L’affondamento di diverse petroliere russe provoca una catastrofe ambientale nel Mar Nero: video e situazione
In queste ore assume proporzioni sempre più grandi la catastrofe ambientale in corso nel Mar Nero. Il naufragio di due petroliere - e una terza potrebbe essere danneggiata - sta causando una marea nera nelle aree costiere. Cosa sappiamo finora? La situazione e i video.
C'è forte preoccupazione nelle ultime ore per quanto sta accadendo nel Mar Nero. Domenica scorsa, due petroliere sono state danneggiate da una tempesta nello Stretto di Kerch, che collega il Mar Nero al Mar d’Azov. Successivamente anche una terza nave ha inviato un segnale di soccorso. La prima nave, la Volgoneft 212, si è spaccata in due domenica. La seconda, la Volgoneft 239, si è arenata a 80 metri dalla riva vicino al porto di Taman sul lato est dello stretto.
Nel momento dell'incidente le due petroliere trasportavano tra le 8.000 e le 9.000 tonnellate di prodotti petroliferi. Di queste, secondo le stime, più di 3.000 tonnellate potrebbero essere fuoriuscite in mare, e ci sono già numerosi video pubblicati in rete dalle popolazioni locali che mostrano macchie di mazut (un tipo di olio combustibile) e uccelli intrappolati nel petrolio lungo il litorale nei pressi di Anapa.
L'incidente delle due petroliere russe nel Mar Nero
L'incidente delle due petroliere russe nel Mar Nero sta acquisendo proporzioni sempre più grandi con il passare delle ore. Secondo l'agenzia Reuters, il petrolio fuoriuscito sta raggiungendo "decine di chilometri" di aree costiere del Mar Nero.
L'agenzia aggiunge che una terza nave sarebbe in difficoltà. L'agenzia di stampa TASS ha informato che la terza petroliera ha emesso un segnale di soccorso ma lo scafo sarebbe ancora intatto, e in questo caso non ci sarebbe fuoriuscita di petrolio.
"Gli incidenti che hanno coinvolto le due petroliere nello Stretto di Kerch, che secondo diversi rapporti hanno entrambe oltre 50 anni di servizio, costituiscono una grave minaccia ambientale", ha dichiarato Natalia Gozak, direttrice dell’ufficio di Greenpeace Ucraina.
"Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale. Questo episodio evidenzia un problema ben più ampio: le attività della flotta ombra russa. La Russia impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina. È indispensabile che queste navi vengano aggiunte alla lista delle sanzioni dell’Unione Europea", ha aggiunto Gozak.
Petroliere obsolete e pericolose
Greenpeace Germania aveva già pubblicato un rapporto che identifica le 192 petroliere più pericolose della cosiddetta flotta ombra russa. Questi tanker sono obsoleti, scarsamente assicurati e, in alcuni casi, già segnalati in passato per difetti tecnici e trasferimenti rischiosi di petrolio greggio da nave a nave, riporta in un comunicato l'associazione ecologista Greenpeace.
L’organizzazione ambientalista ha inoltre analizzato le possibili conseguenze di un incidente con queste petroliere al largo delle coste tedesche, simulando una fuoriuscita di petrolio con l’utilizzo di boe GPS. Le boe dotate di trasmettitori sono state dispiegate lungo le rotte seguite dai tanker, e i dati raccolti mostrano come una chiazza di petrolio si propagherebbe lungo le coste tedesche.