1992-2022, la Protezione Civile Italiana compie 30 anni
La legge numero 225 del 24 febbraio 1992, esattamente trent'anni fa, istituì in Italia il Servizio nazionale di protezione civile, un sistema integrato composto da strutture pubbliche e private, centrali e territoriali, e quindi capillari sul territori.
L’Italia è un paese molto esposto ai rischi geologici e a quelli legati alle attività umane. Si trova in un punto di collisione tra placche tettoniche, con frequenti terremoti, numerose aree vulcaniche attive e un territorio geologicamente giovane dove si passa in poco tempo dalla montagna al mare, con terreni soggetti a instabilità e corsi d'acqua che possono variare di molto la propria portata. Terremoti, vulcani, frane, inondazioni, avvengono inoltre in un territorio densamente abitato, fortemente modificato dalle attività umane.
La necessità di intervenire rapidamente in un'Italia esposta alle catastrofi
Di fronte alle continue catastrofi che hanno sconvolto il paese nel XX secolo (ricordiamo i centomila morti del terremoto di Messina del 1908, o le trentamila vittime del terremoto nella Marsica del 1915), è stata sempre più evidente la necessità di un sistema che assicurasse in ogni area la presenza di risorse in grado di intervenire in tempi brevi e in modo coordinato in emergenza, ma anche di operare per prevenire e, per quanto possibile, prevedere eventuali disastri.
Una delle catastrofi più recenti è stata quella del 23 novembre del 1980, quando il terremoto sconvolse l'Irpinia causando quasi tremila morti. In quell'occasione furono evidenti i ritardi nei soccorsi, la difficoltà di raggiungere i borghi di montagna devastati dal sisma di magnitudo Mw 6,9 per l'assenza di un sistema di intervento capillare. Lo stesso presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, denunciò i ritardi in uno storico discorso. L'anno successivo un altro evento, l'incidente di Vermicino nel quale perse la vita un bambino di 6 anni caduto in un pozzo, mise ulteriormente in evidenza l'urgenza di un sistema di protezione civile.
La nascita della Protezione Civile il 24 febbraio 1992 e la sua particolarità
La legge numero 225 del 24 febbraio 1992, esattamente trent'anni fa, istituì in Italia il Servizio nazionale di protezione civile. La particolarità è che in Italia la protezione civile non è un compito assegnato a un singolo ente, ma questa funzione viene attribuita a un sistema integrato composto da strutture pubbliche e private, centrali e territoriali, e quindi capillari sul territorio. Il Servizio Nazionale, istituito nel 1992 con la Legge n. 225 è stato riformato nel 2018 dal Codice della Protezione Civile. In sostanza è quindi un sistema complesso che, dai Comuni alle Regioni, alle Autorità nazionali preposte, e con il concorso di tutte le forze operative, incluse quelle fondamentali del volontariato, permette di approntare in tempi brevi una struttura unitaria di intervento rapido ed efficace.
Negli ultimi anni si è visto come questa struttura si attiva anche nel caso di altre emergenze, come quella sanitaria per lo scoppio della pandemia di COVID-19. Lo stesso stato di emergenza in cui l'Italia si trova dal 30 gennaio 2020, che ha permesso di mettere in pratica misure in tempi brevi saltando una serie di passaggi, è inquadrato nella legge 24 febbraio del 1992 che ha dato il via alla Protezione Civile.
30 anni di Servizio Nazionale di Protezione Civile
Da 30 anni quindi l'Italia può contare su un Servizio Nazionale di Protezione Civile basato su un sistema coordinato di risorse e competenze. Fa parte di questa rete anche l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con le sue Sale Operative che garantiscono un monitoraggio sismico e vulcanico dell'intero territorio nazionale e l'allertamento per i maremoti nel Mediterraneo.
Il Dipartimento della Protezione Civile interviene anche quando si verifica un fenomeno legato al rischio meteo-idrogeologico e idraulico, in base alla portata dell'evento e alla capacità delle risorse locali di farvi fronte. Se necessario vengono inviati uomini e mezzi sui territori interessati per dare supporto alle autorità locali. In caso di emergenze di rilevanza nazionale il Dipartimento indirizza e coordina l'intervento in emergenza.
La Protezione Civile inoltre, sulla base delle previsioni meteo disponibili, emette gli avvisi di condizioni meteorologiche avverse (con gli allerta che possono arrivare al colore rosso, massima gravità) d’intesa con le regioni coinvolte (alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati). Pubblica anche ogni giorno il bollettino di vigilanza meteorologica nazionale. Altro ambito di azione è quello degli incendi boschivi, o del soccorso alpino e speleologico.
Le parole del presidente della Repubblica per i 30 anni della Protezione Civile
"Le situazioni di emergenza che si sono verificate dopo il 1992 - ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - hanno dimostrato la validità delle scelte compiute ed oggi il Servizio della Protezione Civile può essere annoverato tra le eccellenze del nostro Paese, in grado di fronteggiare situazioni di crisi anche al di fuori dei confini nazionali per prestare aiuto a Paesi colpiti da gravi calamità e con una fondamentale attività di prevenzione e studio diretta a ridurre i rischi derivanti dalle fragilità che il nostro territorio manifesta".
"Nato sulla scia del dramma del terremoto in Irpinia ha aggiunto Mattarella - con il lungimirante contributo del senatore Giuseppe Zamberletti, il Servizio nazionale della Protezione Civile è un esempio di applicazione dei principi di sussidiarietà sanciti nella Carta costituzionale e nei Trattati dell’Unione europea. Lo scoppio della pandemia ne ha evidenziato - fin dalle prime fasi della diffusione del virus - il valore: le donne e gli uomini della Protezione Civile, insieme al personale sanitario, hanno rappresentato ovunque un punto di riferimento per i cittadini, colpiti da una emergenza sanitaria senza precedenti, a conferma della funzione essenziale svolta a salvaguardia di valori costituzionali fondamentali quali l’integrità della vita, delle comunità, dell’ambiente".