilevano la presenza di un “Eddy Vortex”, generalmente associato al passaggio di un massimo di velocità del “getto” in alta quota (“Jet Streak”). I principali esponenti della scuola meteorologica mitteleuropea attribuiscono alla comma un’origine e una provenienza esclusivamente atlantica. Eppure all’interno del Mediterraneo si è osservata, varie volte, lo sviluppo di comma anche per vortici di altra origine, peraltro non necessariamente associate a sistemi frontali.
Formazione di una comma sul Mediterraneo
La formazione della comma nel bacino del Mediterraneo, spesso responsabili di severe fasi di maltempo, deriva da interazione fra l’”Eddy Vortex” in quota e gli strati più bassa della troposfera, seppure non si identifichi con una ciclogenesi in senso classico. Non per caso, in corrispondenza di una comma si denota l’assenza di una frontogenesi nonostante è possibile osservare un avvezione calda nei bassi strati.
Si può quindi concludere che una comma non presenta aspetti significativi se non in quota. Sul Mediterraneo l’ingresso di un “Eddy Vortex” spesso tende a subire una rapida instabilizzazione. Ciò, inizialmente, comporta lo sviluppo di un tipo di nuvolosità medio-bassa stratiforme. In un secondo momento si inizia a notare un processo di convettività che può dare origine all’attività temporalesca all’interno dell’area nuvolosa.
La segnalazione dell’attività temporalesca, alimentata alle volte dai notevoli scambi diabatici fra il mare caldo e le masse d’aria sovrastanti, implica la presenza della comma.
Da ciò si deduce la necessità di indicare comunque un “Eddy Vortex” con il simbolo proprio della comma a differenza del “Water Vapour Eye”, il quale non viene indicato con il suddetto simbolo. Una recente classificazione prevede la formazione di una comma in due casi specifici e ben determinati. Il primo riguarda la comma da “Eddy Vortex”, mentre il secondo invece è la comma post-frontale.
Comma da “Eddy Vortex” isolato
In questo caso gli “Eddy Vortex” risultano isolati dal flusso principale e possono presentarsi dentro il Mediterraneo con una nuvolosità molto modesta o addirittura assente, specie se proviene da aree continentali. La formazione della comma, in questo caso, sarà generata dall’approfondimento dell’instabilità convettiva, derivata dall’interazione con la calda superficie marina o per effetti orografici (forzatura orografica).
Del resto, in presenza di una comma non sussiste un’area “baroclina” nei bassi strati e quindi un vero e proprio processo frontogenetico. Il ruolo primario dello sviluppo della comma spetta all’avvezione di vorticità ciclonica inserita nell’Eddy.
La comma post-frontale
Questo tipo di comma si forma all’interno di un flusso di aria fredda che segue un fronte freddo, quasi esclusivamente di origine atlantica. Sebbene ancora associabili ad un “Eddy Vortex”, le comma post-frontali si posizionano sull’asse di una saccatura e quindi non deducibile ad un processo di “cut/off”, bensì da un massimo di velocità del “getto”.
Aspetti premonitori consistono nella formazione e il rapido sviluppo di imponenti cumulonembi che individuano una intensificazione dell’instabilità convettiva ad opera del passaggio del ramo del “getto” in quota. La previsione della traiettoria di questa comma risulta piuttosto semplice grazie alle massime velocità del “getto” che spingono l’area nuvolosa, generalmente da ovest ad est.