Il ciclone Boris causa catastrofiche alluvioni in Europa: registrate piogge straordinarie, fino a 500 mm in pochi giorni
Le piogge copiose che stanno colpendo l’Europa centro-orientale, dall’Austria alla Repubblica Ceca, passando per la Polonia meridionale, la Romania e la Moldavia, sono prodotte da un particolare quadro sinottico di blocco.
Purtroppo, come avevamo previsto in questo articolo, un drammatico evento alluvionale sta sconvolgendo vaste aree dell’Europa centro-orientale, dove da giorni sono in atto precipitazioni di carattere torrenziale.
Le piogge copiose che stanno colpendo l’Europa centro-orientale, dall’Austria alla Repubblica Ceca, passando per la Polonia meridionale, la Romania e la Moldavia, sono prodotte da un particolare quadro sinottico di blocco, che vede una circolazione depressionaria, denominata “Boris”, rimasta pressoché stazionaria sulla regione danubiana.
Situazione drammatica in diverse nazioni
Le terribili inondazioni che stanno colpendo l’Europa centro-orientale stanno causando anche delle vittime e migliaia di sfollati. In Romania si contano già 6 morti, di cui 4 nella regione di Galati, dove ben 5000 abitazioni sono state danneggiate.
"Siamo di nuovo di fronte agli effetti del cambiamento climatico, sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche", ha affermato il presidente rumeno Klaus Iohannis. "Dobbiamo continuare a rafforzare la nostra capacità di anticipare eventi meteorologici estremi."
Da giovedì diverse zone di Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia e Polonia sono state colpite da forti venti e piogge insolitamente violente. Nella bassa Austria si registrano le prime evacuazioni dopo lo straripamento del fiume Danubio.
Problemi anche all’aeroporto di Vienna, a Schwechat, operativo ma con forti ritardi a causa del forte vento. Allagamenti si registrano anche nel Salisburghese e in Alta Austria. In alcune stazioni meteorologiche del Paese gli accumuli di pioggia nelle ultime ore avrebbero superato la soglia dei 300 mm.
Situazione molto difficile anche in Polonia, con oltre 1.600 persone portate in salvo a causa delle inondazioni che hanno investito la zona di Klodzko, nella parte meridionale del Paese, dove una persona (un pompiere volontario) è morta annegata. Anche l'esercito è stato chiamato a dare man forte ai soccorsi.
Un fiume è esondato e risulta attualmente ben 6 metri al di sopra del livello di guardia. A Stronie Ślonskie, poco lontano dal confine con la Repubblica Ceca è crollata una diga e le acque hanno invaso le strade. «La situazione è drammatica» ha confermato il primo ministro Donald Tusk.
Fino a oltre 500 mm di pioggia in Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca è l’epicentro di queste catastrofiche alluvioni. Ben 80.000 persone hanno dovuto abbandonare le loro case per quelle che le autorità di Praga definiscono la peggior alluvione che ha investito il Paese negli ultimi 55 anni.
I dati sono stati diffusi dal direttore generale dei vigili del fuoco Vladimir Vlcek, il quale ha aggiunto che ci sono quattro dispersi. Le più colpite sono le regioni della Moravia e della Slesia dove negli ultimi giorni sono già caduti 500 millimetri di pioggia. Si tratta di un accumulo di pioggia davvero straordinario per l’area, che indica anche l’entità dell’evento meteorologico estremo.
Un robusto promontorio anticiclonico sulla Russia blocca il flusso atlantico
Come tutti gli eventi alluvionali che storicamente hanno colpito l’Europa centrale, e l’area carpatico danubiana, ci troviamo di fronte a una situazione di blocco, causa la presenza, più ad est, di un promontorio anticiclonico di blocco, eretto lungo i meridiani, che sbarra la strada alle perturbazioni e ai sistemi frontali provenienti dall’Atlantico.
In questo caso troviamo in azione un promontorio anticiclonico che dall’Asia Minore allunga la propria cresta verso la Russia settentrionale, grazie all’alimentazione fornita da un esteso flusso d’aria molto calda, soprattutto in media troposfera, che dalla Turchia si propaga fino alla Russia, rafforzando ulteriormente la struttura anticiclonica.
Questo anticiclone possente fa però da muro al vortice depressionario freddo, denominato “Boris”, che proveniva dall’Italia settentrionale, costringendo quest'ultimo a rimanere bloccato per interi giorni sull'Europa danubiana.
Il vortice depressionario, isolandosi dal flusso perturbato principale, evolvendo in un “cut/off”, è rimasto stazionario sull’area danubiana, con l’annesso sistema frontale stagnante nei bassi strati che ha contribuito ad arrecare precipitazioni persistenti, sia da nuvole stratificate (nembostrati) che cumuliformi (cumulonembi). Al contempo, da quella posizione, “Boris” è stato capace di risucchiare, sia dal Tirreno che dall’Adriatico, enormi quantitativi di vapore acqueo che hanno contribuito a estremizzare i carichi precipitativi.
Peraltro, analizzando le mappe dei geopotenziali a 500 hPa, notiamo la presenza di una consistente anomalia negativa della tropopausa (collegata direttamente alla circolazione ciclonica), la quale ha contribuito a instabilizzare ulteriormente l’atmosfera, intensificando i fenomeni precipitativi.
Accumuli eccezionali lungo gli affluenti del Danubio
Il fronte peraltro è parecchio inclinato, segno di precipitazioni davvero intense e continue sulle medesime aree. Queste piogge cadendo su aree molto vaste, fra Austria, Repubblica Ceca, Polonia e Romania, hanno ingrossato tutti i grandi bacini fluviali europei (ossia gli affluenti del Danubio) causando le esondazioni di queste ore.
In questa vasta fascia, che va dalla bassa Austria al Sud della Polonia, nel giro di pochi giorni lo stazionamento del sistema frontale ha scaricato dai 200 mm ai 400 mm, fino a picchi di ben 500 mm fra la Moravia e la Slesia.
Si tratta di dati pluviometrici davvero impressionanti per la climatologia di questa parte del continente europeo. Una enorme quantità d’acqua che non può essere smaltita dai terreni e che continuerà a causare piene ed esondazioni.
L’influenza delle acque del Mediterraneo molto calde
Va notato come questo evento si inquadra in una situazione che vede delle anomalie delle temperature superficiali dei mari estremamente positive, sia sul Mediterraneo che sull'Atlantico. La presenza di acque superficiali del mare, molto più calde del normale, ha fornito all’atmosfera un enorme serbatoio di energia potenziale.
Tutta questa energia, finendo all’interno della circolazione depressionaria, ha inasprito ulteriormente l’instabilità, creando l’ambiente ideali per fenomeni precipitativi particolarmente estremi lungo tutta la zona frontale.
Secondo recenti pubblicazioni di letterature l'aumento delle temperature dei mari, soprattutto del Mediterraneo, potrebbe rendere più frequenti gli eventi estremi precipitativi, con impatti soprattutto sulla fascia costiera del Mediterraneo e sull'Europa centrale.