In Sicilia mai così tanta pioggia negli ultimi 5 anni, devastanti gli effetti delle mareggiate e dei tornado sull'Isola

Dai dati forniti dal Sias per trovare un giorno più piovoso di ieri bisogna tornare indietro al 25 marzo 2020, il giorno che salvò dalla crisi idrica il seguito di quell'intera annata, iniziata con due mesi asciutti come mai era stato rilevato in precedenza.

Tornado Sicilia.
Uno dei fenomeni più violenti che ha caratterizzato questa ondata di maltempo in Sicilia è stato il tornado che ha investito nel pomeriggio di venerdì l'area fra Avola e Noto. Altri fenomeni vorticosi sembra siano stati avvistati nel Siracusano e nel Catanese.

Come ampiamente previsto la scorsa settimana in questo articolo, la Sicilia lo scorso venerdì 17 gennaio 2025 è stata investita da una delle più intense ondate di maltempo registrate nell’ultimo decennio.

Il ciclone extra-tropicale “Gabri” entrerà certamente nell'elenco dei fenomeni meteorologici più importanti degli ultimi anni per la Sicilia. I danni però sono ingenti, soprattutto per gli allagamenti, le devastanti mareggiate che hanno flagellato il litorale ionico, e non solo. Oltre ai gravi danni prodotti dal passaggio di un tornado mesociclonico, fra Avola e Noto.

Il giorno più piovoso degli ultimi 5 anni

Come tutti i cicloni che rimangono incastrati sul Canale di Sicilia anche “Gabri” ha provocato una intensa ondata di maltempo, distribuita sull’intero territorio dell’Isola, da Est ad Ovest, il tutto accompagnato da venti molto forti, di scirocco e levante, che hanno raggiunto l’intensità di burrasca forte e tempesta.

Dai dati forniti dal Sias (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) per trovare un giorno più piovoso di ieri bisogna tornare indietro al 25 marzo 2020, il giorno che salvò dalla crisi idrica il seguito di quell'intera annata, iniziata con due mesi asciutti come mai era stato rilevato in precedenza.

Sulle serie SIAS 2002-2024 quello di venerdì 17 gennaio 2025 risulta per la media regionale è il 10° giorno più piovoso di tutto il periodo.

Anche quest'anno si attendono eventi utili a superare una grave siccità e la giornata di venerdì 17 ha dato certamente un contributo importante al settore agricolo e zootecnico, ponendo ad esempio le premesse affinchè le produzioni di foraggio e cereali possano affrontare le prossime settimane con buone riserve idriche accumulate nei suoli.

Anche l'agrumicoltura ha ricevuto in genere apporti che permettono di sospendere attività irrigue, che localmente sono proseguite fino alle scorse settimane.

La distribuzione delle piogge è stata tuttavia molto disomogenea sul territorio e restano notevoli deficit da recuperare per la ricostituzione delle riserve idriche, specie sul settore occidentale e in molte aree centrali dove in questa fase le piogge sono state meno abbondanti.

L’intensità delle precipitazioni

Dal punto di vista dell'intensità degli eventi, in generale i fenomeni, pur violenti, non hanno superato l'intensità di altri eventi precedenti. La linea temporalesca che ha risalito il territorio da Sud verso Nord ha originato piogge con intensità spesso da nubifragio, ma non hanno assunto quasi mai assetti stazionari.

I fenomeni davvero estremi hanno riguardato solo il settore etneo e il settore peloritano, dove ha giocato un ruolo fondamentale l'orografia, determinando imponenti fenomeni di stau.

Sulla rete SIAS gli unici record di intensità di precipitazione superati riguardano la breve serie 2013-2025 della stazione Linguaglossa Etna Nord (1875 m s.l.m), dove sono stati registrati i massimi accumuli della serie in 1 ora (67 mm), in 3 ore (165,0 mm) e in 6 ore (250,4 mm). Quantitativi che sui suoli lavici e sulle rocce fessurate del vulcano sono preziosi per la lenta ricarica dei generosi corpi idrici sotterranei etnei.

Mareggiate.
Lungo tutto il litorale ionico della Sicilia, da Capo Passero fino alla zona Sud di Messina, causa l’ampio “Fetch”, sono arrivate onde enormi, alte anche più di 6 metri, che hanno distrutto diversi lungomari, aprendo voragini sulle strade.

Nell’area di Fondachelli Fantina, in provincia di Messina, la stazione meteorologica gestita dal Dipartimento di Protezione Civile Regionale, ha registrato un massimo accumulo di oltre 300 mm in 120 ore.

Anche i venti di burrasca sono stati protagonisti della giornata di ieri, insieme ai tornado che si sono sviluppati sul Siracusano, fra Avola e Noto.

Anche in questo caso, sono molto pochi gli eventi di superamento dei massimi delle serie SIAS 2002-2024. Per esempio la stazione Calascibetta (EN) con 26,0 m/s a 2 m di altezza dal suolo (93,6 km/h) ha superato il massimo precedente di 25,1 m/s registrato il 20/05/2023.

Fra le misure a 10 m di altezza dal suolo la stazione Ragusa con 34,1 m/s (122,8 km/h) ha superato il massimo precedente di 33,7 m/s registrato il 10/03/2012 (tempesta Athos).

La stazione Agira (EN) con 31,3 m/s (112,7 km/h) ha superato il massimo precedente di 27,6 m/s registrato anch'esso il 10/03/2012.

Le mareggiate sono state uno dei fenomeni più devastanti, come del resto avevamo già previsto in questo articolo. Lungo tutto il litorale ionico della Sicilia, da Capo Passero fino alla zona Sud di Messina, causa l’ampio “Fetch”, sono arrivate onde enormi, alte anche più di 6 metri, che hanno distrutto diversi lungomari, aprendo voragini sulle strade, come a Catania (zona lungomare), o nel comune rivierasco di Santa Teresa di Riva, nel Messinese.

Anche i porti delle Isole Eolie, esposti a levante, hanno subito gravi devastazioni, venendo investiti da onde di “mare vivo” alte più di 3 metri, prodotte da venti molto forti da Est ed E-NE, in discesa dai rilievi della prospiciente costa calabrese.

I tornado sul Siracusano

Uno dei fenomeni più violenti che ha caratterizzato questa ondata di maltempo in Sicilia è stato il tornado che ha investito nel pomeriggio di venerdì l'area fra Avola e Noto (probabilmente nato sul mare). Altri fenomeni vorticosi sembra siano stati avvistati nel Siracusano e nel Catanese.

Quello documentato nella zona di Noto ha provocato diversi danni, fortunatamente senza causare feriti. Da una prima valutazione sembrerebbe un tornado classificabile come un EF1 sulla Enhanced Fujita scal. Probabilmente i vortici di ieri erano di più, ma molti sono rimasti in mare.

In Sicilia i fenomeni vorticosi supercellulari sono tutt'altro che rari, specie nell'area della Piana di Catania (fra la zona sud della città l'aeroporto e le aree più interne). Il problema non è l'aumento della frequenza (ancora da dimostrare), ma l'incremento della loro intensità.

Studi di letteratura hanno dimostrato come un Mediterraneo sempre più caldo può favorire tornado piu' intensi rispetto al passato, anche con una temperatura di solo +1°C rispetto alla media climatologica.