Il complesso mondo del mercato del carbonio: cosa sono e come funzionano le quote e le compensazioni di CO2?

Carbon Market, Cap&trade, carbon offset: termini spesso discussi nei negoziati e contestati da alcuni ambientalisti che fanno parte del complesso mondo degli strumenti di mercato per la riduzione dei gas serra. Cosa sono, e funzionano veramente?

Uno schema semplificato di come funzionano crediti di carbonio e mercato della CO2

Spesso contestati, talvolta accusati di frodi o di “neocolonialismo climatico”, i “meccanismi di mercato” della CO2 sono strumenti fondamentali per l’applicazione dell’Accordo di Parigi sul clima. Sono alternativi e completamentari a strumenti non di mercato, come per esempio la tassazione del carbonio (carbon tax) o, in casi estremi e in tendenza futura, divieti di emissione.

Così importanti da essere oggetto di accese discussioni e anche del successo o fallimento delle COP, conferenze delle Parti sui cambiamenti climatici.

Proviamo, in modo semplice e discorsivo, a capire quali sono e le differenze i vari strumenti finanziari del mondo del carbonio.

Il concetto “one ton is one ton”

Dietro ai meccanismi di cui parleremo a seguire, c’è il concetto “one ton is one”. Una tonnellata di CO2 (o meglio di CO2 equivalente, che tiene conto di tutti i gas serra a seconda del loro potenziale di global warming) vale una tonnella. Ovunque questa sia emessa, assorbita o evitata. In pratica se io emetto in un luogo e evito o assorbo CO2 da un’altra parte, si presuppone che il bilancio del carbonio e l’effetto sul clima sia nullo.

Concetto discutibile, specie per quel che riguarda i tempi di emissione e assorbimento nonché gli aspetti etici, morali e sociali di queste pratiche.

I Crediti di Carbonio

I crediti di carbonio sono strumenti finanziari ideati per incentivare la riduzione delle emissioni di gas serra. Un credito di carbonio rappresenta una tonnellata di CO2 equivalente che è stata evitata, ridotta o rimossa dall'atmosfera.

I crediti di carbonio nascono da progetti che favoriscono la riduzione delle emissioni, come impianti ad energia rinnovabili, riforestazioni, efficienza energetica. Questi crediti vengono posti su un apposito mercato regolamentato nelle varie borse, e possono essere acquistati per compensare emissioni di una industria o venduti da chi li detiene e ha per esempio migliorato l’efficienza energetica o altro. Si inseriscono nel più complesso sistema delle quote di CO2 che descriviamo ora.

Le quote di CO2 e Il Sistema Cap-and-Trade

Introdotte dall’accordo di Kyoto per il clima, le quote di CO2 sono un sistema che dovrebbe favorire un graduale abbassamento delle emissioni, lasciando al mercato delineare tempi modi e costi.

I governi, o per esempio l’Unione Europea, stabiliscano il “CAP”, un limite di emissione per settori e/o aziende energivore. Distribuiscono poi permessi di emissione alle imprese coinvolte, che cosi sono autorizzate all'emissione di una certa quantità di CO2.

Le aziende che riducono le proprie emissioni sotto il livello dei permessi assegnati possono vendere i permessi in eccesso ad altre aziende che superano i loro limiti. Col tempo, i permessi rilasciati dovrebbero poi calare così da ridurre nel complesso le emissioni.

Il trade, commercio, è lasciato al mercato: per esempio una industria può trovare conveniente se vuole aumentare la produzione, ad esempio di acciaio, acquistare crediti di carbonio, compensazioni o crediti di carbonio da altre industrie che invece per esempio hanno migliorato l’efficienza energetica e vendono così le quote sul mercato.

Le compensazioni di CO2

Questo strumento può affiancare il cap&trade, o intervenire in modo volontario per alcuni settori, come i trasporti aeronavali, in cui a tutt’oggi è molto difficile ridurre le emissioni.

Schema semplificato delle compensazioni di CO2.

Le compensazioni di CO2 sono praticate investendo in progetti che riducono, evitano o assorbono gas serra. Può essere per esempio un impianto di energia rinnovabile in un paese in via di sviluppo o un progetto di riforestazione e tutela delle foreste. Sono questi strumenti fondamentali verso il “net zero”, la neutralità carbonica che dovrebbe essere raggiunta nel 2050.

Affinchè funzionano, le emissioni e assorbimenti devono essere correttamente calcolate, i progetti devono essere addizionali, con effetti permanenti nel futuro, identificati in modo preciso, non devono nascere doppi conteggi nonché un organismo esterno deve verificare e certificare tutta la filiera.

Pregi e difetti del carbon market

Molte organizzazioni ambientaliste criticano questi strumenti, fino ad accusare di neocolonialismo climatico alcuni progetti di compensazione o contestare una sorta di indulgenza delle emissioni. Il concetto stesso “one ton is one ton” è scientificamente discusso e mai realmente provato come efficace.

Fondamentali in questi meccanismi i monitoraggi e i controlli, nonché le sanzioni a chi eccede le quote o viola le regole. Purtroppo in pratica sono emersi vari problemi col tempo, incluso truffe, elusioni e il crollo del mercato a seguito delle varie crisi economiche.

Ciò nonostante le accese discussioni alle COP confermano che questi strumenti sono una importante parte per raggiungere le emissioni nette zero. Affinchè funzionino è essenziale un quadro regolamentare chiaro, una rigorosa verifica delle emissioni e l'adozione di misure complementari di riduzione delle emissioni dirette.