Fra India e Pakistan si sta per accendere la fornace: verso i primi +50°C del 2023

Nei prossimi giorni, se non settimane, ci saranno dei luoghi dove la temperatura potrà raggiungere, se non addirittura varcare la soglia fatidica dei primi +50°C nell'area indo-pakistana.

Nei prossimi giorni pero si assisterà ad un incremento della calura su gran parte dell’area indo-pakistana, con i termometri pronti a superare la soglia dei +45°C +46°C.

Anche se in ritardo, rispetto la normale tabella di marcia, a causa di un “getto sub-tropicale” ancora parecchio basso di latitudine, il caldo sta inizia a fare davvero sul serio fra i canyon del Pakistan centro-meridionale e sul vicino confine con l’India occidentale.

Nei prossimi giorni, se non settimane, ci saranno dei luoghi dove la temperatura potrà raggiungere, se non addirittura varcare la fatidica soglia dei primi +50°C di stagione. Difatti l’apice del caldo pre-monsonico nell’area indo-pakistana generalmente si verifica fra la fine di maggio e i primi giorni di giugno.

Proprio in questo periodo dell’anno, con il sole prossimo allo Zenit (raggi solari perpendicolari sulla linea dell’orizzonte durante le ore centrali del giorno), il prevalente regime anticiclonico in quota, la debole ventilazione e l’aria molto secca nei bassi strati, si isola nei bassi strati, fino alla media troposfera, una bolla di aria molto calda e secca che trasforma questi luoghi in autentici forni a cielo aperto.

Nei prossimi giorni attesa l’intensificazione del caldo

In questi giorni le temperature massime sono state tutt’altro che elevate, sia in Pakistan, che nello sconfinato territorio indiano. I valori di umidità relativa più elevati del solito in questo periodo dell’anno, hanno impedito ai termometri di spingersi su valori molto elevati, oltre i +44°C +45°C.

Ma al tempo stesso l’elevata umidità relativa, associata a temperature che in alcune città, come la pakistana Jacobabad, hanno raggiunto i +40°C, ha inasprito l’effetto afa, con un heat index schizzato su valori davvero estremi.

Nei prossimi giorni pero si assisterà ad un incremento della calura su gran parte dell’area indo-pakistana, con i termometri pronti a superare la soglia dei +45°C +46°C, per merito dell’azione di intense “subsidenze atmosferiche” (lenti moti discendenti che comprimono e scaldano ulteriormente l’aria) indotte dal possente regime anticiclonico sub-tropicale, che sale fino al sub-continente indiano.

Finora le massime più elevate si erano stabilite in altre località pakistane, soprattutto nelle giornate molto secche, serene e caratterizzate da una ventilazione calma nei bassi strati. Ora con la lenta risalita dell’anticiclone permanente sub-tropicale, verso latitudini più settentrionali, il caldo comincerà a fare sul serio sul Pakistan centro-meridionale.

Specie in quelle località dove si attivata la “fornace”, poiché penalizzate dall’orografia, ubicate in profonde valli interne o canyon che le proteggono dai principali flussi eolici che si attivano sul territorio arido e semi-desertico del territorio pakistano.

Generalmente già in questo periodo, nelle giornate con scarsa ventilazione e umidità relativa molto bassa, il muro dei +50°C si può superare con una certa facilità pure in città come Sibi o la stessa Jacobabad.

Quando si raggiungono i +50°C?

Generalmente già in questo periodo, nelle giornate con scarsa ventilazione e umidità relativa molto bassa, il muro dei +50°C si può superare con una certa facilità pure in città come Sibi o la stessa Jacobabad. In tal caso si tratterebbe dei primi +50°C raggiunti sulla Terra in questo inizio anno. Da notare come negli ultimi 10 anni il muro dei +50°C è stato superato sempre più spesso sull’area pakistana.

Entro la fine di maggio l’onda di calore semi-permanente investirà in modo deciso e continuato il Pakistan centro-meridionale, in particolare le regioni lungo il confine con l’India occidentale. Ma il caldo diverrà intenso anche in molte aree della vicina India, accompagnandosi a valori di umidità relativa medio-bassa, pronti a rendere la calura ancora più insopportabile, con un effetto “afa” eccezionale.

Nella parte più settentrionale del Pakistan, pur tenendo in considerazione il fattore dell’altitudine che va gradualmente a crescere man mano che si procede verso settentrione, la calura fino ad ora è risultata molto più attenuata a causa della ritardata salita di latitudine del ramo principale del “getto sub-tropicale”, il quale dalla penisola Arabica, attraversando l’Iraq, il nord dell’Iran, l’Afghanistan, scorre sopra il nord del Pakistan, l’altopiano tibetano e il sud della Cina.

Il transito del ramo principale del “getto sub-tropicale” sopra il nord del Pakistan al momento impedisce l’avanzata verso latitudini più settentrionali dell’anticiclone sub-tropicale che domina sull’area medio-orientale, l’Iran e il Pakistan meridionale.

L’intensa calura alla base dell’attivazione del monsone

La forte ondata di calore che ogni anno, a maggio, investe l’area indo-pakistana è alla base dell’attivazione del famosissimo monsone indiano. L’intenso riscaldamento dell’area indo-pakistana produce una profonda depressione termica, con un calo dei valori barici a suolo.

Tale depressione termica, attiva al suolo, con valori che scendono sotto i 990 hPa fra il Punjab e le pianure del Gange, tende a risucchiare aria umida dal mar Arabico e dall’Oceano Indiano che penetrando sul territorio dell’India e del Pakistan, interagendo con i rilievi, origina estesi annuvolamenti, forieri di piogge e rovesci continui, che caratterizzano il monsone estivo.