Il Polo Nord sta registrando temperature anomale positive in pieno inverno: “è pazzesco”, avvertono gli esperti

Una larga fetta dell’Artico è stata investita da una fortissima ondata di calore che ha spinto i termometri su valori ampiamente positivi. Si tratta di un evento sconcertante, che ha lasciato senza parole molti addetti ai lavori.

Caldo eccezionale al Polo Nord.
ha registrato un impressionante aumento delle temperature, per l’intrusione di masse d’aria molto miti, ricche di umidità, provenienti dalle medie latitudini dell’Oceano Atlantico.

La settimana scorsa su una larga fetta dell’Artico si sono registrate temperature positive, sopra la soglia dei 0°C, in pieno inverno. Si tratta di un evento sconcertante, che sta lasciando senza parole molti addetti ai lavori.

Dai dati elaborati, sia dalle stazioni terrestri, che dai satelliti, è stato possibile osservare come in alcune aree remote del Polo Nord, nei giorni scorsi, si sia registrata un’anomalia di ben +34°C.

Si tratta di un’anomalia davvero impressionante, fuori controllo, che mette in evidenza, ancora una volta, come il cambiamento climatico continui a galoppare senza sosta, abbattendo record su record.

Caldo eccezionale nel cuore dell’inverno

Negli ultimi giorni il Polo Nord, soprattutto nell’area fra Artico norvegese e Artico russo, ha registrato un impressionante aumento delle temperature, per l’intrusione di masse d’aria molto miti, ricche di umidità, provenienti dalle medie latitudini dell’Oceano Atlantico.

Anche se queste zone ancora non vedono la luce del sole, l’avvezione calda, proveniente dalle medie latitudini atlantiche, ha fatto alzare i termometri di ben 34 gradi rispetto alla media prevista per questo periodo dell'anno.

Particolarmente colpite le Isole Svalbard, dove l’aria molto mite ha spinto i termometri sopra gli zeri gradi per diversi giorni.

Diversi giorni con temperature sopra il punto di congelamento

Oltre all’intensità dell’ondata di caldo, stupisce pure la sua estensione, fino al cuore del Polo Nord, e la sua durata, per svariati giorni consecutivi. Avere temperature sopra il punto di congelamento per più giorni consecutivi, nel cuore dell’inverno, ha impressionato i climatologi.

L'estensione delle anomalie termiche sull'Artico.
Oltre all’intensità dell’ondata di caldo, stupisce pure la sua estensione, fino al cuore del Polo Nord, e la sua durata, per svariati giorni consecutivi. Avere temperature sopra il punto di congelamento per più giorni consecutivi, nel cuore dell’inverno, ha impressionato i climatologi.

Basti pensare che per più giorni diverse stazioni dell’Artico hanno superato le temperature che in quei momenti si registravano nel cuore dell’Europa. Ciò sta ad indicarci l’entità della “scaldata” che ha interessato la regione artica.

Va detto che in passato, nel marzo del 2018, un’altra importante ondata di caldo interessò la regione artica, tanto che in Groenlandia la temperatura per 61 ore di fila si portò sopra la soglia dei +0°C, con conseguenze notevoli per i ghiacciai.

Ecco i dati dell’incredibile riscaldamento

"Questo è stato un evento di riscaldamento invernale molto estremo", ha affermato Mika Rantanen, dell'Istituto meteorologico finlandese. "Probabilmente non il più estremo mai osservato, ma comunque al limite superiore di ciò che può accadere nell'Artico".

La combustione di combustibili fossili ha riscaldato il pianeta di circa +1,3 °C dall'epoca preindustriale, ma i Poli si stanno riscaldando molto più velocemente man mano che il ghiaccio marino riflettente si scioglie. L'aumento delle temperature medie ha portato a un aumento di estati estremamente calde e inverni inquietantemente miti.

Le preoccupazioni degli esperti

L'Artico si è riscaldato quasi quattro volte più velocemente della media globale dal 1979 e il caldo estremo è diventato più caldo e più comune. Le temperature che salgono sopra lo zero sono motivo di particolare preoccupazione perché sciolgono il ghiaccio, ha affermato Dirk Notz, climatologo presso l'Università di Amburgo.

"Non si può negoziare con questo fatto e non si può negoziare con il fatto che il ghiaccio scomparirà sempre di più finché le temperature continueranno a salire".

Uno studio di cui Notz è coautore nel 2023 ha scoperto che il ghiaccio marino estivo artico andrebbe perso anche con drastici tagli all'inquinamento che riscalda il pianeta.

"Prevediamo che l'Oceano Artico perderà la sua copertura di ghiaccio marino in estate per la prima volta nei prossimi due decenni", ha affermato Notz. "Questo sarà probabilmente il primo paesaggio a scomparire a causa delle attività umane, il che dimostra ancora una volta quanto siamo diventati potenti noi umani nel plasmare il volto del nostro pianeta".