Questi sono gli spaventosi dati pluviometrici registrati il 29 ottobre 2024 vicino Valencia, in Spagna
L'AEMET, l'Agenzia Meteorologica Statale spagnola, ha appena confermato i dati sulle precipitazioni più scioccanti della DANA che ha colpito il 29 ottobre scorso la provincia di Valencia, che impiegherà anni per riprendersi completamente dalla catastrofe.
L'impatto della devastante DANA (o goccia fredda), che ha colpito soprattutto la provincia di Valencia alla fine di ottobre, rimarranno nella nostra memoria per molto tempo. Come abbiamo spiegato qui a Meteored con numerosi articoli, si è trattato di un evento straordinario, il più devastante in questo secolo per quanto riguarda questo tipo di fenomeni. E i dati sulle precipitazioni che continuano ad emergere non smettono di sorprenderci.
Un diluvio che ha sfiorato gli 800 mm in 14 ore in alcuni punti di Valencia
La delegazione AEMET (l'Aemet è l'agenzia meteorologica statale spagnola) della Comunità Valenciana ha confermato poche ore fa gli impressionanti dati sulle precipitazioni registrati lo scorso 29 ottobre presso l'osservatorio Turís - Mas de Calabarra: in totale si sono accumulati 771,8 mm (o l/m²) in circa 14 ore, molto vicino al record ufficiale della Spagna, che continuano ad essere gli 817 mm caduti nel comune valenciano di Oliva il 3 novembre 1987.
Naturalmente, va notato che in quest'ultima goccia fredda la torrenzialità sembra essere stata maggiore rispetto all'episodio del 1987.
D'altra parte, non dobbiamo dimenticare l'evento del 1982, quando un complesso convettivo alla mesoscala si concentrò soprattutto a El Caroig - Muela de Cortes, sempre in provincia di Valencia. Gli accumuli giornalieri stimati nella Pantanada furono di quasi 900 l/m² nella Casa del Barón, a Cortes de Pallás. In quest'ultimo caso è più complicato confrontare l'episodio attuale con quello, ma in base alle testimonianze e secondo le misurazioni effettuate potrebbero essere alla pari.
Per stimare l'entità dei dati di Turís, prenderemo come riferimento la piovosità media annua della capitale della Spagna, Madrid, che è di circa 420 mm (o l/m²). A Turís in 14 ore è caduta quasi il doppio della pioggia che di solito si raccoglie in due anni a Madrid. Se la confrontiamo con la città di Valencia, qui la piovosità media annua ammonta a 475 l/m².
Spostandoci in Italia, nel giro di 14 ore sono caduti all'incirca gli stessi quantitativi di pioggia che cadono in media sulla città di Roma, in Italia, in un anno.
AEMET conferma il nuovo record spagnolo di pioggia accumulata in 1 ora
Ma il dato più scioccante in assoluto è senza dubbio quello delle precipitazioni accumulate in un'ora all'osservatorio AEMET Turís: in solo una ora sono caduti infatti 184,6 mm di pioggia. Si tratta di un nuovo record ufficiale di precipitazioni orarie in Spagna, superando i 159,2 mm accumulati a Vinaròs nello stesso periodo il 19 ottobre 2018.
Ed è un sintomo che qualcosa sta cambiando rapidamente nel nostro clima, come vediamo in questi record di precipitazioni associati a precipitazioni estreme. La settimana scorsa hanno cominciato ad emergere dati molto sorprendenti da parte di altre organizzazioni ed enti, come i 784,4 mm misurati in un pluviometro a La Mojonera (tra Godelleta, Turís e Calicanto, a meno di 4 km dall'osservatorio AEMET) appartenente a Sisrite.
Purtroppo non disponiamo di dati ufficiali, ma si stima che nella grande alluvione del sud-est dell'ottobre 1973 la torrenzialità avrebbe potuto essere uguale o maggiore in alcune zone di Almería e Granada. Purtroppo dobbiamo proprio risalire a quella goccia fredda o DANA (sono lo stesso elemento atmosferico) per trovare nella geografia spagnola alluvioni così mortali.
I responsabili di questi diluvi sono solitamente strutture convettive che hanno un alto grado di organizzazione e richiedono una serie di condizioni che abbiamo già spiegato in queste settimane su Meteored. Quando abbiamo anche rilievi esposti ai flussi di umidità del Mediterraneo, le cellule temporalesche possono rigenerarsi sullo stesso punto, soprattutto se il movimento della DANA è molto lento.
Piogge più intense e concentrate di quelle lasciate dalla maggior parte degli uragani
Anche se questo episodio viene paragonato al grande uragano Milton, si tratta di fenomeni che non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro. I grandi uragani provocano impatti importanti a causa di vento, pioggia e mareggiate, ma il loro raggio d’azione è molto più ampio e solitamente sono più prevedibili. D’altronde episodi come quest’ultimo sono molto complessi da prevedere.
Questa goccia fredda ci ha lasciato accumuli giornalieri molto più grandi di quelli scaricati abitualmente dai cicloni tropicali, e concentrati anche in una fascia di superficie relativamente piccola, con grandi accumuli in poche ore, e che sono addirittura massimi a livello mondiale.
Bisogna agire molto rapidamente o anticipare per evitare una tragedia. Fortunatamente, questi episodi estremi di solito si verificano di tanto in tanto e c’è tempo per prepararsi. Quest'ultimo DANA ci ha lasciato uno degli episodi più devastanti della storia recente della Spagna, se prendiamo in considerazione i dati sulle precipitazioni, i morti e le perdite economiche.
Come abbiamo purtroppo visto nel Poio Rambla, ciò provoca grandi e pericolose inondazioni improvvise che durano solo pochi minuti o poche ore in questi sistemi fluviali, quindi le cose diventano ancora più complicate: impatti locali o regionali, ma estremamente catastrofici.
Questa DANA deve segnare una svolta nella prevenzione e gestione dei rischi in Spagna
Le zone più colpite da questa DANA impiegheranno molto tempo per tornare alla normalità, ma purtroppo parte della tragedia sarebbe stata evitata con una migliore comunicazione tra le amministrazioni, che dovranno chiarire le proprie responsabilità. Ma c'è stata anche una mancata comunicazione alla popolazione del rischio rappresentato da questo episodio.
Ancora una volta sembra che dovremo imparare e agire a seguito del disastro, ma ciò che è accaduto questa volta deve segnare un prima e un dopo. E qui la cultura della prevenzione e dell’educazione giocano un ruolo fondamentale. E, naturalmente, dobbiamo accettare che questi fenomeni estremi diventeranno più frequenti se le attuali proiezioni climatiche saranno soddisfatte.