In Puglia la siccità si fa più grave, il Tavoliere rischia di finire senz'acqua la prossima estate

La siccità che affligge la regione ha raggiunto livelli critici, con una disponibilità di acqua pari alla metà di quella necessaria per garantire l’irrigazione delle coltivazioni. L'area del Tavoliere rischia di rimanere senz'acqua la prossima estate.

Siccità
Le piogge insufficienti degli ultimi anni hanno svuotato i bacini, e i progetti per migliorare la gestione idrica languono. L'emergenza rischia di aggravarsi sul Tavoliere.

Lo scorso anno è toccato alla Sicilia fare i conti con una delle più gravi fasi siccitose osservate negli ultimi 70 anni. Ora sembra toccare alla Puglia. Se non arriveranno piogge degne di nota l’agricoltura nel Tavoliere rischia di dover affrontare una delle più gravi crisi idriche osservate.

La siccità che affligge la regione ha raggiunto livelli critici, con una disponibilità di acqua pari alla metà di quella necessaria per garantire l’irrigazione delle coltivazioni. Una situazione che minaccia non solo il raccolto di quest’anno, ma anche l’intera economia agricola della zona, considerata una delle più produttive del Sud Italia.

Un territorio in ginocchio

Il Tavoliere delle Puglie, la più grande pianura del Meridione, è da sempre un simbolo di fertilità. Qui si coltivano grano, pomodori, ortaggi, legumi, ulivi e viti, prodotti che rappresentano una fetta significativa del comparto agricolo pugliese.

Le scarse piogge cadute in questa stagione invernale hanno ridotto al minimo la capacità degli invasi. Un anno fa, i quattro laghi artificiali gestiti dal Consorzio per la bonifica della Capitanata contenevano 138 milioni di metri cubi d’acqua, già ben al di sotto della capacità massima di 250 milioni. Oggi, la situazione è ulteriormente peggiorata, e le riserve non bastano più a soddisfare le esigenze dell’agricoltura e della popolazione.

Secondo una stima del consigliere regionale pugliese Antonio Tutolo, il settore agricolo della provincia di Foggia potrebbe subire perdite per almeno 1,4 miliardi di euro nel 2025, su un prodotto complessivo di circa 7 miliardi.

Dalla poca pioggia alle infrastrutture insufficienti

La Puglia è una regione naturalmente vulnerabile alla siccità. Gran parte dell’acqua utilizzata proviene da regioni vicine, come il Molise e la Campania, attraverso invasi come il lago di Occhito e quello di San Pietro sull’Osento.

In condizioni ottimali, i bacini della Capitanata potrebbero fornire 330 milioni di metri cubi d’acqua, di cui 60 milioni destinati all’Acquedotto Pugliese per uso domestico e industriale, lasciando circa 140 milioni per l’irrigazione di 1.400 chilometri quadrati di terreni agricoli. Ma le condizioni attuali sono lontane dall’essere ideali.

Le piogge insufficienti degli ultimi anni hanno svuotato i bacini, e i progetti per migliorare la gestione idrica languono. Due interventi infrastrutturali potrebbero fare la differenza: un collegamento con il lago del Liscione in Molise, che spesso accumula eccedenze d’acqua inutilizzate, e la costruzione di una nuova diga vicino ad Ascoli Satriano, nel sud della provincia.

Siccità.
La siccità che affligge la regione ha raggiunto livelli critici, con una disponibilità di acqua pari alla metà di quella necessaria per garantire l’irrigazione delle coltivazioni.

Tutti e due i progetti sono ancora in fase preliminare, con fondi non stanziati per il primo e tempi lunghi per il secondo. Nel breve periodo, quindi, non si intravede una soluzione.

Un grido d’allarme per il futuro

La crisi idrica non è solo un problema stagionale, ma un segnale di allarme per il futuro dell’agricoltura pugliese. La Capitanata, che da sola produce una quantità significativa di derrate alimentari per l’Italia, rischia di vedere compromessa la sua identità di “granaio del Sud”.

Gli agricoltori locali chiedono interventi immediati, mentre le istituzioni regionali e nazionali sono chiamate a rispondere a una situazione che non può più essere affrontata con misure tampone.

La siccità del 2025 potrebbe essere ricordata come un punto di svolta o si investe in una gestione sostenibile delle risorse idriche, o il Tavoliere delle Puglie rischia di trasformarsi da terra fertile a simbolo di un’emergenza climatica fuori controllo.