I bisonti, gli improbabili eroi dell’azione per il clima

Negli ultimi giorni è diventato chiaro che non solo gli esseri umani possono essere eroi nella lotta contro il cambiamento climatico. Ecco perchè, scopriamolo insieme.

Bisonte.
Il bisonte americano è una specie che vive allo stato brado, nelle praterie del Nord America.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le preoccupazioni relative ai cambiamenti climatici e alle conseguenze che questi possono avere sul territorio e sulla sopravvivenza della specie umana. L’emissione di gas che accentuano l’effetto serra, come l’anidride carbonica, è aumentata notevolmente negli ultimi decenni, grazie all’attività umana e alla sostituzione delle aree verdi con aree urbanizzate.

La rinaturalizzazione può essere uno dei modi migliori per combattere la crisi climatica che colpisce questa generazione (...)

In risposta a questo “fenomeno”, è emerso un movimento globale, chiamato rewilding, in portoghese, per rinaturalizzare. Questo movimento finisce per essere “un modo pratico, progressivo e innovativo di conservare la natura e la biodiversità, in cui il nostro ruolo è quello di promuovere la natura affinché raggiunga il suo massimo potenziale, con tutte le specie autoctone della regione presenti e che svolgono le loro funzioni – siano essi processi naturali o altri importanti servizi ecosistemici”.

Il rewilding è un approccio progressivo alla conservazione della natura. Si tratta di lasciare che la natura si prenda cura di se stessa, consentendo ai processi naturali di modellare la terra e il mare, riparare gli ecosistemi danneggiati e ripristinare paesaggi degradati. Attraverso il rewilding, i ritmi naturali della fauna selvatica creano habitat più selvaggi e più ricchi di biodiversità.

In questo modo, il rewilding ha come principio l’intervento sulla natura in una fase iniziale, rimuovendo le specie invasive e scambiandole con specie autoctone, consentendo poi alla vita di seguire il suo percorso e alle aree intervenute di rigenerarsi. Questa situazione finisce per avere un impatto sull’equilibrio tra emissioni di carbonio e cattura.

Bisonte europeo.
Mandrie di bisonti europei potrebbero popolare i pastori dell’Europa centrale.

Bisonti e altre specie

Un recente studio sviluppato congiuntamente dall’Università di Yale e dalla Global Rewilding Alliance ha rivelato che la reintroduzione delle specie di bisonti nell’ambiente naturale e selvaggio ha finito per avere impatti significativi sulla ritenzione di carbonio nei paesaggi.

Il bisonte europeo (Bison bonasus) è una delle due specie esistenti di bisonte, insieme al bisonte americano. Nel 1996, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha classificato il bisonte europeo come una specie a rischio di estinzione, ma attualmente è considerata una specie "vulnerabile". Il bisonte europeo è il più grande animale terrestre rimasto in Europa.

L’introduzione del bisonte europeo in questo continente consentirebbe, secondo il nuovo modello di analisi “Yale/GRA ACC”, una ritenzione di carbonio dieci volte maggiore rispetto ai soli pascoli. Un paesaggio di questo tipo cattura, in media, 5544 tonnellate di carbonio per km2 all’anno. Se a questo paesaggio aggiungiamo 170 bisonti, in un’area di circa 50 km2, il valore di ritenzione del carbonio raggiunge 54.310 tonnellate di carbonio per km2.

I bisonti, come altre specie di grandi erbivori, oltre ad essere eroi dell’azione climatica, sono anche eroi della biodiversità, poiché associato a questa specie nasce un mosaico di habitat con molte altre specie di piccoli animali e piante.

La rinaturalizzazione può essere uno dei modi migliori per combattere la crisi climatica che colpisce questa generazione, poiché allo stesso tempo avvantaggia la fauna selvatica, oltre a poter apportare benefici alle comunità locali, garantisce un futuro più sostenibile per le generazioni future.