I gradi giorno, le previsioni meteo e i cambiamenti climatici: quando sarà davvero ora di accendere il riscaldamento?
Le temperature scendono al Nord, ottobrata persistente al centro sud. Vediamo quando la normativa nel consente l’accensione, nonché le prospettive di uso in base alle previsioni e ai cambiamenti climatici. Cosa sono i gradi giorno e come influiscono sui consumi energetici?
L’autunno incalza al nord, imperversa l’ottobrata al centro sud. Ieri lunedì 14 ottobre al centro sud le condizioni erano ai limiti dell’uso dell’aria condizionata, con massime anche di 30°C in Sardegna e di 26-28°C in molte regioni meridionali, al nord raramente il termometri sono saliti oltre i 22°C, e le minime notturne sono scese a soli 10-12°C. La voglia di accendere il termo o ancor peggio l’inquinante caminetto aumenta.
Insomma, la stagione dell’uso del riscaldamento si avvicina. Ecco quando si possono accendere gli impianti in base alla legge ma anche cosa consigliano le previsioni.
Il criterio: cosa sono i gradi giorno?
Il parametro per valutare i consumi energetici ad uso riscaldamento (e anche di raffrescamento) sono i “gradi giorno”. Questo parametro, indicato GG o HDD, è calcolato come differenza tra la temperatura media giornaliera e una temperatura di riferimento, che per i “gradi giorno di riscaldamento” è fissata in 20°C. Se la temperatura media è sopra ai 20°C si considera comunque zero.
Questo parametro è proporzionale all’energia necessaria per mantenere una temperatura interna confortevole. Più la temperatura esterna si abbassa rispetto alla soglia di 20°C, maggiori saranno i gradi giorno accumulati.
I gradi giorno sono usati per stabilire i periodi e le modalità di accensione degli impianti di riscaldamento, in base ad aree geografiche nei quali i GG sono simili o entro una certa fascia.
Le zone climatiche: riscaldamenti al via in queste città
Via libera all’uso dei riscaldamenti domestici al nord, mantenendo la temperatura dei locali entro i 20°C (con +2°C di tolleranza) nelle abitazioni residenziali, 18°C negli edifici industriali e artigianali. La maggior parte delle città della pianura Padana infatti rientra nella fascia climatica E, qui in base al DPR 74/2013 il riscaldamento può essere acceso dal 15 ottobre per 14 ore al giorno, e mantenuto in funzione fino al 15 aprile. Salvo deroghe, possibili se fa freddo in anticipo o tardivo.
Da oggi dunque via libera all’accensione delle caldaie da Torino a Bologna e anche in città di mare come Venezia. In questa fascia i GG nella stagione fredda oscillano fra 2100 e 3000. Oltre alle maggiori città del nord, vi rientrano località interne del centro sud, come Arezzo e Rieti.
Va ricordato che la fascia climatica più fredda, corrispondente alle zone di montagna alpine e appenniniche e alcune città come Belluno, è la zona F, dove i gradi giorno stagionali sono oltre 3000. Qui non vi sono limiti stagionali né di orario.
Quando si potrà accendere il termo al centro sud?
Molte zone del centro, inclusa Roma, sono invece in fascia climatica D, caratterizzata da gradi giorno fra 1401 e 2000. Ne fanno parte per esempio Firenze al centro, Foggia al sud ma anche Genova al nord. Qui la legge da via libera ai termosifoni dal 1 novembre al 15 aprile per 12 ore al giorno.
Gran parte del sud rientra in fascia C, con GG fra 901 e 1400. Riscaldamenti al via dal 15 novembre al 31 marzo per 10 ore a Napoli, Bari, Taranto ma anche localmente nella mite riviera ligure di ponente, a Imperia.
Ulteriore attesa invece in gran parte della Sicilia e Calabria, classificate in fascia B (gradi giorno da 601 a 900) e che potranno accendere dal 1 dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno. Infine le splendide e miti isole di Lampedusa, Linosa, Pantelleria nonché località del sud della Sicilia come Porto Empedocle sono classificate fascia A, con meno di 600 GG il riscaldamento si può accendere dal 1 dicembre al 15 marzo per sei ore.
Le previsioni meteo per risparmiare sulle bollette
Le previsioni meteo ci possono aiutare anche in questo, nell’ottimizzare i consumi energetici per riscaldamento. Se anche da oggi la normativa consente l’accensione, in realtà le temperature non sono per ora così basse. Soprattutto nelle città, si possono sfruttare i lati positivi dell’isola di calore urbana, combinata con temperature che ancora per qualche giorno restano miti. Guardando più a medio termine lontano, le mappe substagionali ECMWF ipotizzano un periodo di temperature sotto la media verso fine mese, e dunque al nord sarà difficile far senza riscaldamento.
Al centro e a maggior ragione al sud, proseguirà per diversi giorni l’ottobrata, dunque non ci sono presupposti meteo per l’ anticipo della stagione di accensione. Dal 1 novembre se restano queste le tendenze, probabilmente allora si sarà necessario, specie per i freddolosi, accendere gli impianti. Prospettive migliori al sud, non sembra ci siano irruzioni fredde precoci tali da anticipare sul calendario.
E i cambiamenti climatici?
Come sono aumentate le temperature medie, per opposto di conseguenza sono calati gli accumuli stagionali di gradi giorno. Uno studio pubblicato da Yana Petri e Ken Caldeira nel 2015 su Scientific Reports, evidenzia come i cambiamenti climatici ridurranno la domanda di riscaldamento per la variazione dei “gradi giorno di riscaldamento”, e per opposto aumenterà la necessità di raffrescamento. Usando i dati del passato e le proiezioni future (2080-2099), lo studio dimostra come molte città avranno climi più miti, comportando cambiamenti nelle necessità energetiche.
Insomma, la normativa italiana sarebbe da adeguare, se ne parla da tempo, nell’attesa, il consiglio è di non accendere perché lo consente la legge, ma solo quando le norme elementari di risparmio energetico e perché no l’uso di un maglione pesante lo rendono proprio necessario.